Capitolo 9: "L'allenamento"

193 15 2
                                    

Andai a dormire quasi subito, lasciando tutti gli altri radurai al falò, mi addormentai.
Sembrò passare neanche 1 minuto che una persona mi svegliò scuotendomi e chiamandomi. Aprii gli occhi,era buio, buio pesto e sgranando gli occhi non riuscii a riconoscere la figura.

"Chi sei?" Chiesi ancora assonnata

"Alzati, ti ricordi l'accordo di ieri?"

Era sicuramente Minho, oltre per avermi ricordato l'accordo di ieri, ma anche perchè quella voce ce l'aveva solo lui.

"Che ore sono?"

"Le 4 e 5 minuti" Rispose tranquillo

"Cosa! Lasciami dormire" Protestai

"Oh, mia cara T/n allora non mi resta che andarlo a dire ad Alby"

Le mie gambe si mossero da sole facendo uno scattò per riuscire a fermarlo.

"Vabene, però fammi almeno fare una doccia ti prego"

"Infatti per questo ti ho svegliato alle 4, domani ti sveglierò alle 6, e adesso muoviti"

Corsi a malavoglia verso le docce, grazie a Dio non c'era nessuno, così ne approfittai ed andai a prendere gli asciugamani.

Entrai nella doccia, chiusi la porta, rigorosamente di legno, e aprii il rubinetto, un ondata di acqua gelida mi penetrò tutto il corpo. Per poco non urlai ma dei lamenti ci furono.

Sentii Minho dire in lontananza

"Ti lascio qui i vestiti che sono arrivati nelle provviste, sono della tua taglia"

Poi se ne andò e mi lavai e rivestii di fretta; si erano fatte le 5 ed io ero già pronta per l'allenamento con Minho. Aveva in una mano un coltello e l'altra mano era fasciata con delle fasce.

"In cosa consiste questo allenamento?" Chiesi già scocciata

"Scegli, coltello o pugni"

"Pugni"

"Bene, prima regola, devi combattere come se fossi un tuo nemico, non un tuo amico perchè noi non siamo amici, regola numero 2 smetteremo di allenarci fino a che non sarai stremata al suolo" Mentre spiegava queste regole camminava avanti e indietro con le mani dietro la schiena.

Lo sguardo autoritario, le spalle larghe, i lineamenti facciali che si intravedevano dalla poca luce del sole che si stava innalzando, lui. Sembrava un comandante, che sta spiegando al suo esercito cosa fare.

"Adesso, possiamo incominciare"

Mi guardò con uno sguardo minaccioso prima di attaccarmi, dandomi un pugno sul braccio, non avevo mai dato pugni a delle persone, o meglio non credevo di averlo fatto, cosi provai a dargli un calcio sulla gamba. Poi rincominciò, più veloce e carico di prima, sferrando pugni a destra e a manca nella speranza di colpirmi. Più o meno riuscii a schivarli tutti, tranne qualcuno che mi arrivò sulla tempia, sulla guanca e sulla spalla. Si interruppe di colpo.

"Avanti T/n! Non devi schivarli, devi contrattaccare!"

Questo incoraggiamento non stava funzionando, infatti non riuscivo a colpirlo ed ero già stanca morta. Mi accasciai al suolo, sedendomi sull'erba della radura per poi stendermi completamente.

"Basta, hai vinto tu" dissi stremata

"Spero che tu non ti voglia arrendere così"

"Tu sei più bravo di me, e più forte, non riesco a tirarti un pugno se devo provare anche a schivarlo"

"Rialzati, riproviamo!"

Non c'era verso di far cambiare idea a Minho, perchè se ci provavo lui mi minacciava di andarlo a dire ad Alby.
Mi rialzai con fatica e mettendomi in posizione di difesa aspettai che lui facesse la prima mossa.

Minho non si mosse. Rimase con le braccia lungo i fianchi, aspettando che io facessi la prima mossa. Presa dal panico corsi verso di lui e gli sferrai un pugno sulla mandibola, tanto che cadde a terra con un aria molto sorpresa.

"Wow, Pivella stai imparando" Si rialzò con un sorriso a 32 denti

"Ancora, colpiscimi di nuovo" Disse lui

Annuii e feci come mi disse lui, però sta volta lo colpii allo stomaco, facendogli emettere un grugnito di dolore bello forte. Mi dispiaceva per Minho, ma era lui a volerlo. Non diedi altri pugni per vedere la sua reazione a tutto ciò. Era una trappola. Era una trappola per distrarmi e farmi attaccare senza problemi. Mi tirò un pugnò nello stomaco, cosa dolorosissima e rincominciò a sferrare pugni con forza.

Riuscii a schivarli e a contrattaccarli meglio della prima volta. Passò una mezz'oretta, finchè tutti e 2 ci stancassimo di darci pugni e calci, lui era pieno di lividi, mentre io no, non ce ne avevo, almeno per ora.

"Benissimo, Pivella, adesso dobbiamo usare i coltelli" disse lui lanciandomene uno.

Per poco non lo presi dalla lama, con il rischio di tagliarmi. Corsi subito verso di lui e lo sfiorai all'addome, provocandogli un piccolo taglio.

"Stop!" Sbotto lui

"Con i coltelli non dobbiamo farci male, per finta dobbiamo combattere, mi hai già tagliato, ricominciamo!"

Ci allenammo con i coltelli per un bel po', finchè non mi sedetti a terra, obbligandolo a smettere di allenarci per oggi. Avevo tagli e taglietti ovunque, sia per colpa di Minho, sia per colpa mia. Mi porse la mano per rialzarmi e io di malavoglia la presi.

"Ci siamo allenati per 1 ora e 30 minuti" borbottò lui

"Dopo di questo ho bisogno di un altra doccia" sbuffai

"Mi dispiace, dovrai attendere fino a stasera, ci si vede Pive" detto questo corse via e io rimasi da sola al centro della radura mentre il sole incominciava a mostrare i suoi primi raggi splendenti.

Spazio autrice:
Grazie a tutti per le 300 visual, sono molto contenta che la storia vi stia piacendo, riusciamo ad arrivare a 25 visual per questo capitolo?❤

Maze Runner: La prima Velocista (Libro)Where stories live. Discover now