Quindici

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Erano le sette e mezza di sera quando Faye si ritrovò da sola nella propria camera a decidere cosa indossare per la cena. Non le piaceva nulla, sembrava che ogni outfit non facesse più al caso suo. Si era già pentita di aver accettato l'invito — in un certo senso non lo aveva mai fatto. Tom aveva trovato il modo di convincerla, ormai aveva capito che quando Faye era contraria a qualche sua idea bastava ricordarle che "lei riusciva a controllare i suoi nervi".
Non aveva più sentito Dana da quella mattina, si chiese quindi dove fosse ma lasciò perdere quella questione poco dopo. Non riusciva a focalizzare la sua attenzione su di altro, temeva Fiona più di ogni altra persona al mondo, persino più della polizia! Perché Fiona non aveva mai scoperto nulla sulla loro relazione segreta, almeno fin quando ciò era rimasto all'ombra di tutto. Infondo sapeva che la vedova Holland era una donna molto intelligente e non ci avrebbe messo tanto a capire chi fosse davvero Faye.
"Ma io sono più furba di lei!" pensò tra sé e sé mentre scrutava allo specchio il modo in cui quella gonna nera le si poggiava addosso, disegnando perfettamente le sue curve e mettendo in mostra le sue gambe. Non conosceva benissimo Fiona, ma infondo Faye era bravissima a ingannare le persone. Era molto cosciente del suo "talento" — come lo chiamava lei — e spesso avrebbe voluto parlarne a qualcuno per vantarsene, ma l'unica persona a cui ne aveva parlato le aveva dato degli psicofarmaci come risposta.

Al di sopra di quella gonna indossò un top con delle spalline molto sottili, nero con un pattern fatto di piccoli fiorellini magenta equidistanti l'uno dall'altro. Legò i suoi capelli per mettere in risalto il collo e si truccò in fretta, non usando troppi prodotti per via del poco tempo. Infine mise ai piedi due stivaletti neri con un tacco abbastanza alto da slanciarla ancora di più. Stranamente quella sera faceva caldo e forse sarà stata colpa dell'umidità che sembrava aver risucchiato tutta l'aria presente.

Quando Tom e Faye entrarono in macchina lui riuscì a contenere la propria ansia per non dare troppo nell'occhio mentre la bionda non riuscì a seguire le sue orme. Aveva portato i suoi psicofarmaci, ma aveva dimenticato di prenderli prima di scendere per via della fretta. Il ragazzo aveva lasciato che la musica della radio potesse far loro compagnia e, tenendo lo sterzo con la mano sinistra, poggiava la destra sulla gamba di Faye ogni qualvolta non dovesse cambiare marcia. Ad ogni tocco lei sussultava come se lo avesse fatto per la prima volta in assoluto, lo guardava con la coda dell'occhio per poi mordersi il labbro inferiore sentendosi non solo sopraffatta dal panico di incontrare Fiona, ma anche piuttosto eccitata dal suo modo di fare. Spesso sembrava voler portare la mano più sopra, ma non si sbilanciava mai più di tanto.
«Sei in ansia!» notò poi Tom, parlando al di sopra della voce di Chris Martin che intanto cantava Yellow alla radio. Riuscì a sentire la gamba di Faye tremare insistentemente.
«È che... mi sento fuoriluogo se ci penso, ecco..» e non era vero. Non voleva incontrare Fiona, non voleva guardare i figli di Ashton nei loro piccoli occhi e fingere di essere un'amica — o qualcosa di più — del loro adorato zio Thomas.
Non voleva mentire ancora e fingere di non aver mai visto quella casa.
Non voleva, semplicemente, che Fiona scoprisse chi fosse Faye.
Perché bastava quello, bastava quel poco a far saltare tutto e mandarla dritta in prigione.
«Ti adoreranno» sorrise compiaciuto, forse voleva convincere più sé stesso che lei. Tom sapeva che a Fiona avrebbe dato fastidio la presenza di Faye, perché voleva sicuramente parlare dell'omicidio o lamentarsi del fatto che lui non fosse presente, mentre lui aveva quasi paura di toccare l'argomento.

Arrivati a casa Holland, parcheggiarono nel garage di casa, lo stesso garage dove Ashton ha esplorato ogni parte del corpo di Faye. Tom aprì lo sportello della ragazza e le prese la mano destra per farla uscire, prima che lei potesse scostarsi mise un braccio attorno alla sua schiena per avvicinarla a lui e le stampò un bacio sulle labbra.
«Sei da togliere il fiato» le sussurrò poi all'orecchio, inumidendole il collo con un ulteriore bacio. Dopo di questo chiuse la portiera della macchina e si avvicinò alla porta che collegava il resto della casa al garage, lasciando Faye per un secondo perplessa. Thomas si stava comportando in modo strano, come se stessero davvero in una relazione e in quel momento lei non riusciva a seguire i suoi passi perché era stata invasa dal ricordo di suo fratello Ashton.
«Andiamo?» la chiamò il ragazzo vedendola ancora ferma al suo posto, lei si voltò e annuì per poi raggiungerlo.

𝑨𝑷𝑯𝑹𝑶𝑫𝑰𝑻𝑬, 𝚝𝚘𝚖𝚑𝚘𝚕𝚕𝚊𝚗𝚍Where stories live. Discover now