A new friend

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A new friend

I hate this town, is so washed up

Mi cambio in fretta e poi vado verso l’ufficio di Travor, busso tre volte come da contratto e attendo la sua risposta, apro la porta e rimango sorpresa del fatto che assieme a Travor ci sia anche una ragazza che avrà la mia stessa età.

Anche lei hai i capelli scuri come i miei, ma ricci, gli occhi color verde-nocciola contornati da uno spesso strato di matita nera, è anche più alta di me ed è anche tanto carina. Strano che Travor l’abbia presa.«Eccola, la nostra Brooklyn! Accomodati pure qui, affianco a Fortune»

Mi siedo affianco alla bella ragazza e le porgo la mano in segno di piacere, lei ricambia presentandosi «Allora, come dicevo prima a Fortune, Brook, lei sarà la nuova ragazza che condividerà con te il palco, quindi mi aspetto che tu la istruisca al meglio e che te ne prenda cura. Non ha mai fatto nulla di tutto ciò e ha bisogno di qualcuno che le insegni il mestiere»
Perfetto, anche da maestra alla novellina devo fare! Non è giusto, a me nessuno ha mai insegnato niente, mi sono sempre arrangiata. Guardo Travor contrariata e lui mi fa capire che se non lo faccio perderò il posto.«D’accordo, penso di aver detto tutto. La affido a te Brook. Falle vedere dove sono i camerini, spiegale tutto per bene insomma. Ci vediamo dopo. Fortune, se sarai abbastanza brava ti prendo questa sera stessa»

La novellina sorride compiaciuta e io le rivolgo uno sguardo pieno di disapprovazione, come fa a piacerti un lavoro del genere mi domando.Usciamo dall’ufficio di Travor e ci dirigiamo verso gli spogliatoi

«Ascolta novellina, io non ho intenzione di farti la balia quindi vedi di imparare in fretta e non farmi finire nei casini perché io ho bisogno di questo lavoro. Intese?» la aggredisco

«Allora, io non ho intenzione di farti finire nei casini e tantomeno di farti perdere il posto perché so che ti serve almeno tanto quanto serva a me, quindi non c’è bisogno che mi attacchi così, non ti ho fatto nulla!» mi risponde a tono la ragazza, e ne rimango particolarmente stupita, questa ragazza ha carattere.«D’accordo, forse sono stata un po’ dura con te, ma ti avverto, non fare passi falsi» Lei annuisce e ascolta con interesse tutti i miei consigli per fare buona impressione su Travor e sul pubblico in generale, dopodiché insisto affinché mi osservi mentre fa il suo numero così da imparare più velocemente. Pochi minuti dopo la fine delle mie spiegazioni saliamo sul palco e diamo inizio al nostro spettacolo, sono carica e voglio dare il meglio di me stessa questa sera; Fortune apprende in fretta e copia quasi sincronizzatamente ogni mia mossa, siamo perfettamente coordinate. Incrocio lo sguardo di Travor che, con mia grande sorpresa, mi alza i pollici. Gli “spettatori” rimangono davvero colpiti dalla coordinazione di me e Fortune e dal numero che ho ideato per questa sera; semplice, ma efficacie a vedere le espressioni coinvolte dei presenti, nemmeno Travor ha staccato gli occhi da noi. Devo ammettere, controvoglia, che sia davvero brava a fare la strip girl per essere la sua prima volta; Travor sicuramente le farà firmare il contratto questa sera.Rivolgo ancora uno sguardo veloce al pubblico e intravedo l’uomo dell’autobus con i capelli brizzolati che è intento a squadraci dal capo ai piedi con libidine che mi fa perdere quel poco di stima che mi è rimasta negli uomini. Soddisfatta del mio numero e di aver, finalmente, qualcuno con cui condividere quello schifo concludo lo spettacolo e poi mi porto la novellina in spogliatoio.«Sei stata molto brava, impari in fretta.» mi complimento e lei arrossisce.

«Grazie»

«Allora ci vediamo domani, per le 22 devi essere pronta.» mi raccomando mentre mi rivesto.

«Oh sì, certamente» dice annuendo e fissando la mia t-shirt senza però dir qualcosa. Questo mi mette abbastanza in imbarazzo.

Esco dal locale, vado sul retro per fumarmi un’altra cicca prima di tornarmene a casa quando vedo Fortune raggiungermi

«Sigaretta?» le chiedo porgendole il mio pacchetto

«Oh no, grazie. Io non fumo» mi risponde, non rimango sorpresa.«Capisco. Come mai hai deciso di fare questo lavoro? Se posso permettermi» chiedo curiosa«Beh, i miei mi hanno cacciata di casa per un motivo abbastanza idiota e sono andata a stare dal mio ragazzo e i suoi amici, ma lui non può mantenermi e quindi ho chiesto un po’ in giro e mi hanno detto che potevo trovare lavoro qui.» mi risponde timidamente rigirandosi tra le dita una ciocca di capelli«Ahn, non ti avevano detto che genere di lavoro fosse, suppongo» faccio rimanendo con lo sguardo fisso nel vuoto «No a dire il vero, ma sono contenta lo stesso perché ho già firmato il contratto, infatti ci tenevo a ringraziarti per avermi aiutato» mi dice rivelando un sorriso a trentadue denti «Oh, figurati. Era da tanto che aspettavo qualcuno con cui condividere quella merda» continuo fredda, questa ragazza avrebbe potuto trovare di meglio «Non mi pareva tanto male, anzi è divertente»

«Non sai quello che dici, ragazzina»

«Ragazzina? Avremmo le stessa età, ma chi ti credi di essere!» mi risponde acida

«Penso sia meglio che tu te ne vada. Questo non è il posto più adatto per una novellina» continuo sarcastica

«Stavo solo cercando di fare amicizia dato che mi pare che tu amici proprio non ne abbia! E ti credo anche, con questo carattere»

«Penso sia arrivato il tuo ragazzo» le dico, senza mostrarle quanto le sue parole mi abbiano ferita, indicando un SUV nero intravedendone all’interno un ragazzo al posto di guida e altri due nei posti dietro.

«Per fortuna, ciao!» mi risponde indispettita

«A domani, novellina» la saluto etichettandola

«A domani» mi risponde correndo in contro al ragazzo col SUV chiamandolo per nome, mi par di aver capito si chiami Zacky, e agitando il braccio destro.Finisco la sigaretta e mi dirigo lentamente verso casa, mi piace la notte anche se mi incute terrore, la città a quest’ora è sempre così silenziosa.

Arrivo a Bloodsquare, il quartiere è sveglio. Passo vicino ad un vicolo, mi offrono droga, rifiuto cortesemente continuando per la mia strada, mi chiedono quanto chiedo per un’ora, rispondo di non fare quel lavoro e per fortuna mi lasciando in pace, fin troppo tranquillo. Saluto quelle persone che ormai mi sono note e che frequentano assiduamente il quartiere a quest’ora della notte.Volto lo sguardo per guardarmi attorno, questo posto è il degrado, mi accorgo della stessa auto che avevo intravisto dal locale la mezzora prima. Così la novellina abita a Bloodsquare.

Peccato che già mi odi, sarebbe stato bello avere almeno qualcuno con cui parlare o fare la strada, ma devo solo autocommiserarmi per lo schifo di carattere che mi ritrovo. Uno sparo. Un urlo disperato. Sangue. Il terrore si propaga in me.

Corro velocemente verso l’appartamento, salgo le scale con una velocità che non mi appartiene, tremo come una foglia, non riesco nemmeno ad infilare le chiavi nella serratura per via del tremore e del panico che si fa spazio dentro di me. Dopo vari tentativi e imprecazioni riesco ad entrare in casa e a serrarmici dentro definitivamente.Sono ancora terrorizzata, lo sparo è avvenuto a pochi metri da dove mi trovavo; non mi abituerò mai alla criminalità di Bloodsquare.

20 sigaretteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora