Diciotto

84 14 5
                                    

Dopo essere tornato alla sua stanza Austin aveva un colorito così pallido da richiamare subito alla memoria il colore del latte. I suoi piccoli occhi a forma di mandorla erano ormai spalancati e fissi ad osservare un punto indefinito, come se ci fosse qualcosa che solo lui era in grado di vedere. Si era poggiato sul letto con il cuscino posto a quarantacinque gradi vicino allo schienale di legno, la testa messa su di esso e la mano destra tenuta aperta sul suo petto, ad altezza cuore. Le gambe erano perfettamente distese, tranne quella destra che era piegata nel formare una perfetta V al contrario. Era così perfettamente fermo che passava inosservato l'orribile tremore del suo corpo, un tremolio pieno zeppo d'ansia.

Ne aveva letti tanti di questi casi nei suoi soliti libri gialli e quante cose che avevano studiato all'università... eppure questo sembrava essere più reale di tutto il resto. Sarà perché è toccato ad una persona a lui lontana ma allo stesso tempo vicina, perché effettivamente non aveva nulla a che fare con Ashton, ma Faye aveva fatto sì che anch'egli prendesse parte in questo gioco.

Si direbbe che forse la colpa, in questo caso, fosse di Dana poiché aveva insistito molto nel definire Faye la colpevole. Sulla base di tutto o sulla base di niente. Quella della giovane Bennett poteva essere una pista più che lecita, ma era un'enigma che solamente la polizia sarebbe stata in grado di risolvere. Però non poteva fare altro che pensarci e rimuginarci sopra, aveva paura di aver provato sensazioni così forti per una persona pericolosa. Chi era veramente Faye Bennett? Non riusciva più a disegnare il meraviglioso angelo dalla pelle chiara e perfettamente omogenea, gli occhi limpidi e quel sorriso coinvolgente. Lei, che aveva sempre posseduto questa specie di bagliore attorno al proprio corpo, era stata colpita da un forte lampo il quale ha spento il suo raggio di luce.

Cosa doveva fare ora che aveva assimilato tutte quelle informazioni? La maglia di Faye.. la maglia di Faye. Stava cercando di ricordare ancora una volta la sera della festa di Madison Poirrot. Tutti presenti, nessuno mancava all'appello.. come aveva fatto Faye ad arrivare così velocemente da Ashton?

Non lo aveva fatto, semplicemente.

"Andiamo, è impossibile" pensava Austin, ricordando la quantità di alcool che Faye aveva ingerito quella sera. Aveva vaghi ricordi di uno spinello preparato da lui, Faye che lo guardava con quello sguardo da cerbiatto e lui che era sicuro di portarsela a letto — non successe ovviamente.
Quella camicetta non passò inosservata, era la stessa che aveva indossato al giorno dell'orientamento e che ora non avrebbe mai più messo addosso. Quella sera era perfettamente pulita, neanche i drink le caddero addosso.

«Andiamo, ricorda, ricorda!» disse ad alta voce a sé stesso e cominciò a colpirsi sulla tempia sinistra per sforzarsi a ricordare un dettaglio particolare di quella festa.
«Cosa devi ricordare?» chiese Gabriel, facendo sobbalzare dallo spavento Austin che si voltò a guardarlo.
«Cazzo, mi hai fatto prendere un colpo..» rispose passandosi le mani per il viso. Gabriel aveva dunque notato che qualcosa non andasse per il verso giusto, perché Austin era ancora bianco dal terrore.

«Ma stai bene?» lasciò cadere lo zaino sul pavimento di fianco alla sedia della sua scrivania. Si tolse le sneakers usando la punta dei piedi e poi si avvicinò al suo amico, sedendosi di fianco a lui.
«Ricordi la festa di Madison Poirrot?» chiese Austin senza fare troppi giri di parole, Gabriel disegnò un ampio sorriso sul suo volto nel sentire quelle parole. Quella sera era riuscito a farsi Gina Parker, una delle ragazze più belle e popolari del suo corso.
«Chi se la dimentica, bro! Gina Parker ci sapeva fare benissimo a le..» si bloccò non appena vide lo sguardo serio del suo amico, capendo che la cosa fosse abbastanza grave.

Si schiarì la voce per poi smettere di sorridere «Scusami, sì la... la ricordo... come mai ci stavi pensando?»
«Si tratta di Faye. Ricordi se è rimasta lì con noi tutta la sera? Almeno fin quando eri presente?»
«Ricordo di averla vista con qualcuno, una ragazza... mentre io e Gina ci stavamo allontanando dalla festa per venire qui» cominciò a spiegare Gabriel.
«Dimmi che non lo hai fatto su questo letto»
«... Ho lavato le lenzuola» Austin fece un respiro profondo e i due si scambiarono uno sguardo minaccioso per qualche secondo, poi Austin lasciò perdere questo particolare.

𝑨𝑷𝑯𝑹𝑶𝑫𝑰𝑻𝑬, 𝚝𝚘𝚖𝚑𝚘𝚕𝚕𝚊𝚗𝚍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora