Capitolo 11.

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-Sai bene quanto ti amo vero? Non potrei mai farti una cosa del genere.-

Mormora Louis prendendomi il viso tra le mani. Io sospiro frustata.

-Era così convinta di poter far colpo su di te, di nuovo. Ho paura chr faccia qualcosa di brutto.-

Ammetto poggiando i palmi sulle mani di Louis. Lui sorride facendo sfiorare le nostre labbra.

-Nulla mi porterà via da te, Madison, lo sai bene.-

Dice semplicemente, facendomi sorridere. Lo abbraccio, mentre lui ricambia, tenendomi ben salda tra le braccia. Sono così felice adesso, ed ho così paura.

-Nemmeno io me ne andrò Lou. Lo prometto.-

Mormoro baciandolo e lui ricambia con trasporto, fino a che non veniamo interrotti da un piccolo colpo di tosse. Mi volto di scatto, incrociando gli occhi infuocati di mia madre e sento Louis gelarsi.

-Madison cara, puoi venire un momento con me?-

Chiede lei cercando di mantenere un tono di voce neutro, ma è irritata e molto.

-Non senza lui.-

Dichiaro fredda, mettendomi davanti a Louis. Lo sento sospirare alle mie spalle, rassegnato.

-Vai, piccola. Io vado dagli altri.-

Dice semplicemente, dandomi un bacio sulle labbra e passando accanto a mia madre, guardandola in cagnesco. Non appena varca la soglia dell'edificio incrocio le braccia sotto al petto.

-Cosa vuoi?-

Sibilo arretrando e portandomi a dovuta distanza da quella donna che si definisce mia madre.

-Louis non fa per te. Guarda che ti sta facendo, ti sta allontanando da me Madison. É questo il suo losco scopo.-

Esclama lei, reggendosi in perfetto equilibrio su un paio di tacchi vertiginosi. Incrocio i miei occhi con i suoi pesantemente truccati e inizio a chiedermi se non sia io la madre. Faccio un passo verso di lei, guardandola male.

-Accetta Louis, Grace, o me ne andrò dalla tua agenzia del cazzo e sappiamo entrambe quanto le vendite siano incrementate dal mio arrivo.-

Dico fredda, sentendola trattenere il respiro non appena la chiamo per nome.

-Non parlarmi così, Madison, sono tua madre.-

Risponde lei stringendo i pugni. Rido, facendola accigliare e so benissimo quanto la mia risata sia falsa.

-Pensi di essere mia madre? Davvero, Grace? Non sono tua figlia, sono il tuo burattino!-

Urlo letteralmente, ridacchiando. Lei fa per parlare ma alzo le mani per fermarla.

-Da quando avevo dieci anni, non hai fatto che comandarmi ad essere come te. Ma io non voglio diventare come te, neanche in un altra vita. Quale madre non accetta la felicità della figlia solo per subdoli scopi personali? Quale madre permetterebbe ad una figlia di piangere per le parole che dice al ragazzo?-

Sbotto, sentendo le guance rosse per la rabbia e stringo i pugni, nervosa. Prima che possa rendermi conto sento la guancia bruciare e vedo mia madre guardare la sua mano tesa come se non fosse stata lei a comandarla, ma si riprende subito, guardandomi con freddezza.

-Solo perché preferisco Logan a Louis, perché so che quel ragazzo ti farà soffrire, non hai il minimo diritto di parlarmi senza rispetto.-

Sibila lei, tenendo una postura alta mentre porto una mano alla guancia calda e bruciante. Sono stupita dalle sue azioni, non mi ha mai colpita in viso, si è sempre limitata alle punizioni che arrivavano di rado perché mai avevo provato a ribellarmi alla sua possessività. Ma ora ero stata colta alla sprovvista e sentivo gli occhi pizzicare dal dolore, era stato forte, forse troppo.

Wherever you are (Sequel 92 days)Where stories live. Discover now