Capitolo 16.

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Madison's point of view.

Accarezzo lentamente la fronte imperlata di sudore di Lou e gli poggio un'asciugamano bagnato su di essa, cercando di abbassare la temperatura del suo corpo. Continua ad agitarsi quando sente il freddo dell'acqua, ma lo tengo fermo mentre tiro sul col naso. Perché è venuto qui? Gli accarezzo una guancia prima di poggiare la testa sul suo petto coperto dal maglione. Gioco con uno dei fili del pullover mentre sento il suo cuore battere contro la cassa toracica e riversarsi come linfa vitale nel mio orecchio. Non c'è niente da fare, lo amo da morire e lui mi ama o di me non se ne sarebbe più fregato.

-Madison..-

Si lamenta dopo un po' aprendo leggermente gli occhi. Io mi alzo di scatto, diventando rossa in viso.

-Lou io.. scusa. Ti prendo un'aspirina.-

Mormoro con le guance infuocate mentre scappo letteralmente dal divano, imbarazzata da un ragazzo che ormai sa tutto di me. Sospiro poggiando le mani sul lavello e poi prendo un bicchiere d'acqua, versando all'interno una bustina di polvere bianca. Giro il contenuto con un cucchiaino e dopo aver gettato l'oggetto nel lavabo torno dal moro che si sta mettendo seduto.

-Stai giù.-

Dico con voce bassa, costringendolo a rimanere disteso e porgendogli il bicchiere. Lui arriccia il naso all'odore ma beve senza fare storie, sicuramente per mandar via quell'odioso e martellante mal di testa che fanno avere i postumi di una sbornia.

-Madison, che ci faccio qui?-

Chiede massaggiandosi la testa e poi di colpo spalanca gli occhi, guardandomi con tristezza. Io abbasso lo sguardo, imbarazzata.

-Qual'è l'ultima cosa che ricordi?-

Chiedo innocentemente, avvicinandomi a lui.

-Di aver avuto un attacco di panico e aver cominciato a bere...-

Sussurra l'ultima parte con un misto di disprezzo ed io spalanco gli occhi.

-A-Attacco di panico?-

Chiedo mordendomi il labbro inferiore mentre lui annuisce, freddo e sento un po' il cuore sgretolarsi.

-Già.-

Risponde lui, evitando il mio sguardo. Io finisco col guardare il pavimento sotto i miei piedi ed evitare lui.

-Hai detto di aver pomiciato con una sai?-

Chiedo retoricamente e a disagio, grattandomi le braccia. Louis sospira, guardandomi con sguardo distrutto.

-Non era mia intenzione.-

Borbotta massaggiandosi le tempie e chiudendo un po' gli occhi. Io annuisco impercettibilmente.

-Lo so, in fondo è stata tutta colpa mia.-

Sussurro sentendo il groppo salire di più per la gola, potrei iniziare a piangere da un momento all'altro.

-Almeno lo sai.-

Sbotta guardando il soffitto. Schiocco le dita delle mani, facendolo aggrottare la fronte in disapprovazione.

-Scusa.-

Sussurro debolmente. Lui si volta a guardarmi, probabilmente non mi ha sentita.

-Scusa, io non so cosa mi sia passato per la testa.-

Scuoto la testa mentre mi porto una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio, sospirando.

-Prego.-

Sbotta, di nuovo freddo. Un brivido mi percorre la schiena al suo distacco e non posso che maledirmi ancora di più.

-Lou io...-

Wherever you are (Sequel 92 days)Where stories live. Discover now