1. Adventure

107 10 24
                                    

Guardò verso la figura che aveva iniziato a parlare trovandosi un ragazzo bruno con occhi verdi che lei decise di paragonarli al colore dello smeraldo.
Era piuttosto carino a parer suo, adesso che si era anche presentato dicendole di essere il suo compagno di classe aveva le idee più chiare.
Ma poi si rese conto che lei non l'aveva nemmeno riconosciuto, e si ricordò che quel ragazzo era il casinista della classe e che lei ignorava perché detestava i ragazzi troppo estroversi.
<Ah, ciao> rispose freddamente la corvina riportando il suo sguardo sul cellulare.
Il ragazzo "sconosciuto" era rimasto confuso dall'atteggiamento della compagna, ma decise comunque di riprovare a parlarle.
<Cheryl, giusto?>
Lei annuì solamente, rifiutandosi di aprir bocca nuovamente.
<Io sono Eren, penso che tu mi conosca solo per i miei casini vero?> chiese Eren fregandosene completamente se la corvina lo stesse ignorando o no.
Alzò e abbassò la testa per fargli capire di averlo riconosciuto, ma, in realtà, non sapeva neanche quale fosse il suo nome. Era così per tutti.
Fare amicizia con i suoi compagni di classe che non fossero Jean le dava particolarmente fastidio. Instaurare rapporti con qualcun altro che non conosci da una vita come il tuo migliore amico era stressante per lei.
Era stata etichettata come la "più introversa della scuola e del mondo". E se le avesse chiesto se le importasse o meno, lei vi avrebbe risposto così: <Mi dispiace ma non so neanche chi siano> andandosene lasciandovi di sasso.
Lei detestava vedere nuove persone, soprattutto se erano in un ospedale. Ma subito le venne in mente perché il ragazzo si trovasse lì, quando si aspettava che, essendo così giocherellone, fosse andato fuori con i suoi amici.
<Perché sei qui?> gli chiese dopo tanto tempo che non aveva aperto bocca.
<Io? Be', non è niente di che> le rispose velocemente con un sorriso stampato in bocca. Ma quel sorrisetto le puzzava di falso, però decise di non invadere la privacy altrui.

Sentì finalmente il suo numero essere chiamato e si alzò allontanandosi dal castano senza nemmeno salutarlo.
Ritirò le cose che servivano a sua madre e scappò dalla clinica perché nevicava ancora.
Prese il primo autobus che le capitò davanti ed entrò dentro, ricominciando a messaggiare il suo migliore amico per far trascorrere un pó il tempo e, mentre lo faceva, la chiamò.
-Ehy Cheryuccia, com'è andata?- chiese Jean appena la corvina rispose, chiamandola con il suo soprannome.
<Bene, ho incontrato un nostro compagno di classe> rispose lei ripensando a quanto le avesse dato fastidio la sua presenza non richiesta.
-Ah, e chi?-
<Un certo Eren>
-Hm-
<Cosa?> chiese Cheryl sentendo la risposta breve che aveva appena ricevuto dal migliore amico.
-Nulla, è che trovo strano che lui si trovasse lì- rispose pensieroso Jean.
<Non penso sia qualcosa di grave e poi, sicuramente, sarà venuto per le mie stesse ragioni> disse Cheryl pensando che non era una cosa di cui preoccuparsi, soprattutto di una persona che conosceva a malapena. Anzi, avrebbe preferito non saperne più di quel ragazzo.

<Mamma, sono a casa> avvisò la corvina appena entrò dentro, posando i fogli sulla tavola.
<Ciao tesoro, grazie mille per essere andata in clinica al posto mio> salutò la madre con le stampelle a casa di una storta che prese una settimana fa.
La donna era molto bella, con capelli neri ed occhi del medesimo colore. Indossava degli occhiali per leggere ed era slanciata nonostante la sua età, con un caratterino simile alla figlia ma sempre sorridente.
La madre si chiamava Lilith, un nome molto particolare scelto dai suoi genitori e che sia lei che Cheryl amavano.
Era una bellissima donna che amava la propria figlia, che curava ogni giorno.
La figlia, però, era un pó invidiosa della madre.
Appunto che era una bella donna, tutti la volevano e tutti dicevano che era meravigliosa. Invece, quando vedevano lei, dicevano solamente che era carina e la prendevano in giro per la sua altezza, non essendo alta come Lilith.
Ma a Cheryl non importava granché, non voleva essere bella per nessuno ma solo per sé stessa e stava bene così.
Invece la maggior parte delle sue amiche pensavano solo a truccarsi, ad avere un ragazzo eccetera. Non che a lei desse fastidio il trucco oppure avere una relazione ma le sue compagne di classe si truccavano malissimo come sceglievano il fidanzato. Erano ragazzi maleducati nei confronti di chiunque, anche dei professori o dei genitori.
Dicevano parolacce a più non posso sentendosi fighi e prendevano in giro chi studiava, esempio: Cheryl Jane Ackerman.
La ragazza più studiosa della classe, che non dava fastidio neanche ad una mosca.
Non era affatto la preferita dei professori, ma sicuramente era l'unica fra i suoi compagni che studiava seriamente.
Non si era mai unita al gregge perché non voleva diventare come loro, almeno un pó originale in un mondo monotono.

<Di nulla> rispose freddamente la ragazza correndo al piano di sopra nella sua stanza chiudendosi a chiave come sua solita routine.
La madre rimase delusa, ma ormai era abituata. Sapeva che non poteva farci nulla perché il suo carattere era fatto così soprattutto dopo quell'accaduto.
L'unica cosa che poteva fare era darle affetto 24h su 24 ed essere felice per lei in ogni cosa che faceva.
Sapeva quanto fosse stato difficile per lei quel periodo e non poteva assolutamente fare qualche passo sbagliato.
Andò verso il salotto, facendo attenzione alla gamba, ammirando quella foto, così bella come la persona che era stata fotografata.
Accennò un lieve sorriso nostalgico accarezzando la fotografia del ragazzo.
Ripensò a quanto facesse ridere la piccola Cheryl, una ragazza piuttosto apatica nei sentimenti altrui ma, nonostante i suoi comportamenti, era sempre felice quando c'era lui nei d'intorni.
<Mamma, può venire Jean a cena?> chiese la figlia trovando la madre ad osservare la foto sul mobile.
<Sì certo> rispose immediatamente Lilith posando la fotografia sperando che la mora non avesse notato nulla.
Almeno Jean, il suo migliore amico d'infanzia, era rimasto sempre al suo fianco nonostante il suo caratterino.
Un ragazzo per bene, alto con i capelli ed occhi castani. Divertente e spassoso che ogni volta coinvolgeva la migliore amica in qualsiasi festa, ottenendo scarsi risultati.
Era di famiglia che aveva un armadio tutto suo con la sua roba ed una stanza tutta sua.
Lui era l'unico che riusciva a tirar su di morale a Cheryl e la madre era contentissima di questo.

<Quindi, com'è andata in clinica?> chiese la madre mentre stava mangiando il pasto che aveva preparato per lei e per i ragazzi.
<Bene> rispose pacata la ragazza continuando a cenare.
<Ha incontrato un ragazzo della nostra classe> disse Jean all'improvviso, stanco della corvina che non diceva nulla a tavola.
<Ah davvero? Come mai?> chiese Lilith con tono preoccupato mentre imboccava un pezzo della sua cotoletta.
<Non so, forse anche lui era lì per gli stessi motivi di Cheryl> spiegò il castano non sapendo neanche lui perché quel Eren si trovasse lì.
<Speriamo sia veramente così> disse Lilith desiderando che quel ragazzo non stesse male.
Jean aveva sempre notato quanto fossero diversi Cheryl e la madre: avevano caratteri diversi perché la più giovane era apatica e l'altra il contrario.
Ma non le dispiaceva affatto il comportamento dell'amica, non poteva cambiarlo in nessun modo.
Però anche lui sperava che Eren non avesse nulla, soprattutto lui che aveva 17 anni.

Il giorno dopo iniziò tranquillamente con i due amici che andarono a scuola in orario invece che in ritardo a causa del più alto.
La loro scuola non era né raffinata e né malandata. Era semplice, con colori pastello e con dei professori bravi nel loro lavoro (alcuni erano pazzi da ricovero).
Entrarono nella loro classe prendendo i loro soliti posti mentre c'erano i loro compagni a fare chiasso.
Fra quelli c'era una coppia di fidanzati, quelli che "criticavano gli studiosi".
I più sdolcinati e odiosi della classe che volevano sempre stare al centro dell'attenzione, anzi, del mondo.
Ecco perché Cheryl voleva stare lontana da loro e prendeva i posti più lontani da quei "esseri". Almeno c'era Jean a proteggerla se avessero fatto qualcosa.
E, infine, arrivò il ragazzo di ieri, sorridente mentre entrava in classe come se non fosse in ritardo.
Tutti i suoi amici lo salutarono appena arrivò, accogliendolo come se non lo vedessero da un sacco di tempo.
Lui era felice, come se la sua vita andasse benissimo e che nulla lo stesse schiacciando.
Era contento.
Anche quando osservava per tutta la giornata la corvina mentre prendeva appunti durante le lezioni.
Non distaccava lo sguardo su di lei, soltanto quando lo richiamavano.
Lei l'aveva notato, ma non le fregava granché.
L'importante era seguire le lezioni.

<Ehy, come va?> chiese il castano mentre la ragazza stava facendo la solita strada per andare a casa che, purtroppo, non era con Jean.
La mora era stanca di averlo nelle vicinanze, quindi continuò a camminare senza rispondergli.
<Sai che è maleducazione?> disse il ragazzo che seguiva ossessivamente Cheryl.
Lei detestava così tanto la maleducazione che fu costretta rispondergli.
<Cosa vuoi?>
<Ho una proposta per te>
<Ovvero?> domandò la ragazza già infastidita.
<Vorrei portare te nella mia avventura> disse entusiasta il più alto.
<Spero che questa avventura duri poco> rispose indifferente Cheryl.
<Sisi, tanto ho solo novanta giorni> rispose il castano ammirando il cielo azzurro sopra di lui.
<Ti devi trasferire?> chiese lei ormai curiosa di cosa volesse fare il castano.
<Magari> rispose con un sorriso nostalgico.
Lei subito capì, rendendosi conto quanto fosse stata egoista nei suoi confronti.
<La fibrosi cistica non è una casa in cui andarsene>

♪𝑆𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜 𝑎𝑢𝑡𝑟𝑖𝑐𝑒♪
Salve a tutt*! Questo è il primo capitolo dello spin-off, spero tanto che vi piaccia.
Alla prossima!

𝘉𝘳𝘪𝘯𝘨 𝘮𝘦 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘺𝘰𝘶. ᵉʳᵉⁿˣᵒᶜTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon