➷ 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 28 ➷

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JASON POV
Ero a letto, nella mia camera, a casa. Respiravo il profumo delle lenzuola pulite e mi lasciavo avvolgere dal morbido cotone, lo sentivo sulla pelle scoperta e livida. Non stavo dormendo, non ci riuscivo. Il dolore era troppo, come i pensieri del resto. Ma l'odore di casa mia, quel profumo, quello permetteva al mio corpo di rilassarsi nonostante tutto. Erano le quattro del mattino, avevo controllato la sveglia digitale vicino al mio letto, poggiata sul comodino affianco ad una foto e un paio di pacchetti di sigarette vuoti. Ne cercai uno pieno invano e mi costrinsi ad alzarmi per prendere una sigaretta dalla giacca e fortunatamente trovai subito l'accendino. Accesi la sigarette seduto sul letto e iniziai ad aspirare facendo uscire nuvole di fumo grigiastro. Finita la sigaretta mi alzai e andai verso la cucina per mangiare qualcosa e bere un caffè. Quando aprii la porta della cucina trovai la luce accesa e fui accolto da Bruce avvolto in una vestaglia rossa intento a bere il caffè dalla sua tazza papà n1.
<<Buongiorno Jay.>>
<<'Giorno Bruce.>>
<<Caffè?>>
<<Magari.>>
<<Tieni.>>
Me ne versò una tazza e me la passò.
<<Non hai freddo senza maglietta?>>
<<No.>>
<<Come mai sveglio a quest'ora? È un po' presto.>>
<<Non riuscivo a dormire. Te come mai sveglio?>>
<<Stesso motivo.>>
Sorseggiai il caffè e per un attimo restammo in silenzio.
<<Che c'è da mangiare?>>
<<Alfred ha fatto una crostata all'albicocca. Te ne taglio una fetta?>>
<<Sì, grazie.>>
Prese il coltello che affondò nella frolla dorata della crostata, aveva un buon profumo.
<<Ecco.>>
<<Grazie.>>
Affondai i denti nella crostata, come sempre buonissima, Alfred era davvero il miglior cuoco del mondo.
<<Senti Jason...>>
Tipico, stavo solo aspettando che iniziasse con la ramanzina che sarebbe stata la più lunga della mia vita per svariati motivi.
<<Lo so Bruce, già lo so. Mi dispiace di essere scappato e tutto, dico davvero. Non parliamone.>>
<<Invece ne parliamo Jason, ero preoccupato. Molto proeccupato. Temevo di perderti per sempre figliolo.>>
Avevo gli occhi lucidi, trattenni le lacrime.
<<Jason.>>
Anche lui aveva la voce rotta.
<<Mi dispiace Bruce.>>
Avvicinandosi posò la mano sulla mia spalla.
<<Lo so Jay.>>
Lo abbracciai sentendo la mia guancia umida, il mio tentativo di trattenere le lacrime era miseramente fallito.
<<Mi dispiace papà...>>
Mi uscì spontaneo, papà, non Bruce, non Batman, papà. Questo era lui per me, un padre, e le mie labbra pronunciarono quella parola involontariamente. Lui mi strinse a sé, non lo avevo mai visto così. Non lo avevo mai visto piangere o stringermi così forte in un abbraccio.
<<È tutto ok Jason.>>
Mi sorrise accarezzandomi la spalla.
<<Però sai bene che per questo meriti una punizione.>>
Non mi aspettavo certo l'assoluzione dalle mie colpe ma rovinare un momento così bello con una cosa del genere mi sembrava un po' di cattivo gusto.
<<Certo.>>
Abbassai lo sguardo.
<<Niente costume per un mese Jason e se proverai di nuovo...>>
<<Non proverò di nuovo a scappare, questo è poco ma sicuro.>>
<<Bravo il mio ragazzo.>>
Mi sorrise dandomi una pacca sulla spalla. Mi asciugai le lacrime.
Un attimo dopo Dick varcò la soglia.
<<Buongiorno.>>
Sorrise prendendosi subito una tazza di caffè.
<<Anche tu sveglio?>>
<<Difficile dormire dopo ieri.>>
Dick ridacchiò cercando di alleggerire.
<<Come darti torto figliolo.>>
Dick mi si avvicinò poggiandomi la mano libera sulla spalla mentre sorseggiava il caffè.
<<Come va Jay?>>
<<Andrà meglio dopo aver finito il caffè.>>
<<Non posso che concordare. Alfred ha fatto la crostata?>>
<<Sì ed è anche davvero niente male.>>
<<Come sempre dopo tutto.>>
Finito il caffè andai a farmi una doccia, erano quasi le sei.

TIM POV
Dopo mesi e mesi di insonnia feci una delle dormite più lunghe e ristoratrici della mia vita, la stanchezza fisica prevalse la mia lotta continua con il sonno. Fu una dormita senza sogni, piacevole. Al risveglio erano le otto passate e dopo essermi stiracchiato per bene andai verso la cucina. Vuoto. Mi ero davvero svegliato per ultimo? Presi ciò che restava del caffè e trovai una fetta di crostata coperta in un piattino su cui era posato un foglietto: "X Tim" con una faccina sorridente affianco. Presi la crostata e il caffè seduto al tavolo della cucina. Ero rilassato nonostante tutto quello che era successo il giorno prima e decisi che quello sarebbe stato l'obbiettivo del giorno mantenere quello stato di relax. Così andai a fare una bellissima e lunga doccia calda rendendomi conto di quante ferite e quanti dolori avessi, ma avevo deciso che sarei rimasto in totale serenità e quindi mi sarei concentrato sul bagno piuttosto che sui lividi e come secondo punto decisi che non era il caso di vedere April. Era appena tornato Jason e considerando che aveva deciso di parlarle gli avrei lasciato la giornata per farlo io potevo parlarle anche il giorno dopo. L'acqua calda mi stava aiutando nel relax che speravo di mantenere fino a quando bussarono alla porta del bagno.
<<Tim?>>
<<Che c'è Damian?>>
<<Ci stanno Babs ed April.>>
Grande proprio secondo i piani.
<<Ok appena ho fatto arrivo.>>
La mia giornata tranquilla era finita prima del previsto.

➷ᴋᴇᴇᴘ ᴛʜᴇ sᴇᴄʀᴇᴛ➷Where stories live. Discover now