Dieci

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«Vi do mezz'ora, niente di più!» specificò Faye prima di lasciare la stanza libera alla coppietta dagli ormoni impazziti. Prese i libri che aveva lasciato chiusi sulla scrivania una decina di minuti prima e li mise in una borsa di tela, per poi uscire finalmente da quella camera. Non aveva voglia di sentire Dana lamentarsi ancora una volta di quanto avrebbe voluto darci dentro con Garrett e quanto lui avesse deluso le sue aspettative.

Si diresse verso l'uscita del campus nell'area C, che portava su dei giardinetti composti da vari percorsi. Queste stradine private collegavano il campus alla biblioteca e ai dormitori dei più grandi. In poche parole alle casette delle confraternite. Queste erano famosissime nel campus per le loro feste mozzafiato, dove tutti non facevano altro che ubriacarsi e scoparsi l'un l'altro. Probabilmente Faye era l'unica a non aver mai dato libero accesso ad un ragazzo universitario. Prese la strada che portava sulla destra recandosi in biblioteca, doveva assolutamente finire di studiare per la sessione primaverile e non riusciva a farlo se mille persone entravano in camera per distrarla.

Si guardò intorno dando un'occhiata a tutte le persone presenti, le zone studio erano molto ampie e venivano suddivise grazie a delle lunghe librerie di legno scuro, situate sia a sinistra che a destra. In pratica andavano a formare una sorta di quadrato aperto sul lato più vicino ai corridoi mentre questi ultimi, al centro, erano molto spaziosi in modo da non dare fastidio agli studenti seduti ai rispettivi tavoli. Faye decise di sedersi in quello sinistro dato che era più vuoto del solito e dopo aver preparato l'occorrente per studiare, si mise le cuffiette nelle orecchie per non sentire il minimo rumore. Chiuse gli occhi facendo un respiro profondo e non appena una canzone dalla sua playlist lo-fi cominciò a suonare, un frastuono le stonò le orecchie facendola sobbalzare. Era un'interferenza che stoppò immediatamente la canzone, dopodiché qualcuno le parlò attraverso quei piccoli altoparlanti.

«Povera piccola Faye, ancora una volta cerca di dimenticare un lutto..» la ragazza roteò gli occhi guardandosi attorno, «Maggie, che diavolo vuoi? Vattene via!» sussurrò dato che non era concesso urlare nella biblioteca, nonostante molti ragazzi parlassero con un tono normale.. ma Faye ci teneva alle regole. «Insomma... lo hai fatto anche con me al tempo. Ricordi quando dopo una settimana eri già mano nella mano con Dave della lezione di pianoforte? Mi piaceva così tanto!» Faye cominciò a colpire il suo orecchio per cercare di farla andare via, cominciando ad attirare l'attenzione della gente presente al tavolo di fronte al suo.

Maggie cominciò a ridere di lei, soprattutto perché si stava mettendo in ridicolo. «Ti credi più furba della polizia? Verrai sgamata Faye e ne soffrirai le conseguenze,» la bionda cominiciò a stoppare e far ripartire la canzone che in realtà non suonava mai. «Di che stai parlando? Lo sai anche tu che io non ho fatto niente,» Maggie sospirò. «Non mi sembra che la realtà sia d'accordo, guardati le spalle Faye!» e la sua voce sparì facendo tornare la musica. Faye inarcò le sopracciglia non capendo cosa volesse intendere e cercò di chiamarla un paio di volte inutilmente.

Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla destra e si voltò di scatto impaurita, trovando Gabriel alle sue spalle che scoppiò a ridere. «Scusa, non volevo spaventarti!» Faye fece un respiro profondo per riprendersi e si tolse le cuffiette dalle orecchie, facendole cadere sulle sue gambe. Gabriel tirò fuori la sedia ancora libera alla destra della ragazza e si mise seduto, lasciando che lo zaino gli scivolasse giù dalle spalle. «È tutto okay, Gab... come stai? Tua madre ha apprezzato il regalo?» sarà assurdo crederci, ma nonostante possano sembrare due persone del tutto incompatibili, Gabriel e Faye erano grandi amiconi. Spesso la biondina si è comportata come sua psicologa personale, anche perché essendo sempre così misteriosa e vaga era sicuro che non avrebbe spifferato i suoi segreti ai quattro venti.

Questa volta Faye aveva aiutato Gabriel a scegliere il regalo per il compleanno di sua madre ormai passato, lui voleva fargli una bella sorpresa, qualcosa che potesse ricordarle di non cancellare mai dai ricordi le sue origini. Gabriel annuì quindi e le strinse entrambe le mani lasciandoci un bacio, «Si, non me lo aspettavo ma lo ha adorato! Grazie, non so cosa farei senza di te!» Faye gli sorrise sapendo di aver fatto una cosa buona. Forse la cosa più bella era che tra i due c'era davvero una semplice ma stupenda amicizia, niente di più, anche se lei non riusciva ad aprirsi più di tanto.

𝑨𝑷𝑯𝑹𝑶𝑫𝑰𝑻𝑬, 𝚝𝚘𝚖𝚑𝚘𝚕𝚕𝚊𝚗𝚍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora