Sorry

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Non ricordo nulla di quella mattina dopo la perdita di conoscenza. Mi risvegliai per l'ennesima volta nel mio letto, ma questa volta sola. Nessuno chiamava il mio nome, nessuno era lì ad attendere un mio risveglio, nessuno. Nessuno.
Il buio si aprì un varco nel mio corpo stanco e debole. Continuai a sentirmi come se non valessi nulla, come se fossi un fardello per coloro che mi stavano accanto, cercai di convincermi che non era così, mi ripetei che era la malattia a parlare, che io sarei stata più forte, ma lei strillava ed io ero troppo affranta per contraddire.
Dopo svariati minuti mi alzai, il silenzio era diventato fin troppo rumoroso. Uscii dalla stanza e non trovai nessuno, la casa era deserta. O almeno lo credevo.
Con passo stanco mi trascinai in sala, non fiatai, non c'era nessuno. Percorsi il lungo corridoio finché non trovai un biglietto attaccato alla specchiera, mi stropicciai gli occhi e cercai di mettere a fuoco la grafia disordinata e scomposta sul biglietto.

SAI DOVE TROVARCI, SCUSA

Scusa? Ma che cazzo vuol dire?
Mi grattai la testa tenendo il foglietto nella mano libera rigirandolo e cercando di capire se ci fosse qualche messaggio subliminare. Non trovai nulla. Nessuno è così maniacale come te mi sussurrò la vocina nella mia testa. Fanculo.
Vagai per il corridoio raggiungendo la cucina alla ricerca di qualcosa per venir a capo dell'enigma. Niente.
Squillò il telefono di casa. Sussultai. Chi poteva essere?
Dopo il terzo squillo mi decisi a rispondere

- Pronto? - mugugnai con la voce tremante ed ancora assonnata

- Brooklyn Armstrong? -

- Sì, chi parla? - avvertii il sangue ghiacciarmisi nelle vene

- Ospedale di Huntington Beach, lei risulterebbe ricoverata presso il nostro centro -

Fregata

- Ehm, sì, ma sono già in cura verso un altro centro sanitario - mentii - non ho bisogno di essere ulteriormente ricoverata -

Brook, Brook, da quando sei anche bugiarda

- Ah, capisco. Beh, arrivederci allora signorina Armstrong -
Ma anche no, sinceramente

- A-arrivederci - riattaccai ancora con le gambe tremanti.

Che cazzo faccio ora? Sola, senza un lavoro, anoressica e per di più pure bugiarda!

Mi trascinai a fatica verso il divano, mi accasciai con non curanza ed accesi la televisione in attesa di qualche segno divino. Non capivo nemmeno il senso di tutto ciò.
Travor mi aveva accoltellata, i miei amici mi hanno abbandonata, sono una poveraccia in un quartiere malfamato e non so nemmeno per quanto riuscirò a vivere ancora.

Il tempo sembrava non passare mai, la televisione non dava nulla di interessante finché l'ennesimo dispiacere non mi si presentò.
Sentii lo stomaco brontolare e rimasi ferma a riflettere sul fatto di metter qualcosa sotto ai denti o lasciar che smettesse. Optai per la seconda.
L'incessante pomeriggio passò, ora dopo ora, nella stessa maniera in cui era iniziato con la differenza che iniziai ad avvertire sempre più freddo, dovuto al digiuno. Mi sarei lasciata morire di stenti di questo passo.
Alle 6.39 qualcuno bussò alla mia porta

- Chi è? -

- Polizia, apra subito la porta -

Nascosi il bigliettino nel reggiseno e mi alzai per aprire la porta

- Sì? - chiesi cercando di mantenere un atteggiamento freddo e distaccato sebbene dentro stessi per esplodere

- Conosce questi ragazzi? -
, sono proprio loro qualche anno fa, ne sono certa

- Sì, abitavano qui qualche mese fa, ma poi si sono trasferiti all'estero - mentii cercando di depistarli

- Ne è sicura? -

Annuii

- D'accordo ragazzi, li abbiamo persi, abbiamo avuto una segnalazione sbagliata - disse rivolto ai due colleghi
- Grazie, se le viene in mente altro ce lo faccia sapere -

Ringraziai e richiusi la porta. In che casino mi ero appena cacciata? Mentire alla polizia, ma come mi era saltato in mente?!

Un'idea mi balzò in testa. Dovevo chiamare Fortune ed un vecchio amico di scuola.

Composi il numero di Fortune e aspettai che rispondesse. Uno. Due. Tre squilli. Al quarto rispose.

- Brooklyn! Sei viva? -

- Sì, ascolta c'è una cosa molto importante che devi aiutarmi a fare, quindi presta molta attenzione -

Nota dell'autrice:
Sono rimasta un po' delusa dal fatto che nessuno abbia lasciato qualche commento tanto per farmi sapere se l'ultimo capitolo era all'altezza delle aspettative, spero che qualcuno si faccia sentire perché vi osservo e vedo con piacere le che visite aumentano di giorno in giorno ad ogni modo devo dirvi che mancano davvero pochi capitoli alla fine di questa storia, spero comunque che vi abbia appassionato e coinvolto perché è questo il mio obiettivo.
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20 sigaretteWhere stories live. Discover now