➷ 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 5 ➷

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APRIL POV

Rimasi nell'acqua che da calda si stava gradualmente freddando, ero ancora scossa da tutto ciò che era successo. In fondo mi aspettavo di tutto tranne questo: i miei amici erano supereroi, un fatto al limite dell'assurdo. Se non l'avessi visto con i miei occhi non ci avrei mai creduto, eppure era proprio così e per volere di non so chi mi avevano anche rinchiusa dentro una maledettissima cella. Non so se si possa definire propriamente un trauma ma sicuramente trovarmi dentro una prigione non avrebbe rappresentato una bella esperienza nella mia memoria. Chiusi gli occhi e mi immersi completamente cercando di non pensare più a nulla ma dopo poco vidi Jason che nuotava verso di me e presa dall'agitazione di quel flashback inaspettato mi sentii di nuovo come se stessi per affogare. Mi ritirai su respirando affannosamente, portando all'indietro i capelli sgocciolanti. Feci respiri profondi e cercai di calmarmi ma a peggiorare il mio stato fu la voce di Jason che mi chiamava bussando alla porta.

<<April per quanto ne hai ancora?>>

Risposi debolmente e poi mi tirai fuori da quell'acqua cremisi avvolgendomi nell'asciugamano lì vicino. Una volta vestita e asciugata uscii dal bagno e trovai Jason lì vicino ad aspettarmi, la tachicardia fece nuovamente il suo corso e immagini sfogate del mio affogamento e della mia breve e triste disavventura in cella si piazzarono come fotogrammi davanti a me. Restai impalata, avevo i pugni stretti e gli occhi lucidi mentre respiravo a fatica.

<<April? April?! April sono Jason, mi senti? Stai bene? April dannazione apri gli occhi!>>

Caddi a terra perdendo per un attimo i sensi. Dopo poco mi ritrovai nelle braccia di Jason, fu il sul tocco  a risvegliarmi riportandomi alla realtà. Stava urlando, mi chiamava, quando riaprii gli occhi lo vidi con il viso contorto ma appena rinvenni si affrettò a tornare imperturbato come una statua di marmo.

<<Che ti era preso?>>

Arrossii quando mi resi conto di essere ancora sdraiata su di lui. Mi ricomposi mettendomi seduta, lui era vicino a mentre continuava a reggermi le spalle che si affrettò a lasciare. Si posò al muro e voltò la testa. All'inizio non dissi nulla ma quando incrociai il suo sguardo risposi.

<<Gli ultimi tempi, questi due giorni in particolare, sono stati i migliori e allo stesso tempo i peggiori della mia vita.>>

Jason abbassò la testa e si toccò le mani nervosamente. Si sentiva in colpa, come Dick. Tutte quello che mi era accaduto non lo volevano loro, non avevano nessuna colpa.

<<Mi sono rivista affogare. Ho rivisto la cella. Poi non ricordo, sono caduta. Mi è successo anche nella vasca.>>

Lui non parlò mi posò timoroso la mano sulla spalla e senza guardarmi mi accarezzò dolcemente. Mi ritrovai di nuovo con la tachicardia ma questa volta non capivo perché.
<<Ehi tutto bene? Hai di nuovo un attacco?>>
<<Non lo so...>>
Sentii nuovamente l'affanno e iniziai a respirare con la bocca.
<<April guardami, respira profondamente, sei al sicuro adesso, sono qui con te.>>
<<Non... non riesco...>>
<<Senti, sono qui puoi toccarmi sono qui davanti a te.>>
Mi prese le mani poggiandole sul suo petto.
<<Vedi sono qui ora senti guardami e respira lentamente, sei al sicuro ok?>>
Annuii lasciandomi rassicurare, fino a quando non mi sentii di nuovo al sicuro. Poggiai la testa sulla sua spalla.
<<Grazie...>>
<<Sei al sicuro con me April.>>
Mi prese di nuovo la mano mentre restammo lì seduti per un po' fino a quando non vidi Tim avvicinarsi.

<<Ciao...>>

Ecco di nuovo lo sguardo sofferente del senso di colpa, continuavano a guardarmi tutti così. Volevano chiedere scusa ma non c'erano parole per tutto quello che era successo. Avevano uno sguardo rassegnato, come se fossero convinti che non potevano in alcun modo redimersi da questo peccato.

➷ᴋᴇᴇᴘ ᴛʜᴇ sᴇᴄʀᴇᴛ➷Donde viven las historias. Descúbrelo ahora