Lezioni con Piton parte due

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Voce narrante
Piton guardò la ragazza di fronte a sé, il suo sguardo era accigliato ed entrava nella pelle.

Il professore credeva che paragonadola ad Harry, si sarebbe data delle arie come un qualsiasi studente della sua età.

Ma Sira rimase immobile e lo guardava con aria di sfida, se avesse potuto lo avrebbe schiantato volentieri sul muro; quel paragone per lei era inopportuno.

Quell'uomo non doveva permettersi di fare quei commenti su di lei, Sira non era quel tipo di ragazza che si pavoneggiava delle sue doti, lei era una ragazza seria, una caratteristica che non apparteneva a suo padre.

Il professor Piton in quello sguardo, vedeva la sua compagna di scuola, Marlene Mckinnon.

L'uomo conosceva la madre della ragazza, ma in rare occasioni le parlava.

In quel momento, al professore, parve di vedere quel viso pallido, incorniciato dai capelli biondi di Marlene.

L'uomo però fece finta di niente, e la scrutò con un sopracciglio alzato, ed estrasse la sua bacchetta dalla manica e la strinse in un pugno deciso e lentamente la puntò verso di lei.

Sira strinse le punta bracciolo della sedia ed immediatamente le sue nocche sbiancarono.

Si è incazzato di brutto.

Pensò la giovane, e un rivolo di sudore scorse sulla sua fronte andando a finire dietro la schiena.

"Signorina Black, sto per usare su di lei la legilimanzia, lei deve contrastarmi, deve chiudere la mente in modo tale da contrastarmi, preparati!"

Sira sgranò gli occhi, e strinse i denti.

Non sono pronta, no no, voglio andare via!

Ma Sira non poteva andarsene, anche se la paura si stava impossessando di lei lasciando andare via la determinazione e la decisione.

Il professore colse il timore negli occhi della giovane, ma non per questo si tirò indietro.

"Legilimens!"

Sira sentì immediatamente un dolore alla testa, vedeva tutti i suoi ricordi raccolti in un turbinio di emozioni, e il professore li stava guardando tutti; stava spiando i suoi segreti più profondi e questo non doveva accadere, nessuno doveva vedere quelle immagini, preferiva dimenticare piuttosto che metterli in luce.

Passarono minuti o ore, e l'uomo era ancora negli strati delle sue emozioni, non sapeva in che modo impedire la visione al pozionista.
E piangendo sperava che tutto svanisse all'istante!

Il professore, dal suo canto, non aveva intenzione di fermarsi, continuava ad esplorare e più andava avanti e più si rendeva conto, che forse Sira, per quella sera non avrebbe combattuto.

Sira strinse le spalle e cercò di trattenersi dal non singhiozzare, ma con scarsi risultati, doveva cacciarlo via e subito!

Non si sarebbe mai perdonata, di non aver lottato per quella causa tanto importante e fu così che, anche se il suo viso era rigato di lacrime di dolore, ella si alzò in piedi e strinse le nocche; infilzando le unghie nei palmi delle mani, ed immaginò un muro che copriva i ricordi, una barriera esile ma in grado di tenere fuori il professore.

"Esca immediatamente dalla mia testa!" Esclamò con un ringhio, e così dicendo, Sira lo buttò fuori.

L'uomo fu respinto con furia dalla mente della giovane andando a sbattere con la schiena alla scrivania, mentre Sira cadde per terra a faccia in giù con la testa pulsante di dolore e con un tremolio per tutto il corpo.

Piton girò il capo nella direzione della Black, e si rese conto di aver esagerato come prima lezione, ma nonostante ciò lei lo aveva respinto fuori, ma con delle conseguenze.

L'uomo, ancora scombussolato dalla spinta, andò vicino alla ragazza e si inginocchiò prendendola tra le braccia; Sira aveva gli occhi semichiusi e tremava come una foglia, l'uomo le toccò la fronte e scottava, era come lava bollente appena uscita da un vulcano in eruzione.

"L'ho sforzata troppo, ma in compenso è riuscita a buttarmi fuori" disse tra sé e se il pozionista.

Sira aprì gli occhi, aveva la vista un po' offuscata ma riuscì a distinguere i lineamenti duri del viso del suo insegnante di pozioni.

"Professore, la testa...tanto male" disse in un sussurro, ed anche se le parole erano sconnesse, l'uomo riuscì a capire cosa lei intendeva.

Così senza degnarle alcuna parola, Piton la sollevò di peso, e con un movimento della mano, trasfiguró la sedie in un divano e l'adagió delicatamente su di esso, facendo attenzione a non muoverle troppo la testa.

Piton lasciò la ragazza, recandosi allo scaffale delle pozioni e prese due ampolle, una conteneva una pozione rilassante l'altra conteneva una per il mal di testa.

Il professore strinse le ampolle tra le mani e si recò, nuovamente, dalla ragazza, inginocchiandosi davanti a lei.

Prese l'ampolla con il contenuto rilassante e la stappó, alzò di poco la testa di Artemid e gli portò la boccetta alle labbra, lei, senza obbiettare, bevve l'intruglio e fece la stessa cosa anche con la seconda boccetta.

"Bevi, attenuerà il  tuo dolore" disse Piton allontanando la boccetta, ormai vuota, dal viso della giovane.

Sira, girò la testa verso il professore, che era intento a richiudere le ampolle "professore" lo chiamò con un filo di voce.

L'uomo, al suo appello, alzò di poco il capo incrociando lo sguardo stanco di Artemid.

"Per favore, non dica a nessuno di quello che è accaduto questa sera, neanche ad Harry, se mio padre lo venisse a sapere, farebbe il pazzo"

L'uomo fece un cenno di assenso con il capo "quello che succede in questo ufficio, rimane in nell'ufficio, signorina Black"

La ragazza tirò un sospiro di sollievo "grazie, professore, grazie per tutto quello che sta facendo per me.

Io... l'ho giudicata male in questi anni, credevo che fosse una persona di cui non ci si può fidare, ma non è così" sibilò Sira ad occhi chiusi, ma se ella lo avesse guardato in viso, avrebbe scorto un espressione di stupore.

Nessuno studente aveva mai osato pronunciare quelle parole per lui, ed era stata la figlia di Black, un uomo che lui disprezzava.

Era talmente abituato all'indifferenza delle persone che ormai non  faceva più caso alla gentilezza.

Non gli interessava.

Preferiva essere solo, lontano da tutti rinchiuso in quei freddi sotterranei, lui e le sue pozioni.

Voleva dire tante cose a quella ragazza, che ora giaceva su quel divano, stanca e infreddolita.

Ma l'uniche parole che uscirono dalle sue sottili labbra furono "è meglio che ti riposi, Black, risparmia le forze"

Buongiorno popolo di Wattpad e fan di questa storia, spero che questo capitolo vi piaccia, l'ho scritto in due giorni.

Purtroppo non ho potuto pubblicare prima perché in casa ho i muratori quindi sono impegnata, infatti spero che non vi sorprendiate che qualche volta pubblico di notte, ma sono sicura che capirete.

Ovviamente fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, è brutto, bello insomma ogni vostra opinione per me è sacra, e vi ringrazio tanto per le 144k a cui siamo arrivati alla prima parte Ei figlia di un prigioniero e per le 13,7k che sta avendo questa storia.

Quindi vi mando un super abbraccio e un bacio per questo traguardo ciaooo💋💋💋💋💋❤❤

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora