La caduta di un pilastro

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Voce narrante.

"Severus...ti prego..."
Piton alzò la bacchetta e la puntò direttamente a Silente.

"Avada Kedavra!"

Un fascio di luce verde scaturì dalla punta della bacchetta di Piton e colpì Silente dritto al petto.

L’urlo di orrore di Harry non lo lasciò mai; silenzioso e immobile sotto al mantello dell'invisibilità, fu costretto a vedere come Silente fu lanciato in aria: per una frazione di secondo sembrò sospeso al di sotto del teschio scintillante che vi era in cielo, poi cadde lentamente all’indietro, come una grossa bambola di pezza,
oltre i bastioni e fuori dalla vista.

Fu proprio dopo una frazione di secondi, che egli capì di riuscire finalmente a muoversi.
Ma questo gli fece anche capire, che il preside di Hogwarts non c'era più.

Egli rimase sotto al mantello, ancora per un po', anche quando Piton e i mangiamorte se ne furono andati.

Il ragazzo, quella notte aveva compreso che tutto ciò che egli aveva creduto su Draco, era vero.

Ma alla fine aveva anche capito, che il ragazzo era stato costretto e il compito che doveva svolgere lo aveva compiuto Piton al posto suo.

Il terrore si squarciò via dal cuore di Harry... Doveva recuperare Silente e doveva catturare
Piton.... Le due cose erano collegate in qualche modo... Poteva invertirle, l’importante era averle entrambe... Silente non poteva morire...

Saltò gli ultimi dieci gradini della scala a spirale e si arrestò per poi indietreggiare dove era
atterrato, con la sua bacchetta alzata.

Una debole luce illuminava il corridoio polveroso; la
metà del soffitto sembrava essere crollata; e una battaglia stava infuriando davanti a lui, ma
proprio mentre tentava di capire chi stavano combattendo con chi, sentì il grido odiato di una
voce, "finito, è tempo di andare!" era Piton che si muoveva in avanti e spariva dietro un angolo all'estremità lontana del corridoio; lui e Malfoy sembravano usciti dal combattimento illesi.

Harry si gettò dietro di loro, uno dei combattenti si staccò dalle macerie e si voltò verso di lui: era il lupomannaro, Fenrir.

Era sopra Harry prima che egli potesse alzare la sua
bacchetta: Harry cadde indietro, con i sudici capelli che gli coprivano il volto, il puzzo di sudore e di sangue che riempiva il suo naso e bocca, e l’alito bramoso e caldo sulla sua
gola…

"Petrificus Totalus!"
Harry senti crollare Fenrir contro di lui; con uno sforzo portentoso spinse il lupomannaro lontano da lui sul pavimento mentre un getto di luce verde era in volo verso Harry; si tuffò e corse, a testa bassa, nella lotta.

I suoi piedi vennero a contatto con qualche cosa di molle e
sdrucciolevole sul pavimento ed inciampò: C’erano due corpi distesi, capovolti in una pozza di sangue, ma non c’era tempo per stare a guardare. Harry ora vide svolazzare dei capelli
rossi oltre le fiamme li davantii: Ginny e Sira avevano ingaggiato un combattimento con un
Mangiamorte, Amycus, che stava gettando incantesimi dopo incantesimi su di loro mentre li
schivavano: Amycus stava ridendo scioccamente, sembrava divertirsi: "Crucio… Crucio… non
potrete ballare per sempre, carine…"

"Impedimenta!" urlò Harry.
Il suo incantesimo colpì Amycus al torace: diede uno squittio piagnucolante di dolore, è fu
scaraventato dalla parte opposta, e scivolò in basso e cadde a terra dietro Ron, la professoressa McGonagall e Lupin, ciascuno di loro stava combattendo con un Mangiamorte.
Oltre loro, Harry vide Tonks combattere un mago biondo enorme che stava lanciando malefici in tutte le direzioni, in modo che rimbalzassero sulle pareti, sgretolando le pietre,
frantumando la finestra più vicina…

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora