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mi scuso in anticipo se dopo tre mesi torno con un capitolo di neanche 600 parole, sono una persona pigra.

"È per Chase, vero?" la ragazza di girò di scatto.
Payton era steso di fianco a lei, con lo sguardo fisso verso il soffitto.

"come?" chiese.
Non capì di cosa stesse parlando, fino a quando si ricordò della notte prima.
Possibile che se lo ricordasse?

"ieri, quando ti ho slacciato il vestito e te ne sei andata, è perché ti sei ricordata della sera della festa, non è così?"

Ormai non aveva più scuse, ed annuì timidamente, spostando lo sguardo.
Payton si spostò fino a sdraiarsi sopra di lei, facendo bene attenzione a distribuire il peso sugli arti per non ferirla.
Poi, le stampò un bacio sulle labbra "è solo uno stronzo, non lo farà mai più, te lo prometto"

Quelle parole fecero spuntare un sorriso sul volto della ragazza "grazie" sussurrò.
Sapeva anche lei che la questione difficilmente sarebbe finita lì, ma ora che anche Payton era al corrente di tutto, sentiva come se si fosse tolta un peso dalle spalle.

Il ragazzo tornò nel posto.

Maileen, però, aveva ancora un dubbio "Ho fatto qualcosa di male?" chiese.

"che intendi?"

La ragazza sospirò "Chase mi ha sempre odiata, dal primo giorno che mi ha vista. Cos'ho che non va?"

"niente, tranquilla. Credo che glielo abbia chiesto mia madre, lui sta cercando di aiutarmi"

"aiutarti? Sicuro di essere tu quello da aiutare?"

Payton strozzò una risata, poi tornò subito serio "so che forse te l'avrei dovuto dire prima, ma non sono sempre stato come adesso"

La ragazza lo guardò, chiedendogli di continuare.

"Quando ero in terza media mia madre aveva appena conosciuto Jhon, quello che tra poco sarà il suo futuro marito, ed io non riuscivo a sopportare l'idea di loro due insieme.
Così scaricavo tutta la mia rabbia sugli altri. Ora che ci penso, ero un vero e proprio bullo" il suo volto si incupì ancora di più "ed ovviamente, c'era anche una vera e propria vittima.
Era un ragazzo nuovo, alto, moro e con gli occhi azzurri. Non era solo bellissimo, era anche bravo a scuola, ed io non lo sopportavo.
Ogni giorno lo insultavo, lo prendevo in giro, finché lui cambiò di nuovo scuola.
Non mi ricordo come si chiamasse perché l'unico nome che usavamo per lui era-"

"Aborto mancato" completò la frase la ragazza.
Payton spostò subito lo sguardo su di lei. Guardava il soffitto, sembrava distratta dai suoi pensieri.
Come faceva a saperlo? Non aveva mai accennano a nessuno di quel nomignolo, neanche a Chase o a sua madre.
Decise di non chiederle niente.

Scosse il capo scacciando le sue domande. "Esatto" rispose incerto "quando mia madre lo ha scoperto mi ha mandato da una psicologa. Prima di venire alla Hype House ho impiegato tantissimo per convincerla che c'è la potessi fare anche qui, da solo, ma lei non mi ha creduto e per questo ha dovuto chiedere a Chase di sorvegliarmi.
Se i miei iscritti dovessero scoprirlo non oso sapere quale sarebbe alla loro reazione. Preferiamo tenerlo nascosto, e Chase avrà avuto questa reazione perché non si fida di te, pensa che se te lo dicessi lo andresti a dire al mondo nel caso ci lasciassimo. È per questo che cerca di spaventarti per tenerti lontana da me"

"E per spaventarmi era così necessario arrivare a tanto? Mi sarebbe bastato anche solo vedere un film horror la sera" chiese ironica.
Payton accennò un sorriso "quindi... non sei arrabbiata?"

La ragazza rimase immobile, senza dire niente. In fondo, neanche lei sapeva come rispondere a quella domanda.
Lo era, eccome se lo era. Ma non per il motivo che pensava lui.
Quella storia la riguardava di più di quanto il ragazzo credeva.

"No, non lo sono" rispose "il tuo passato non è un mio problema, Payton" continuò, mentendo.

lontani dal proprio passato || PAYTON MOORMEIERWhere stories live. Discover now