~ 45 ~

45 5 0
                                    

"Li hanno presi"

Quelle parole mi rimbombano in testa mentre scorro fino all'ultimo messaggio che Payton ha scambiato con lo sconosciuto. Ora so tutto, ogni pezzo del puzzle che mi mancava e sono certa che riuscirò presto a metterli insieme.
"E' uno stalker" Vedere le mie foto su quelle chat mi fa venire un brivido lungo la schiena.

"E' peggio di uno stalker. Ha messo in pericolo la nostra vita e quella di Josh e Riley. E' un pazzo" Vedere Payton in quel modo, mentre tiene il volante con le mani che tremano e gli occhi lucidi, mi mette ancora più in ansia.

L'ultimo messaggio l'ha ricevuto dieci minuti prima, dice che Josh e Riley sono stati presi, e in allegato aveva una posizione che puntava fuori città, ad almeno venti minuti da dove ci troviamo in questo.

"Cos'è Ache R., il suo nome?" Chiesi, notando come ci fosse scritto alla fine di molti dei messaggi che aveva inviato

"Non lo so, credo di sì, anche se un nome falso"

Lo ripeto più volte nella mia testa. Chi poteva chiamarsi in quel modo? Ache poteva essere il cognome, R. l'iniziale di un ipotetico nome.

'R. Ache' pensai, e provai a ripeterlo con più accenti diversi. Alla fine, capisco: Rache. Vendetta.

"E' tedesco" sussurro, anche se so che Payton non aveva modo di capire il mio ragionamento. Alla fine, penso all'unico persona che sa qualcosa di tedesco, la stessa che anni prima mi aveva insegnato il significato di quella parola. All'unica che poteva sapere dove mi trovavo, l'unica che aveva una fotocamera tanto costosa da poter mettere a fuoco scatti fatti di sfuggita.

Libero, a bassa voce, con il respiro mozzato nel petto, il suo nome:

"Anne." sussurro.

Era stata lei, pensava sarebbe riuscita a zittire Payton, a fare in modo che non parlasse a nessuno di quella chat, neanche con me. Forse sapeva che il suo piano avrebbe fallito non appena avessi letto quei messaggi, forse che il suo piano fallisse neanche le interessava davvero, perché tutto quello che aveva fatto era già stato pubblicato.

Non lo dico neanche a Payton. Sapere il colpevole non ci serve, l'unica cosa importante è riavere indietro i nostri amici.
"Credi che dovremmo andare?" chiedo, riferendomi alla posizione che era stata inviata. Penso che possa trattarsi solo di una trappola. In realtà, è quasi sicuramente una trappola. L'unica soluzione era riuscire a uscirne, possibilmente farlo da vivi.

"Credo che sia pericoloso, di certo però non possiamo permetterci di lasciarli lì"

Annuisco e decidiamo di andare. Non ho mai visto Payton guidare tanto velocemente, le sue mani tremano mentre tengono il volante.

Io appoggio i piedi sul sedile e nascondo la testa tra le ginocchia, troppo spaventata per pensare ad altro che non fossero i miei amici. Non so come stiano adesso.

Il tempo sembra non passare mai ma alla fine, dopo aver preso una strada sterrata in mezzo al nulla, ci troviamo davanti a un vecchio motel abbandonato.
Nel parcheggio in cui ci fermiamo c'era un'unica macchina parcheggiata.

"Ehi" mi chiama Payton, probabilmente ero troppo concentrata a guardami intorno quando mi ha chiamata la prima volta "Apri il cruscotto e prendi la busta gialla"

Faccio come mi dice ma non la apro, il contenuto è pesante e glielo passo subito.
Da dentro ci sfila una pistola e delle ricariche.

"Tu-?" non riesco a trovare le parole giuste per terminare la frase, ma lui capisce comunque. 

"Sì, non entro qui senza niente con cui difendermi. Tu stammi dietro, ok? Non sporgerti per nessuna ragione"

Annuisco anche se dentro di me non voglio fare altro che tornare indietro.
Poi, mi ricordo che lì dentro ci sono i miei amici.

lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIERWhere stories live. Discover now