𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 9

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𝔏'𝔞𝔳𝔞𝔯𝔲𝔱à 𝔡𝔦 𝔷𝔦𝔬 𝔙𝔢𝔯𝔫𝔬𝔫

La schiena di Angel era inarcata mentre si girava dolcemente al ritmo di Youngblood. Questa musica, le sue parole, riflettevano totalmente cosa provava in quel momento. Il DJ aveva scelto bene per quella volta. Lentamente iniziò ad accelerare i suoi passi, assumendo un po' di intensità e velocità prima di fermarsi quasi all'improvviso. Quindi si lasciò cadere in un ampio spazio capovolto per raggiungere pochi centimetri dal l'estremità del suo bar.

Subito dopo si inchinò al pubblico prima di andare dietro le quinte. Aveva ignorato gli applausi. L persona che voleva che lo facesse non c'era lì e sapeva che non sarebbe tornato. Bevve una pozione energizzante e controllò il suo fascino con consapevolezza di sé prima di tronare in dietro e riprendere il suo servizio al bar.

Fu afferrato per il braccio ma non teneramente. La presa era dolorosa, cominciò a spostarsi di lato e quasi lottò prima di congelarsi. Era suo zio, lo seguii senza dire una parola, con testa abbassata. Comunque non aveva voglia di discutere. Si fecero da parte, vicino a un armadietto, in modo che la loro conversazione fosse coperta dal volume alto della musica.

«Vedo che hai un'ottima reputazione qui, ragazzo,» disse Vernon con un ghigno. «Hai molti fan. E ricevi molti consigli da quello che ho capito.»

Gli occhi di Angel si strinerò al luccichino degli occhi dello zio. Non l'aveva visto così spesso, tanto meno negli ultimi tempi. La sua ultima visita al club risaliva ai suoi inizi nella pole dance.

«Si zio,» disse sussurrando, guardando in basso.

«Mentre di guadagni da vivere,» continuò stringendogli ancora il braccio, costringendolo a controllarsi per non sussultare. «Le cose sono leggermente cambiate. D'ora in poi mi pagheranno con tutta la tua paga.»

Angel alzò velocemente lo sguardo per guardare suo zio, un leggero lampo di rabbia negli occhi, ma svanì rapidamente, sconfitto. Non c'era niente che poteva fare contro l'uomo. Era l'amico del suo capo. Sicuramente si erano già messi d'accordo tra di loro, abbassò di nuovo il capo, sopraffatto e  più infelice che mai.

«C'è qualche problema Angel?» Disse una voce che trascinava con una nota di preoccupazione e una minaccia chiaramente percettibile.

Angie si irrigidì. No, non quello! Lucius Malfoy non aveva  niente  da fare per la sua famiglia?

«Va tutto bene, Lucius,» disse sforzandosi di sorridere. «Mio zio si è solo congratulato con me, per lo spettacolo che ho fatto,» mentii velocemente.

«Esatto,» sorrise l'uomo. «Sono davvero contento per mio nipote. Il gioiello....»

Angel vide che l'aristocratico non credeva a una parola di quello che diceva il babbano.

«Sei sicuro, Angel?» Chiese Lucius.

«Sicurissimo,» rispose il giovane mago. 
«Zio Vernon, ma ora vedo anche al capo non piace se resto a non fare nulla...... devo tornare al lavoro.»

Si liberò della prese dello zio e tornò al bar, massaggiandosi discretamente il braccio. Una volta al bar Loly era tornata al suo posto. Trattene un sospirò, suo zio era diventato così teso che gli aveva sfregato la pelle. Mise un sorriso falso sul suo viso e preparò quello che avevano ordinato.

Con la coda dell'occhio vide il biondo tronare al bar perché doveva finire il suo drink. Sospirò.

«Non farlo mai più,» disse seccamente.

«Perché?» Chiese l'aristocratico alzando un sopracciglio. «Sembrava che avessi bisogno di aiuto.»

«Mio zio è il migliore amico del capo. Se ha problemi, le colpe ricadranno su di me! Ho abbastanza da sopportare che non ho il capo arrabbiato dietro la schiena. E credimi quando dico che nessuno vuole che quella persona sia nei paraggi. La maggior del suo tempo sta rinchiuso nel suo ufficio, a svolgere affari.»

«Ti conoscevo molto più combattivo. Da quando hai smesso di combattere il babbano?»

«Ehi no.....»

«Ti ho visto Harry,» sussurrò Lucius, sporgendosi in avanti. «Sei sottomesso a quell'uomo! Mentre difronte al Lord Voldemort eri sempre pronto a morire. Eri lì, e non ora sembra di vedere un piccolo Hufflupuff del primo anno.»

«Non sai niente,» sibilò rabbiosamente il Gryffindor. «Non mi conosci, non sai cosa ho passato.»

«Spiegami!»

«No! Nessuno dovrebbe saperlo!»

La sua voce era dura, fredda che non premetteva risposta. Ma i suoi occhi, Lucius non poteva sbagliarsi, esprimevano disperazione, chiedevano aiuto. Il giovane era già disceso agli inferi.

«Stupido Gryffindor codardo!» Sospirò, scuotendo il capo. «Se hai bisogno di aiuto, puoi venire alla villa.»

«Perché vuoi aiutarmi?»

«Perché conosco sia Angel che Harry Potter. Entrambi avete bisogno di aiuto.» Lucius sospirò ancora una volta mentre continuava. «Ma so anche cha sei uno stupido Gryffindor che non ammetterà mai che ha bisogno di aiuto, e questo ti costerà un giorno. E sperò che riuscirò ad convincerti presto prima che...» incontrò gli occhi smeraldi.
«Cerca di prenderti cura di te stesso, Angel.»

«Non posso credere che sia stato Lucius Malfoy in persona a dirmelo,» disse Angel, scuotendo la testa. «Devo davvero toccato il fondo.»

«Forse,» rispose Lucius, prendendo il bicchiere, rendendosi conto che il più giovane volesse essere lasciato da solo. «Mi piace come cambiano le vicende. Buon pomeriggio, Angie!»

Si allontanò per guardare le giovani donne ballare mentre osservava Harry da lontano.

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Erano passati due mesi. Due mesi da quando non aveva ricevuto la paga. Grazie a Zio Vernon. Doveva pagare le bollette e la sua mance, per quanto fossero generose non erano sufficienti. Angel sospirò, massaggiandosi la fronte con il dorso della mano. Non aveva scelta. Doveva contattare la banca per il suo account magico per fissare un appuntamento. Una volta fatto, lo inviò tramite il gufo che gli avevano regalato Ron e Hermione.

Gli ultimi due avevano una relazione al tempo della guerra, e aspettano notizie. Non volveva tornare nel mondo magico più del necessario, stava bene dove si trovava.

La sua vista si offuscò mentre perdeva leggermente l'equilibrio. Era in piedi sul tavolo di fronte a lui per non cadere. Aveva provato a mangiare, ma il cibo passava con molta difficoltà. Lo costringeva ancora una volta ad utilizzare un fascino su di lui.

Evitava accuratamente di aver conforto diretto con Loly o Mushu. Erano diventati pesanti da tempo. Preparò la stanza come al solito e si sistemò nel bar che era diventato il suo ruolo a tempo pieno. Poteva bere facilmente una pozione nel caso avesse dovuto affrontare la sua stanchezza o le sue emozioni.

Stava strofinando un bicchiere quando sentì il cameriere che lo chiamava. Doveva preparare un Sex on the Beach per un signore biondo, sicuramente era Lucius. Non gli importava più di tanto. Non aveva bisogno di aiuto, aveva bisogno solo di un po' di pace. Tuttavia notò, che Loly aveva ordinato un Bloody Mary aggiuntivo. Era il suo drink preferito. Scosse il capo per orientarsi e preparò ciò che gli era stato detto.

Loly gli mise un vassoio mentre andava a preparare qualcos'altro.

«Ti voglio sul palco, Angie,» disse dolcemente.

Annuì con la testa. Finì in fretta la pozione e dopo essersi ripreso dalle vertigini si recò sul palco.

El Jardìn Secreto  (Snarry)Where stories live. Discover now