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Marti non è un tipo che va a correre, fare sport in generale gli fa proprio schifo, ha la mobilità di un bastone però oggi sentiva di dover uscire, scappare da quella gabbia per uccelli in cui si è rinchiuso, si è messo una tuta, si è coperto per bene perchè è piuttosto cagionevole ed è andato al parchetto con Jamie XX nelle orecchie, gli dà la carica.

In realtà è già stanco e vorrebbe solo sedersi su una panchina ma no, deve continuare, deve resistere, correre un po' gli piace, sentire la suola della scarpa che sbatte contro il terreno, le braccia e le gambe che si tendono nello sforzo, sembra che tutto il corpo sia in completa armonia anche se è molto faticoso ed è già rosso come un pomodoro e completamente sudato.

L'aria fredda di fine Gennaio gli sferza i capelli, ha paura che gli verrà un coccolone, cerca di non pensare a niente mentre corre, solo alla musica e al suo corpo anche se sente ancora la paura che lo attanaglia per quello successo in casa sua qualche settimana fa... il solo pensiero di quell'episodio gli causa un brivido.

La sua testa sta vagando altrove, sente tutti i muscoli bruciare, chiude per un attimo gli occhi dalla stanchezza e quando li riapre un altro corridore sta passando accanto a lui, Martino non lo guarda, non lo sta guardando, riesce a vederlo solo all'ultimo, con la coda dell'occhio, quando ormai lo ha già quasi superato.

Se prima sentiva il cuore battergli in gola ora non lo sente più, è fermo, si è fermato, le gambe smettono piano di muoversi, le braccia ricadono lungo i fianchi.

Di nuovo e di nuovo e di nuovo, perchè il mondo li porta sempre vicini? Lui non gli vuole stare vicino, lo ha ampiamente dimostrato e allora perchè l'universo fa di tutto per farli incontrare?

Ti prego ti prego, dimmi che ti sei fermato anche tu.

Marti si volta piano, timoroso, timoroso di essere l'unico, di essere ancora una volta il coglione patentato che prova sentimenti che non verranno mai corrisposti ma Niccolò è lì, ha il volto girato verso di lui, i loro sguardi si incrociano ed è come una freccia infuocata in pieno petto.


Sono appoggiati a una struttura di marmo, Marti non saprebbe dire bene cosa sia, forse una statua moderna per adornare il parco, entrambi stanno in silenzio e con lo sguardo basso, sudati e ansimanti per la corsa, Niccolò deve essere un corridore provetto perchè ha la maglietta termica, lo scaldacollo e dei pantaloni attillati... davvero molto attillati.

Marti lo sbircia di sottecchi quando Niccolò comincia a parlare con voce triste.

"Scusami per quella sera... io l'ho fatto per un motivo, so che sembra una puttanata ma l'ho fatto per te, per tenerti lontano da me perchè non ti meriti il male che ti farei"

Marti ascolta quelle parole capendo che questo ha a che fare con quello che gli ha detto Marco, del disturbo borderline di personalità, forse Niccolò si sente un mostro, forse è solo insicuro.

"Mi hai detto che ti piacevo..."

"Le prime volte sono importanti, tutti dicono che non è vero e invece è vero... e non meriti che le tue prime volte siano con me perchè le rovinerei e tu, guardandoti indietro, soffriresti"

La voce di Niccolò sembra sull'orlo delle lacrime, Martino alza lo sguardo verso di lui e lo guarda bene, sa che sta parlando della sua esperienza con quel maledetto bastardo, inspira profondamente, vuole tirare fuori tutto, tutto quello che prova per Niccolò e quello che pensa.

"Io ho dato il mio secondo bacio a Marco"

A quelle parole Niccolò strabuzza gli occhi, sente il cuore tuffarsi nello stomaco, si stacca dalla struttura per avvicinarsi a Martino con le mani tremanti.

Scambio di personaWhere stories live. Discover now