Bugie

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Lo sapevo che mentire a Lele fosse una scelta di merda, le volte in cui lo avevo fatto era andato tutto a puttane, ma non potevo fare diversamente. Non potevo andare contro una richiesta personale di Diego: era la sua vita, non la nostra. 

Mi alzai dal letto con la testa piena di pensieri, lasciandolo lì, stretto fra le lenzuola. Non volevo svegliarlo, la notte prima eravamo andati a letto tardi e, in realtà, scappavo da quella messa in scena che avevamo tirato sù. 

Non so perchè Diego non volesse parlargliene, gli aveva sempre detto tutto e mi era sembrato strano quando, qualche pomeriggio prima del trasloco, aveva avvicinato me e Gianmarco per parlare.

Flashback

Stavo impacchettando un cartone dopo l’ennesimo battibecco. Non avevo voglia di fare quel fottuto trasloco, ma ero stufo di sentire urlare addosso e di litigare. 

D: “Tanche, posso parlarti?”

Sobbalzai sentendo la voce di Diego alle mie spalle.

T: “Vaffanculo, mi hai fatto prendere un colpo. Comunque sì, puoi parlarmi, sempre meglio che chiudere sti scatoloni”

D: “Chiamo un secondo Gian, va bene?”

T: “Devo chiamare Lele? Penso stia facendo un riposino, sta notte col temporale è stato un incubo”

D: “No, tranquillo, solo voi due”

Annuii senza farmi troppe domande. Probabilmente voleva fare qualche sorpresa o scherzo al mio fidanzato ed era normale che non dovesse essere lì.

Quando tornò poco dopo, accompagnato dall’altro ragazzo, mi accomodai su una sedia senza dire nulla. Era lui a dover parlare no?

D: “Uhm...Non so se resterò in Chill..per molto”

G: “Cosa cazzo dici?”

D: “Non penso possa essere il luogo giusto per me, per la mia musica, per il mio futuro. Voglio scrivere, dedicarmi a quello”

Lo guardai con gli occhi letteralmente sbarrati e senza proferire una parola. Sapevo perfettamente perchè lo stesse dicendo a noi e non a lui.

G: “Allora cosa cazzo stiamo traslocando a fare? Sto cazzo di progetto, tu prendi e vai?”

D: “Non è una cosa definitiva, ho bisogno di tempo per pensare”

Vidi Gian rilassarsi: sapeva di aver esagerato con quella risposta, ma non gli davo tutti i torti. Quello doveva essere uno degli arrivi, una delle prime mete raggiunte e lui...se ne andava?

G: “Scusa, non voglio obbligarti a fare cosa non ti senti, mi sembra solo molto egoista”

D: “Lo so, per questo ho detto che devo pensarci. Magari è solo il momento, solo il trasloco e tutto il trambusto, ma ci tenevo a dirvi che ci sto pensando”

T: “E quindi a lui non lo dici?”

Non avevo detto ancora nulla, ma quella domanda dovevo fargliela.

D: “Non voglio parlarne nè litigare, Tancredi”

T: “Invece dobbiamo farlo. Pensi che dicendoglielo quando prenderai la tua fottuta decisione andrà bene, mh? Poi tanto ci sono io a raccogliere i fottuti pezzi, mica tu”

D: “Non è come pensi..”

T: “Non è come penso? Per quale cazzo di motivo non è qua? Sentiamo”

D: “Non voglio ferirlo, non voglio dirgli una cosa che magari nemmeno farò, non voglio ora che è felice”

T: “Sappi che non ho intenzione di reggerti questo teatrino a lungo”

Non dissi più nulla uscendo dalla stanza e sbattendomi la porta alle spalle. 

Fine Flashback.

 L: “Tutto okay?”

Non mi ero nemmeno reso conto che si fosse svegliato. Quanto ero stato fermo a pensare? Stare con Emanuele mi faceva male, assolutamente.

T: “Sìsì, tutto ok, stavo solo  pensando a cosa dobbiamo fare oggi”

L: “Dobbiamo fare qualcosa? Sono stanco, ho solo voglia di stare nel letto”

T: “Dovremmo fare qualche video, ma se non ti senti bene, rimandiamo a domani”

L: “No, davvero, facciamoli. Sono solo stanco, non è nulla”

Lo guardai e sapevo che mi stesse mentendo, ma chi non lo stava facendo in quel momento?

T: “E’ per ieri sera, vero?”

Lo vidi annuire. Come potevo dargli torto? Non era stupido e sentirsi tagliato fuori e all’oscuro di qualcosa, non era mai bello, soprattutto se a mentirti erano i tuoi due amici più stretti e il tuo ragazzo.

T: “Ti fidi di me?”

L: “Certo che mi fido, ma non voglio bugie”

T: “Sai che odio mentirti, ma non posso parlare della vita privata di un’altra persona quando mi è stato chiesto di non farlo”

L: “Perchè non dovrebbe dirmelo?”

T: “Devi fidarti di cosa ti dico, okay?”

L: “Non finisce mai bene quando mi racconti le bugie”

Non potevo che dargli ragione, quando mentivo finivamo sempre divisi.

T: “Mettila così, non è una cosa che riguarda noi due”

L: “Me lo auguro o davvero ti spacco la faccia”

T: “Vieni in braccio, coglione”

Ridacchiai aprendo le braccia e sentendolo subito sedersi sulle mie gambe. Meritava di essere amato, anche se quella situazione mi metteva a disagio.

 L’affetto lo aveva sempre fatto. 

Someone’s note 

Ciao a tutti ed eccoci qui, pure a Pasquetta. 

Grazie di leggermi, commentata e che gli anticorpi siano con voi. 

Someone

Futuro per i Tankele//Part ThreeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora