❛❛Hey! come ti chiami?❛❛

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Erano le 8 di sera quando dal finestrino dell'auto Yaku vide fin troppo chiaramente quell'edificio.
Per quanto volesse i suoi occhi non ne volevano sapere nulla di staccarsi dal guardare nel vuoto.
Il suo mento era appoggiato sul palmo di una mano e la fronte sfiorava il vetro freddo.

Odiava la sensazione che gli davano gli ospedali. Aveva tanti ricordi che preferiva dimenticare.

Ricordava l'odore che si sentiva nell'aria, quello di disinfettante e medicinali.
Ricordava il suo vecchio migliore amico delle medie. Fu lì che gli diagnosticarono la depressione.
Ricordava anche il suo fratellino, da quel che ricorda ci era stato pure lui.
Fu ricoverato a causa di un tumore benigno.
Ricordava sua nonna.
Lei morì per arresto cardiaco.

Insomma, Morisuke e l'ospedale erano conoscenti di lunga data.

La madre parcheggiò la macchina.
Haruka: "so che è un po' tardi, ma ci hanno chiamati per un controllo d'urgenza. Sono sicura che ci vorranno pochi secondi, va bene?"
Yaku: "ancora?...È la terza volta in questo mese che non faccio altro che controlli..."
Haruka: "lo so..."

La madre gli accarezzò la testa e mostrò un piccolo sorriso.
Entrambi scesero dall'auto ed entrarono nella struttura.

In giro c'erano molte persone.
I dottori facevano avanti e indietro nei corridoi per gli ultimi controlli e i pazienti stanchi ritornavano nelle loro stanze accompagnati dai famigliari.

Una dottoressa in camice turchese si presentò davanti a loro e li condusse in una stanza bianca.
All'Interno era abbastanza vuoto.
C'erano solo un piccolo lettino, due sedie e una scrivania.
A Yaku fu chiesto di sedersi, mentre la madre rimase in piedi al centro della stanza.

La dottoressa non perse tempo a controllargli con una piccola torcia la bocca e gli occhi.
Quando finì si sedette alla larga scrivania in legno.
Haruka: "allora? È qualcosa di grave?"
Aprì un cassetto ed estrasse una cartella clinica.
Dottoressa: "l'ho chiamata all'improvviso perché abbiamo i risultati dei test. È venuto fuori che Morisuke ha una malattia rara, chiamata «sindrome di Sjögren»"

Yaku non aveva mai sentito parlare di quella malattia. Era la prima volta, e la cosa non era affatto rassicurante.

Haruka: "mi scusi, di cosa si tratta?"
Dottoressa: "è una malattia reumatica autoimmune. È caratterizzata da eccessiva secchezza di occhi, bocca e altre mucose."

In effetti Yaku piangeva o salivava poco rispetto al normale. Urinava una volta ogni due/tre giorni e quando giocava a pallavolo sudava di meno a differenza di tutti i suoi compagni di squadra.

Haruka: "come si può curare?"
Dottoressa: "al momento non esiste una cura specifica, però possiamo alleviare il dolore con qualche medicinale a base di acido acetilsalicilico. In ogni caso, per sicurezza deve restare in ospedale. Dobbiamo tenerlo d'occhio"
Il castano scattò immediatamente in piedi.

Yaku: "cosa?...non voglio restare qui..!"
Haruka: "aspet-"
Yaku: "no, non se ne parla! Mi mette ansia questo posto, non voglio rimanerci!"
Ormai quei ricordi spiacevoli riaffiorarono nella sua mente come un fiore in primavera.
Dottoressa: "senti tesoro...tu sei il primo ragazzo che ha questa malattia. Di solito colpisce gli adulti quindi dobbiamo riuscire a capire il perché."
Yaku: "non serve. Tanto non è mortale, no? Finché prendo i medicinali non dovrebbe succedere nulla di grave."
Dottoressa: "si ma potrebbe peggiorare comunque. Non ti preoccupare, sarà solo per qualche giorno, ok?"
Alla fine lo costrinsero a rimanere lì per almeno due settimane.

Dopo essersi messo la camicia ospedaliera, alle 8:45 Yaku si stese sul letto a manovella bianco.
Haruka: "devo andare. Papà, Naomi e Shion mi stanno aspettando a casa. Domani sera verrò a trovarti. So che odi questa tipologia di stanze, però tutto questo finirà in fetta. quattordici giorni passano velocemente."
Yaku: "se lo dici tu..."

Gli diede un bacio sulla fronte.
Haruka: "a domani piccolo mio"
Morisuke la salutò con la mano senza dire nulla mentre sua madre uscii dalla stanza.

Si appoggiò allo schienale.
Yaku: "spero che questi giorni passino veramente in fretta..."
Si ritrovò a pensare ad alta voce.
???: "Hey!"
Yaku girò la testa verso la voce.
Apparteneva ad un ragazzo dai capelli grigi. Sembrava si fosse appena svegliato.
Il ragazzo sorrise.

???: "Ciao! Noto che siamo compagni di stanza adesso. Come ti chiami?"
E adesso?
Cosa voleva questo ragazzo da lui? Non lo ha visto da nemmeno due secondi che già voleva sapere il suo nome.

Esitò un po' prima di dare la risposta
Yaku: "Yaku Morisu-"
Non fece in tempo a finire la frase che al ragazzo dai capelli grigi si illuminarono gli occhi.
???: "oddio! Tu sei il libero della Nekoma! Sei al secondo anno, vero?"
Yaku: "già. Tu saresti?"
???: "Lev Haiba"
Yaku: "mh...piacere di conoscerti!"
Il ragazzo dai capelli castani sorrise.

Lo osservò meglio da testa a piedi.
Yaku: "mio dio se sei alto- Quanti anni hai?"
Lev: "quindici appena compiuti"
Le pupille del più basso si dilatarono.
Yaku: "oh- e sei così alto?-"
Lev: "beh, si, a quanto pare. Tu?"
Yaku: "ne ho diciassette"
A Lev scappò una piccola risata.

Yaku: "non c'è nulla da ridere, gigante! Non è colpa mia se la pubertà a me non ha minimamente toccato mentre a te ha investito come un camion!"
Lev: "piuttosto, non hai l'aspetto di uno malato. Perché sei qui?"
Yaku: "controlli"
Lev: "per cosa?"
Yaku: "sindrome di Sjögren"
Lev: "...non l'ho mai sentita nominare, di cosa si tratta?"
Yaku: "I globuli bianchi possono infiltrarsi nelle ghiandole esocrine e danneggiare i liquidi, da quanto ho capito."
Lev: "oh...mi dispiace."
Yaku: "tu invece mi sembri parecchio stanco. Cosa hai? Insonnia?"
Lev: "una specie. Si chiama «sindrome di Kleine-Levin». È una malattia neurologica rara ad eziologia non nota, caratterizzata da episodi di ipersonnia di tipo ricaduta-remissione"
Yaku: "capito..."

Guardò fuori dalla finestra.
Yaku: "io tra qualche settimana sarò fuori di qui e potrò ritornare a giocare a pallavolo. Per questo voglio che il tempo passi in fretta."
Lev: "la pallavolo...vorrei iniziare a giocarci anche io. In realtà mi alleno l'estate con un mio amico, ma non è la stessa cosa di avere una squadra vera e propria...L'anno prossimo vorrei iscrivermi all tua stessa scuola."
Yaku: "quale posizione ti piacerebbe essere?"
Lev: "centrale. Almeno così posso sfruttare la mia altezza. Ah! La vuoi sapere una cosa divertente? Una volta mi stavo per addormentare durante un allenamento a causa della mia malattia"

Divertente? E questa sarebbe una cosa divertente? Come si può scherzare sulla propria salute?

Un'infermiera entrò nella stanza, bloccando la conversione dei due ragazzi.
Infermiera: "vi chiedo per favore di fare silenzio, è appena arrivata l'ora di dormire"
Entrambi annuirono e si misero sotto le bianche e leggere lenzuola.

Lev: "buonanotte Yaku-san"
Yaku: "notte."

L'aria si fece gelida, Morisuke non riusciva ad entrare nel mondo dei sogni.
Haiba, al contrario, dormiva come un bambino. Forse era un po' anche per la sua ipersonnia?
Yaku non faceva altro che ripensare a quello che era successo poco prima.
Lev era messo peggio di lui, eppure non sembrava lamentarsi della sua malattia.
Tutto quel ottimismo, se così possiamo chiamarlo, faceva paura.

Dopo un paio di minuti a fissare il muro dello stesso colore delle coperte riuscì finalmente a prendere sonno.

Globuli Rossi E Globuli Bianchi [Yakulev, ANGST]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora