Capitolo 2 "La Pivellina"

269 16 2
                                    

"La Radura...." Ripetei

"Sì, la Radura" Ripetette lui

Quanto tempo era passato dentro questa gabbia? 20 minuti? O mi ero addormentata?
Fatto sta che piano piano mi girai e vidi il cielo completamente buio.

"Caspio, devo aver dormito parecchio" pensai "Aspetta, Caspio? E che significa?"

Mi sorpresi di quella parola ma feci finta di niente; cercai di convincere il ragazzo a farmi uscire, e ad ogni mia parola si convinceva sempre di più finchè rispose:

"Mi dispiace, ma non posso, l'adunanza è ancora in corso e dobbiamo decidere la tua punizione, sai qui abbiamo delle regole"

Detto questo se ne andò e io rimasi sola con le mani attaccate alle sbarre e il buio come unico amico.

Dopo poco mi venne in mente un'idea, io avevo ancora il coltello in tasca di quella mattina, così lo presi e piano, piano, con difficcoltà tagliai quelle specie di sbarre, fatte di paglia e legno.

Ci volle molto più del previsto, ma riuscii ad uscire senza problemi,
l'unica cosa a cui dovevo stare attenta, era non farmi sgamare da nessuno di quei tizi.

Corsi verso l'apertura tra quei muri imponenti, ma non c'era...era come se fosse sparita nel nulla.

In preda al panico incominciai a tastare la pietra fredda in cerca di un passaggio segreto, come quelli che si vedono nei film.

Ecco, come mai mi ricordavo dei film con un passaggio segreto ma non con chi li avevo visti?

Era inutile, ero destinata a vivere in quel posto chissà per quanto tempo in più con degli sconosciuti che mi ha tenuta in una piccola prigione!

Feci dei respiri profondi ma non appena mi voltai una voce mi chiamò:

"Dove vai?"

Mi girai rigidamente e vidi un ragazzo con i capelli molto ma molto chiari, squadrarmi da capo a piedi con uno sguardo strano.

"Che vuoi?" Chiesi alzando la testa

"Dovrei chiederlo io a te, visto che hai rotto la gattabuia e sei scappata"

Il ragazzo si avvicinò sempre di più a me, fino a sentire il suo fiato sulla mia testa.

"Piacere, Zart" disse lui porgendomi la mano

Mi allontanai di 2 passi da lui e allungando la mano provai a dire il mio nome

"Mi chiamo...ehm..."

"E adesso quale accidenti è il mio nome!" Pensai in preda al panico

"Non te lo ricordi? Fa niente, tra un paio di giorni te lo ricorderai."

Distolese lo sguardo da me e lo posò al grande edificio malmesso fatto di legno, alle mie spalle.

"Dovresti scappare, si sono accorti che hai rotto la gattabuia e di certo tra un po' ti troveranno" disse sempre lui con quel tono calmo quasi fastidioso

Mi voltai verso la struttura traballante, e in effetti dei ragazzi con delle torce(fatte di bastoni e fuoco) mi stavano cercando urlando alcuni Fagiolina ed altri Pivella.

Decisi di consegnarmi visto che ormai era del tutto inutile scappare, si, la radura era uno spazio immenso ma pur sempre circondato da delle mura e nel giro di 2 giorni sarei morta di fame e di sete.

Il ragazzo che aveva detto di chiamarsi Zart se ne era andato da un bel pezzo e i ragazzi che mi stavano cercando, si erano gia avvicinati abbastanza da riuscirmi a vedere.

Camminai verso di loro in modo calmo e mi misi a vedere ognuno dei loro visi che lanciavano occhiatacce.

"Hai infranto 3 regole in un solo cacchio di giorno" Disse il ragazzo biondino dal viso angelico

"Beh, sono brava a infrangere le regole" Dissi scherzando

"Se vuoi restare, allora dovrai seguire le regole se no ti buttiamo fuori Pive" disse aggressivamente il ragazzo che avevo ferito quella stessa mattina

Detto questo, quest'ultimo ragazzo, mi prese in braccio e mi tirò con forza verso gli altri

"Adesso anche se è sera tu farai l'adunanza con noi, ti meriteresti di essere sbattuta fuori!"

All'inizio non mi fece male tirandomi, fa poi quando mi tirò per la seconda volta, mi fece molto male.

"Ahia, lasciami" Ribattei io

"No!"

"Gally lasciala, adesso è tardi, vedremo domani" questa volta a parlare fu Alby, il capo.

Cercai tra i visi dei ragazzi, il ragazzo dai lineamenti asiatici e gli occhi nocciola che questa mattina mi era piombato addosso, cercando di fermarmi, ma non c'era, inoltre tra 50 ragazzi, solamente 5 mi stavano cercando.

Quel ragazzo, Gally, mi lanciò l'ennesima occhiataccia per poi prendermi il polso e tirarmi verso un'amaca, lasciandomi lì da sola.

Cacciai un sospiro di solievo e cullata dal dolce vento della notte le mie palpebre si chiusero e finalmente mi addormentai

Maze Runner: La prima Velocista (Libro)Where stories live. Discover now