➷ 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 1 ➷

908 28 3
                                    

APRIL POV

Era mattina, arrivai a Gotham sul tardo pomeriggio del giorno precedente e già dovevo andare a scuola. Un'altra città, un altro anno, dovevo ricominciare da capo ma avevo un buon presentimento.

Mi preparai e scesi le scale della mia nuova casa di Gotham dirigendomi in cucina a fare colazione. Essendo figlia unica non avevo mai compagnia in casa e miei genitori, entrambi medici, non c'erano spesso. Mi volevano un bene indescrivibile e loro erano fantastici ma per via del loro lavoro non erano sempre presenti.

Arrivata a scuola cominciai il primo giorno del mio terzo anno di liceo a Gotham, e speravo andasse meglio dell'anno precedente a New York: in punizione per aver protetto una mia amica da un idiota. I professori non sanno proprio giudicare, comunque speravo vivamente di cominciare meglio. Anche perché dopo l'accaduto la mia amica, per così dire, non mi aveva più rivolto parola e così finì l'anno da sola. Ma quell'anno non doveva andare così, sarebbe stato diverso.

Entrata in classe cercai un banco libero senza ottenere risultati e rimasi in piedi senza saper cosa fare. Nell'istante perfetto la campanella suonò ed ecco arrivare l'insegnante che partendo in quarta mi sgridò:

<<Cosa fai ancora in piedi? Non vedi che la campanella è suonata e la tua insegnante è in classe?>>

In preda al panico borbottai qualcosa facendo alterare ancora di più la donna bassetta e magrolina davanti a me.

<<Alza quella voce se devi dire qualcosa! Vattene subito nella tua classe!>>
<<Ma...>>

<<Niente ma ragazzina!>>

A fermarla fu un ragazzo che prontamente le ricordò che fossi nuova.

<<Mi scusi professoressa ma lei è la ragazza nuova e non ha un banco quindi non si può sedere.>>

Lo guardai sorridendo notando piacevolmente che fece lo stesso. La professoressa imbarazzata si scusò e fece portare un banco.

<<Adesso presentati avanti signorina Jackson.>>

Non sapendo bene che dire mi limitai alle cose più utili da dire, insomma le solite: nome, cognome, età e da dove vengo.

<<Mi chiamo April Jackson, ho sedici anni e vengo da New York.>>

L'insegnante mi digrignò un sorriso lasciando vedere i denti macchiati dal tè e dal caffè.

Durante la lezione restai attenta per quanto possibile e presi qualche appunto fino a quando non mi arrivò un bigliettino sul banco.

"Piacere di conoscerti April. Sono il ragazzo di prima, mi chiamo Tim"

Sorrisi timidamente e decisi di rispondere al foglietto scarabocchiando una faccina sorridente e un "non dovresti essere attento alla lezione Tim?". Feci per passarglielo e quando lo ricevette aspettai la risposta che era senza dubbio più interessante dell'anziana professoressa che continuava a ripetere la stessa cosa da quasi venti minuti. Il bigliettino tornò quasi subito:

"Chi ti dice che non posso fare due cose insieme?"

Risposi scrivendogli "forse ti ho sottovalutato Tim" per poi passarlo di nuovo. Ed ecco di nuovo che arrivava la risposta "può darsi... pranzi con qualcuno?". Direi che l'anno era partito benissimo.

<<Jacks0n! Drake! Volete finirla?!>>

<<Mi scusi prof...>>

Anche io mi scusai sebbene nessuno la stesse davvero ascoltando, meglio sgridare i due sfigati con i bigliettini piuttosto della decina di persone che utilizzavano il telefono.

Finita la lezione uscimmo dalla classe e notai bene che Tim mi aspettava impacciato fuori dalla porta.

<<Ciao.>>

<<Ciao.>>

Gli risposi sorridendo.

<<Allora, April, è un piacere.>>

<<Anche per me Tim.>>

Eravamo entrambi un po' in difficoltà finché Tim non ruppe nuovamente il ghiaccio.

<<Quindi ti va di pranzare insieme?>>

<<Sì, sì! Certo, andiamo?>>

<<Solo un secondo, dico ai miei fratelli che mangio con te o se vuoi puoi stare al nostro tavolo come preferisci.>>

<<Per me è uguale sinceramente.>>

<<Uhm, ecco...>>

Non ebbe il tempo di pensare alla risposta che si presentarono subito tre ragazzi e una ragazza davanti a noi.

<<Dove diavolo ti eri cacciato?>>

<<Oh, eccoti Tim.>>

<<Lei chi è?>>

<<Una ragazza?!>>

<<Dick, Barbara, Jason e Damian, vi presento April.>>

<<Devo dire che è carina.>>

<<Ti ha pagato per parlare con lui?>>

<<Finalmente un'altra ragazza! Sono Barbara ma puoi chiamarmi Babs!>>

<<Piacere!>>

<<Quindi pranzi con noi?>>

Notai Tim in difficoltà e i suoi fratelli mi stavano facendo un'infinità di domande, anche un po' insolite a dire il vero.

<<Avanti ti ha pagato?!>>

<<Damian vuoi finirla!>>

<<Quanti anni hai?>>

<<Jason, Damian, potete farli respirare un secondo?>>

<<Grazie Dick...>>

<<Comunque è vero April! Sei davvero carina! Mi piacciono molto i tuoi capelli!>>

<<Oh, grazie Barbara.>>

<<Allora andiamo a mangiare?>>

<<Dick ha ragione, andiamo.>>

Seguì i ragazzi fino ad un tavolo e mi ritrovai seduta tra Tim e Barbara con davanti un ragazzo moro, dagli occhi verdi e con uno sguardo beffardo: Jason. Mi guardava in silenzio mentre mangiava, scrutandomi anche l'anima mettendomi in uno stato di angoscia ma allo stesso tempo sicurezza, come se mi capisse. Mantenni il contatto visivo con lui per un po' mentre sentivo in sottofondo gli altri parlare poi lo vidi alzarsi a buttare i tovaglioli usati e le cartacce varie. Spostai lo sguardo su Tim, aveva dei bellissimi occhi azzurri e i capelli neri lisci leggermente più lunghi di quelli di Jason che invece erano ricci. Involontariamente restai a fissarlo per poi farmi riportare alla realtà da Barbara.

<<Allora April, mangi con noi anche domani?>>

<<Oh? Sì, mi farebbe piacere.>>

<<Non dici niente Jay? Sei stranamente silenzioso. Non che mi stia lamentando anzi ti vorrei così più spesso.>>

<<Simpatico Grayson, comunque se ti mancava la mia voce potevi anche dirlo chiaramente. Sto solo pensando.>>

<<Oh mio Dio! Anche Jason Todd sa pensare!>>

<<Tim sai che ti ammazzo?>>

<<Probabilmente penso che farò da solo molto prima di te, Jason.>>

<<Al contrario credo che farò prima di entrambi.>>

<<Tim, Jason, Damian o meglio bambino uno, due e tre. Possiamo tornare a lezione?>>

Risi vedendo Dick sgridarli, non li conoscevo certo da molto ma fin dall'inizio sentì una connessione con loro ed ero sicura che sarebbe andata avanti divinamente. 

➷ᴋᴇᴇᴘ ᴛʜᴇ sᴇᴄʀᴇᴛ➷Donde viven las historias. Descúbrelo ahora