THE NIGHT WE MET

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By Kimando714

La sfortuna lo stava perseguitando, ormai non c'era più dubbio.

Alessio alzò gli occhi al cielo, osservando le sfumature di grigio scuro, plumbeo, nelle quali il cielo era striato. Non c'era da sorprendersi che avesse cominciato a piovigginare da pochi minuti: a giudicare dalla quantità di nuvole cariche di pioggia sopra la sua testa, un temporale sarebbe scoppiato nel giro di poco.

Fu questione di poco prima che fosse costretto ad alzare l'ombrello che fortunatamente quella mattina, prima di uscire di casa per andarsene al lavoro, aveva portato con sé.

Continuò a camminare alla svelta, lungo il marciapiede, zigzagando tra le altre persone che come lui si stavano spostando a piedi da un luogo all'altro di Padova.

"Forse riuscirò ad arrivare a casa prima che la pioggia peggiori" si ritrovò a pensare fiducioso.

La fiducia nella fortuna lo tradì qualche secondo dopo: si trovava in prossimità di un incrocio quando, in un colpo di vento più forte dei precedenti, osservò con i suoi stessi occhi il suo ombrello girarsi improvvisamente, le bacchette girate ora all'inverso rendendolo del tutto inutile.

Imprecò a mezza voce, percependo già la pioggia colpirgli la pelle del viso, mentre cercava invano di risistemare l'ombrello.

Si dichiarò sconfitto in meno di un minuto.

Forse, in fin dei conti, poteva anche non considerarsi sfigato – almeno non del tutto- come aveva creduto quando si era ritrovato senza un ombrello funzionante sotto una pioggia che stava diventando sempre più forte. Se fosse successo in una strada secondaria, senza posti dove potersi rifugiare nel lasso di tempo in cui il temporale si sarebbe calmato, sarebbe stata di gran lunga peggio.

Era riuscito a infilarsi in fretta e furia in un bar poco distante dal luogo del suo incidente. Ci si era buttato dentro a capofitto, tutt'altro che intenzionato a prendersi ulteriore pioggia. Era stata una giornata già sufficientemente pesante, non c'era alcun bisogno di peggiorarla tornando a casa completamente fradicio, possibilmente beccandosi anche un raffreddore.

Varcò la soglia del bar tenendo per il manico il suo ombrello ormai probabilmente deceduto – richiuso in fretta e furia, presumibilmente peggiorando la situazione vitale delle stecche-, rendendosi conto, mentre si guardava attorno, che avrebbe sperato di andarsene il prima possibile.

"Incredibile come sia riuscito a dimenticarmi che giorno fosse oggi".

L'interno del bar era stato tirato a lucido per l'occasione – San Valentino, piuttosto intuibile per tutti i cuoricini che scendevano dai lampadari e le mille altre decorazioni a tema-, e per un attimo Alessio si sentì quasi fuori luogo lì dentro. Si guardò attorno, muovendo qualche passo ma senza una reale meta, cercando di adocchiare almeno un tavolino rimasto libero. Impresa non facile e per niente scontata, perché nonostante non fosse nemmeno già sera inoltrata c'erano già diverse coppiette ad occupare praticamente tutti i tavoli che il bar offriva.

Riuscì ad individuarne uno libero all'ultimo, quando aveva già sfiorato l'idea di uscire e sfidare la pioggia, o magari cercare un altro riparo provvisorio. Ci si diresse a passo svelto, arrivando al tavolino ancora del tutto ignorato che si trovava di fronte ad una delle grandi vetrate del locale; una bella vista sulla strada principale, e sulla pioggia che si stava tramutando in un temporale che di certo sarebbe durato ancora un po'.

Alessio si lasciò cadere sulla sedia del suo tavolo sospirando a fondo, lasciando sul pavimento il suo ombrello ormai inutile.

Era stanco, avrebbe solamente voluto andare a casa, ed era pure finito in un bar pieno di coppiette felici che era proprio quel tocco in più per ricordargli quanto la sua vita, giunta a quel punto, fosse tristemente monotona. Si sentì vagamente patetico.

SaintVals' Anthology 2021Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum