❛❛sogno premonitore?❛❛

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Yaku si svegliò di soprassalto sentendo una dolce e calda mano accarezzargli il volto.
Si accorse di star sudando freddo e sentì il suo cuore scoppiare in gola.

Yaku: "e-eh?"
Aprì gli occhi e esaminò la stanza da destra a sinistra, ma non vide nessuno.
Si sedette sul letto e si coprì il viso con le mani. Respirava con la bocca in modo frettoloso, a causa dell' incubo appena fatto.

Era da un bel po' di tempo che Yaku faceva sempre quello stesso sogno.
Sognava sua madre distesa su un lettino d'ospedale, simile a quello in cui stava lui ora. Aveva le flebo nelle vene e accanto a lei era posta la macchinetta che segna i battiti cardiaci. Sognava quella famosa linea verde che si appiattiva per segnare uno zero vicino all'icona del cuore. Sognava il suo viso coperto di disperazione e terrore.

Ma questa volta...
Questa volta non c'era sua madre.
C'era qualcun'altro al suo posto.
Era un ragazzo più giovane e più alto.

Yaku non fece in tempo a riconoscere chi fosse che la faccia del misterioso liceale scomparì dalla sua memoria.

Lev: "incubi?"
Il castano girò lentamente la testa verso il ragazzo accanto a lui.
Non si era accorto che il suo compagno di stanza fosse ancora sveglio.
Yaku: "si. Mi stanno tormentando giorno dopo giorno."
Disse sinceramente, con tono ancora flebile per via dello spavento.
Lev: "ti va di raccontarmelo?"
Scosse il capo in segno di no.

Non voleva. Non voleva esporsi così tanto. Non voleva mostrarsi così debole, soprattutto ad una persona appena conosciuta.

Lev: "ok, va bene. Se hai bisogno di qualcosa, che si tratti di un abbraccio oppure di una semplice chiacchierata, io sono qui."
Yaku: "grazie mille, Lev"
Il ragazzo più alto curvò le labbra all'insù di rimando

Morisuke guardò a lungo quel sorriso e capì che poteva fidarsi.
contò mentalmente fino a tre e prese un respiro profondo.

Yaku: "io...ho sognato mia madre morire. Ogni notte faccio lo stesso identico incubo... Però poco fa però sul lettino dell'ospedale non c'era mia madre."
Lev: "chi c'era?"
Yaku: "non lo so, non ricordo... Ma sono sicuro che fosse un ragazzo."
Lev: "che è successo poi?"
Yaku: "mi diceva addio, che gli dispiaceva di andarsene per sempre e...che mi amava..."
Lev: "capito...hai detto che è un sogno che fai spesso, giusto? Forse è un sogno premonitore."
Yaku: "spero di no. Non voglio vedere gente morire davanti ai miei occhi. E poi anche se fosse, a chi si riferirebbe? A mia madre o al ragazzo?"

Il minore si azzittì per qualche secondo e guardò il soffitto

Lev: "io credo il ragazzo. Forse per tutto questo tempo hai sognato lui ma non te ne sei mai accorto probabilmente perché la tua mente deve aver modificato l'immagine facendoti credere che fosse tua madre."

Io libero si distese nuovamente sul lato e lo guardò negli occhi.
Yaku: "mh... può darsi. Grazie per avermi ascoltato"
Lev: "di nulla Yaku-san"
Yaku: "Hey, quando usciamo di quà ti piacerebbe giocare nella mia squadra?"
Lev: "certo, giocherei volentieri."
Yaku: "a proposito, sai per caso quando ti dimetteranno?"
Lev: "in realtà no"
Yaku: "giocheremo insieme comunque, un giorno"
Lev: "promesso?"
Yaku: "te lo prometto."

Sulla faccia di Lev comparve un sorriso genuino, simile a quello di un bambino quando vede la propria mamma dopo la scuola.

I lucenti occhi di colore smeraldo si chiusero lentamente nascondendosi sotto le palpebre e le ciglia color neve.

Yaku dopo quella piccola chiacchierata nel bel mezzo della notte si sentì bene.
Non sapeva bene il perché ma era felice di averlo incontrato.
Guardò le sue guance.
Erano di un leggero rosa ciliegio.
Morisuke ebbe l'impulso di accarezzarle.

Lev non si svegliò, anzi, sembrava dormire ancora più tranquillo dopo quel gesto.
Yaku lo trovò estremamente carino in quella visuale e senza accorgersene gli scappò una leggera risata.

Lentamente si addormentò anche lui avendo come ultimo sguardo le labbra soffici del ragazzo di origini russe.

Globuli Rossi E Globuli Bianchi [Yakulev, ANGST]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora