❛❛Lyovochka!❛❛

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Yaku percorse in silenzio quel corridoio bianco. Ogni tanto incontrava qualche medico e mormorava un 'buon pomeriggio', e loro, nonostante la fretta di andare dai pazienti più malati, ricambiavano il saluto e gli sorridevano.

Andò alla reception per chiedere alcune informazioni riguardanti le sue analisi.
Un infermiere di circa trent'anni gli indicò una stanza alla sua destra e spiegò più nel dettaglio al castano di cosa si trattassero quei semplici esami con voce gentile.

Erano analisi per misurare la produzione di lacrime e saliva, ovviamente, e in più dovevano prendergli un po' di sangue per verificare la presenza di anticorpi anomali.

Yaku prese un respiro profondo ed entrò in quella piccola camera.
Non gli sono mai piaciuti gli aghi, sin da bambino. Ma non era a causa del dolore, ma per via del rumore e della sensazione che l'ago faceva quando attraversava la sua pelle bucando i vari tessuti del corpo e inniettava qualsiasi sostanza dentro di sé. Ancora peggio se tirava fuori il sangue.

Lì dentro trovò un dottore, questa volta in camice bianco, che disse a Yaku di sedersi su un piccolo lettino.
Quando fu seduto il dottore uscii dalla stanza per prendere gli aghi.

Nell'attesa, senza rendersene conto, iniziò a dondolare le gambe.
Più aspettava e più la tensione cresceva.

Dopo qualche minuto l'uomo tornò.
Appena Morisuke vide l'ago girò la testa dalla parte opposta.
Stava cercando di controllarsi, o sarebbe scappato. Se lo avesse effettivamente fatto sarebbe sembrato troppo infantile, eppure non ci poteva fare niente. Aveva troppa paura di quegli oggetti.

L'uomo lo notò.
Dottore: "tranquillo, non farà male. Vedrai, sarà tutto finito prima che tu te ne accorga."
Yaku: "non è quello il problema..."
Dottore: "no? allora cosa?"
Yaku: "è l'ansia che mi dà semplicemente guardandolo...."
Dottore: "bene, allora chiudi gli occhi. Non te ne accorgerai nemmeno."

Fece come gli fu detto.
Cambiò qualcosa? Assolutamente no.
Secondo te basta chiudere gli occhi per superare l'agofobia? Magari fosse così semplice.

Alla fine il sangue venne preso e gli altri test furono effettuati.
Successivamente Yaku tornò in stanza quando vide Kuroo parlare con Lev, mentre gli altri giocatori aspettavano il ritorno del loro libero.
Oh, e ovviamente Kenma giocava al suo gameboy seduto su una sedia nell'angolo.

Lev: "oh! Ciao Yaku-san! Dov'eri?"
Yaku: "mi avevano chiamato per dei controlli...Tu? Ti sei appena svegliato?"
Lev: "si! Pen-"
Il moro interruppe la conversione.
Kuroo: "Bro, mi stai simpatico!"
Lev: "davvero?"
Kuroo: "certo! Hai detto che vorresti entrare nella nostra squadra, eh? Non vedo l'ora di vederti il prossimo anno!"
il fratello Haiba mostrò un piccolo sorriso
Lev: "grazie mille, Kuroo-san"

Yaku si sedette nel suo letto e portò la testa all'indietro.
D'improvviso qualcuno aprì la porta

Alisa: "buong-!... Mamma mia quanta gente- comunque, volevo avvisarvi che fareste meglio a sbrigarvi. L'ora delle visite è quasi finita. Lyovochka! Visto che adesso sei in compagnia io ripasso dopo, appena puoi chiamami."
Indicò il piccolo pulsante rosso vicino a letto, poi salutò e richiuse la porta.

Yamamoto: "ODDIO- chi era quella ragazza??"
Lev: "mia sorella"
Yamamoto: "madonna, che figa."
Lev : "è bellissima, vero?"
Yamamoto: "si. Non ti dispiace se ci provo con lei, vero?"
Lev: "fa' pure. Attento solo a non far arrabbiare il suo fidanzato."
Yamamoto: "eddai, non è giustoo! Perché le ragazze più belle sono sempre fidanzate? :("
Lev ridacchiò un po' sottovoce.
Poi Inuoka prese per mano Shibayama.
Inuoka: "noi dobbiamo andare, abbiamo un impegno. Ciao a tutti!"
Uscì portandosi appresso Shibacutie.

Kuroo: "allora andiamo anche noi. Si è fatto tardi."
Kenma mise il videogioco in pausa e alzò lo sguardo verso il moro.

Entro le ore 18:10 ognuno ritornò a casa propria. Tranne Lev e Yaku che, ovviamente, rimasero in ospedale.

Erano in silenzio da più o meno un quarto d'ora.
Ad un certo punto la cosa diventò imbarazzante visto che si stavano fissando da più di cinque minuti.
Yaku arrossì per qualche motivo che non comprendeva.
Lev imbarazzato, e non sapendo cos'altro fare, spinse il pulsante per chiamare sua sorella.

Era una tensione sessuale? Non lo sapremo mai.

La ragazza dagli occhi verdi arrivò quasi subito visto che si trovava già in quel reparto.
Alisa: "LYOVOCHKA!!! Finalmente ti sei svegliato!"
La ragazza corse ad abbracciare il fratello.
Lev: "si, ma fai piano oppure soffocherò."
Alisa: "scusami. Mi dispiace tantissimo ma posso restare poco, tipo per altri dieci minuti. Ho ancora altri pazienti da controllare."
Lasciò la presa e si sedette di fronte al più giovane.

Alisa: "oh, ciao Yaku-chan!"
Lev guardò prima Morisuke e poi di nuovo sua sorella.
Lev: "voi due già vi conoscete?"
Alisa: "si. Da questa mattina."
Lev: "oh, ok..."
Alisa: "Allora, come stai tu?"

Mentre i due fratelli parlavano Yaku si ricordò della promessa fatta dalla madre.
Alla fine non era venuta. Non aveva fatto quello che aveva giurato.
In fondo se lo aspettava. Sua madre lavorava molto, badava ai fratellini di Morisuke, faceva i lavori domestici..
Non doveva essere facile per lei, soprattutto adesso che il maggiore tra i suoi figli era in ospedale per una malattia rara.
Suo padre sì, alcune volte aiutava la moglie, ma lavorava molto anche lui. Faceva turni notturni lunghissimi per pagare le spese ospedaliere quindi era più che normale se le poche ore del pomeriggio le passava a riposarsi.

Yaku si alzò le coperte all'altezza del collo e cercò di dormire.
Piano piano iniziò a sentire il sonno arrivare.
Sentì, o forse si immaginò di sentire, un flebile "buonanotte" e subito dopo si addormentò.

Globuli Rossi E Globuli Bianchi [Yakulev, ANGST]Kde žijí příběhy. Začni objevovat