ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 2

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𝔗𝔥𝔢 𝔐𝔞𝔤𝔫𝔬𝔩𝔞 ℭ𝔩𝔲𝔟

Entrai dalla porta di servizio e mi tolsi gli occhiali per fare vedere chi ero, cioè Angel. Mi spogliai velocemente e indossai dai pantaloni aderenti in ecopelle nere, che esaltavano notevolmente le mie forme, e una camicia bianca semplice, leggermente rugosa al tatto ma espansiva, arrotolai le maniche appena sopra il gomito e semi aperta al petto che rilevava la mia corporatura sottile. La mia pelle era pallida ciò faceva percepire che non uscio molto spesso al sole, si potevano intravede anche le sue belle cicatrici, tracce della guerra contro Voldemort, che ovviamente non rendevano il mio corpo brutto al mio corpo d'atleta o da ballerino. A seconda del punto di vista della della gente.

Andai allo specchio e presi una piccola confezione della borsa. Mi tolsi gli occhiali e li riposai nella borsa, ero abituato a utilizzare la magia senza la bacchetta quando nessuno era accanto a me. Mi aggiustai i capelli più come potevo, o ero il Salvatore o ero Angel i miei capelli avevano il marchio Potter, cercando con calma di nascondere il piccolo fulmine nella fronte. Non mi vergognavo, ma non volevo che un mago che veniva o mangiare o a godersi lo spettacolo mi riconoscesse. Volevo mantenere segreta questa vita, lontano dagli avvoltoi chiamati giornalisti che lavoravano al Daily Prophet, il club era il mio giardino secreto. Infine, era quello che voleva, non volevo che la mia vita lavorativa fosse influenzata dalla mia vita del mondo magico e non.

Sentii una mano passarmi tra i capelli, gemetti sommessamente.

"Ciao Angie!" Disse una ballerina del club.
"Ciao Loly!" Risposi con un sorriso. "Qual è il programma di oggi?"
"Ti occuperai del bar e della stanza."

Mi accigliai e mi voltai per guardarla. Era alta e snella, con belle forme, almeno chi ci sarebbe stato da quella parte...Razza mista, capelli costanti, occhi grigi, la donna era una grande amica per me perché mi insegnò tutto quello che so della pole dance. Ed era il capo di questo servizio, lei si è sempre occupata di gestire tutti i programmi. In generale, mi metteva in scena, ma avvolte mi portava in un altro posto per necessità. Il club doveva correre ed io sapevo come procedere, il tempo, le ore senza lamentarmi, infatti di questo il Boss era sodisfatto da me.

"Tanto?"
"Marc è ammalato, mentre Ana ha avuto un incidente."
"Ay! Serio?"
"Diciamo che non verrà per qualche settimana. Si è slogata la caviglia."
"Oh." Sospirai, rassicurato. "Ansi sta bene, avevo pensato che avesse avuto un incidente con l'auto o qualcosa del genere."
"No, no, niente del genere," rise Loly. "Sbrigati e prepara la stanza per l'apertura. Lo sai che al Boss non piace quando ritardiamo l'apertura."
"Si, si lo so. Ma non ho mai aperto in ritardo, anche quando ero in fuga."
"Inoltre, non mi hai spiegato per stavi scappando."
"Masi, è tutto.... troverò presto qualcuno per la stanza così te ne libero una."
"Grazie bellissima. Sarebbe un piacere. Ma se non è possibile, non importa."

Sistemai velocemente tutti i tavoli, accesi tutte le candele di falso colore e svuotai i posacenere che avevamo dimenticato la sera prima prima della chiusura. Cambiai tutte le tovaglie alla velocità della luce e sistemai qualche poltrona. Accesi la musica, le lampade e l'intero locale, regalando un'atmosfera soffusa, adatta per gli spettacoli che si svolgevano sui palchi, gabbie e bar. Ne azzerai un per un momento, sorridendo prima di dirigersi verso la porta per aprirla. Potrebbe benissimo finire di preparare il bar nello stesso momento in cui si presentavano i clienti. Gli orari di apertura e di chiusura erano sempre gli stessi: prepararsi per la notte o pulire i detriti o dello sporco.

Il portiere Greg, era vestito con il suo elegante abito marrone chiaro, senza sembrare troppo elegante, lo salutai e si fermò all'ingresso a vegliare sui clienti. Ad alcuni non fu più permesso di entrare dalle porte del club per evidenti problemi...In questo posto, facevamo lo spogliarello. Era chiaro e non mi stavo nascondendo. Ma non facevano nient'altro. Erano agitati, evidenziati ma non abbiamo mai offerto servizio ai clienti oltre lo spogliarello. Eravamo artisti, non puttane! Questa era la legge del Magnolia Club, la legge del Boss. Ma tuttora alcuni clienti non lo capivano e di conseguenza venivano espulsi.

El Jardìn Secreto  (Snarry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora