Capitolo 22.

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Mio Dio, il suo sorriso. Aw, non vi rompo più ahhah. Buona lettura.

-Sei serio Lou?-

Chiesi aggrottando la fronte ed incrociando le braccia al petto. Louis non rispose, continuando a scuotere la carrozzina di Erik per farlo addormentare mentre si sedeva sul divano.

-Rispondimi, dannazione.-

Alzai il tono di voce, facendolo sbuffare. Mi stava altamente irritando.

-Louis William Tomlinson, rispondi immediatamente o giuro che esco da quella porta e non tornerò nemmeno se verrai da me in ginocchio.-

Urlai indicando la porta della casa alle mie spalle. Gli occhi di Louis incontrarono finalmente i miei e vidi un lampo di dolore prima che tornassero normali.

-Che cazzo devo dirti?-

Chiede retoricamente, aggrottando le sopracciglia e facendomi ribollire di rabbia. Lo stavo odiando, non voleva darmi un fottuto ascolto.

-Cosa devi dirmi? Lou ti sto continuando a dire che quel... coso..  non è tuo figlio. Sunny ti sta usando per i soldi. Cazzo credimi.-

Sbotto alzando le braccia verso l'alto. Louis scuote la testa, mordendosi il labbro inferiore indeciso.

-Non può davvero farlo, dai.-

Mormora lui prima di prendere la mano di Erik. Stringo i denti, la rabbia sta aumentando a dismisura e potrei non rispondere più delle mie azioni.

-Sei troppo buono Lou ed io non sono sorda. Quella puttana ti sta usando. Erik non è tuo figlio.-

Urlo in preda alla disperazione, camminando avanti e indietro per il soggiorno.

-Shh.. non lo stai facendo addormentare.-

Mormora lui lanciandomi un'occhiatacccia. Ma che c'ha in testa, i mattoni?

-Oh vai al diavolo Lou.-

Sbotto innervosita uscendo dalla stanza e raggiungendo il bagno. Mi poggio al lavandino, stringendo la struttura tra le mani fino a far diventare le nocche bianche. Alzo lo sguardo verso il mio riflesso.

Sono rossa dalla rabbia e sento le mie guance bollire quando le tocco. Apro l'acqua con un gesto secco, portandomi le mani bagnate sul viso, cercando di calmarmi.

Non può davvero credere che lo stavo facendo per me stessa. Certo, la ragione è quella, ma non è davvero suo figlio.

Sospiro pulendomi il viso vicino ad una tovaglia e sobbalzo quando bussano alla porta.

-Mad stai bene?-

Scuoto la testa quando realizzo che è la voce di Louis quella preoccupata dall'altro lato del legno.

-Ovvio guarda.-

Sbotto ironica ma senza sbloccare la porta. Lo sento sospirare e un rumore sordo mi incuriosisce, deve essersi poggiato alla porta.

-Madison, non è che non ti credo, é solo che è una cosa talmente assurda che non riesco a pensarlo. Perché mi avrebbe cercato tanto solo per dei soldi?-

Chiede lui ed io sospiro tentando di rimanere calma.

-Perché al mondo non esistono solo persone buone, Lou e Erik non è tuo figlio. Come devo dirtelo? In aramaico?-

Chiedo io quasi divertita e mi poggio contro il muro, incrociando le braccia al petto, furiosa.

-È solo che...-

Non continua,lasciando la frase in sospeso. Spero stia scherzando perché potrei prenderlo a pugni da un momento all'altro.

-Louis, devo ricordarti quello che è successo quando hai creduto ad una puttana e non a me?-

Wherever you are (Sequel 92 days)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ