2. Father

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La notizia arrivò alle sue orecchie in pochissimi secondi e, forse, solo le sue orecchie poterono sentirla.
La ragazza ci era rimasta di sasso, pensando a quanto stesse soffrendo interiormente il povero ragazzo diciasettene. Una malattia l'avrebbe portato via in 90 giorni, senza avergli fatto vivere la vita al massimo.
Ma la peggior cosa era sentirselo dire quando la sua vita stava per iniziare.
Alla ragazza faceva pena, ma non si mise a piangere o cose del genere. Rispose solamente così: <Ah, mi dispiace>
Lui rimase di sasso, pensando di ricevere una reazione diversa dalla corvina.
<Tutto qui? Ti sei dimenticata della mia proposta?> chiese deluso il castano
<Non sono stupida da dimenticarla, e poi non capisco perché tu abbia scelto me.>
Perché avrebbe dovuto scegliere una "sconosciuta"  come sua compagna d'avventura? Cosa aveva di speciale?
<Ti spiegherò tutto se accetterai> disse Eren sperando che lei accettasse la sua richiesta.
Lei non voleva assolutamente saperne nulla della sua situazione sanitaria e non voleva entrare in mezzo in essa.
Ma quei occhi color smeraldo che fissavano la corvina con fare speranzoso la costringevano di venire con lui. Non era mai successo prima, di solito rifiutava sempre.
<Allora portami a prendere qualcosa da mangiare, sto morendo di fame> disse la corvina facendo capire, non in modo tanto esplicito, di confermare la sua "partecipazione" all' avventura.
Il ragazzo fece salti di gioia, nonostante sapesse che doveva portare la mora in un locale per mangiare ma ciò non gli importò granché.

<Dimmi un pó, quando hai scoperto di essere malato?> chiese Cheryl mentre addentava un pezzo del suo sushi.
<Ce l'ho da vari mesi, ma pensavo fosse una cosa normale finché è peggiorato- > iniziò a raccontare il ragazzo mentre prendeva un pezzo del suo cibo facendolo cadere accidentalmente per terra e, successivamente, sia Cheryl che i proprietari lo guardarono male.
Subito si scusò raccogliendo il pezzo caduto con un fazzoletto di carta e poi appoggiarlo sul tavolo.
<Dicevo, notai che il mal di stomanco che mi provocava questa malattia era diventato più forte del normale, non riuscivo a respirare bene ed avevo difficoltà a digerire> finì di spiegare Eren prendendo in bocca, stavolta per bene, uno dei suoi hosomaki che aveva nel piatto.
<Precisamente quando iniziò?> Cheryl sapeva di poter sembrare invadente, ma ormai era fin troppo curiosa riguardo allo stato del ragazzo.
<Da gennaio> rispose secco il ragazzo.
La ragazza era così tanto sconvolta che fece cadere le bacchette dalla sua mano rimanendo bloccata.
Adesso loro stavano a dicembre, ed era quindi quasi passato un anno.
Perché non ci era andato subito dal dottore? Non sarebbe peggiorato così tanto se avesse fatto una visita medica.
La corvina aveva così tante domande da fargli, ma decise di fermarsi quando il castano iniziò a tossire pesantemente, richiamando nuovamente l'attenzione dei proprietari che adesso, invece di essere arrabbiati, erano preoccupati per il giovane ragazzo, visto che non era normale vedere un fanciullo "sano" (ai loro occhi) tossire in quel modo.
<Vuoi ritornare a casa?> domandò la ragazza. <Beh si è fatto tardi, quindi è meglio andare> rispose lui continuando a tossire.
Entrambi si alzarono pagando il conto e rispondendo a qualche domanda degli anziani, che si occupavano del locale, preoccupati per il ragazzo.
Eren subito, con un sorriso stampato in volto, rispose che stava alla grande e che era solo il solito mal di gola invernale.
Come faceva a mantenere quell'espressione sorridente nella situazione in cui stava vivendo? Come se sapesse mentire da anni.
Uscirono dal ristorante iniziando a camminarsi verso le proprie abitazioni, rimanendo in silenzio non sapendo di cosa parlare precisamente.
Ma quel silenzio tombale lo spezzò il più alto tra i due.
<Invece te che ci facevi in clinica?>
<Cose mie> rispose rapida la ragazza ritrovandosi, poi, il castano davanti a lei con uno sguardo arrabbiato.
<Io ti ho detto le mie di "cose", adesso tocca a te> disse lui facendo il segno delle virgolette.
<Pensavo che durante questo viaggio si dovevano sapere solo le tue di "cose"> rispose lei imitandolo.
Eren non sapeva cosa dire, di certo non poteva pretendere che la ragazza svuotasse il sacco immediatamente come aveva fatto lui. Doveva avere pazienza e aspettare che lei rivelasse qualcosa di personale.
Sbuffó per poi ricominciare a parlare: <Certo che sei noiosa come compagna di viaggio> si lamentò, ma Cheryl non disse nulla, roteò gli occhi al cielo, fissando con attenzione quest'ultimo.
Quella giornata fu l'unica serena di tutto l'inverno, faceva freddo ma comunque il sole c'era e non pioveva o nevicava affatto.
Infatti le previsioni meteo prevedevano l'intero resto della settimana calmo con zero probabilità di pioggia.
Alla mora dispiaceva: poteva usare la scusa del mal tempo per non uscire, ma anche il tempo l'aveva fregata.
Ma non poteva farci nulla, tutti la fregavano così tanto che ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Chissà se mai troverà una persona che non la fregherà mai e le dirà solo e solamente la verità.

Arrivò a casa salutando Eren che si trovava davanti al suo cancello.
Entrò lentamente sentendo la porta sbattere contro qualche lattina mentre la stava aprendo.
Sapeva già chi l'avesse lanciata sul pavimento del salone, ma decise di lasciar perdere ed andare verso le scale di casa sua.
<Ehi!> parlò una voce maschile, alta come i tuoni durante una tempesta, che fermò il percorso della ragazza.
Si girò lentamente, trovando un uomo steso sul divano con le gambe aperte, senza pantaloni e con una maglietta sporca di birra mentre si grattava i suoi testicoli con la mano sinistra e, con la destra, manteneva una delle sue tante lattine della sua bevanda preferita.
<S->cercò di parlare la corvina ma subito il suo occhio venne colpito da una latta provocando un graffio su esso.
<Si saluta quando si entra, codice a barre> urlò l'adulto mentre ricominciò a bere un'altra bibita.
<Scusa->
<Niente scuse, quella puttana di tua madre non ti ha imparato nulla eh?> la interruppe dinuovo portando lo sguardo sulla tv davanti a lui.
La ragazza lascio perdere, senza rispondere e andando verso camera sua.
<Almeno lei è tua moglie ed io sono tua figlia..> sussurrò ma tanto le sue parole non gli sarebbero arrivate a causa del volume alto della televisione.
Chiuse la porta della sua stanza dietro di lei e si chiuse dentro, aspettando con ansia l'arrivo di sua madre: nonostante avesse il gesso, la maggior parte dei servizi li faceva lei (con fatica), lasciando che suo "marito" si riposasse.
In realtà voleva che lei non arrivasse: non voleva sentire entrambi i genitori litigare.
Ogni discussione che sentiva finiva sempre con un silenzio tombale provocato da un oggetto che veniva lanciato o da un rumore di uno schiaffo proveniente da uno di loro.
La madre aveva ancora il coraggio di andare contro di lui, ma man mano stava scomparendo quando quelle semplici litigate serali stavano diventando piene di violenza invece che di parole.
La figlia lo sapeva ma, come Lilith, aveva paura di reagire e sfogava la sua rabbia repressa in un altro modo.
Odiava utilizzare quel metodo, ma era l'unica cosa che poteva fare. E lo detestava di più quando qualcuno glielo faceva notare, soprattutto se lo faceva suo "padre".
Guardò l'oggetto che usava come sfogo; come scappatoia. Sapeva che avrebbe peggiorato la situazione, ma non poteva evitare quel famoso oggetto sulla sua scrivania.
Intanto delle lacrime calde scendevano sul suo viso lentamente, e lei non fece nulla per fermarle perché non le importava più.
Si alzò dal letto, prese il taglierino dalla scrivania e lo ammirò per qualche secondo.
Lo vedeva come nemico, un nemico che la portava fuori dal mondo uccidendola man mano; ma anche un amico, un amico che l'allontanava da tutto e tutti, che la faceva sentire bene.
Aveva tanti contro ma anche dei pro che non voleva assolutamente ignorare.
Stava per afferrare l'oggetto senza pentirsi di nulla. Non le importava più, anche se aveva trascorso giorni senza prenderlo.
Ma venne fermata da una domanda che le venne in mente. Una domanda che prima aveva dimenticato completamente.
Perché Eren ha scelto lei?

❦︎𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐚𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞❦︎
Ciao a tutt*! Sono ritornata dopo tanto ma tanto tempo.
Scusate l'attesa ma, come ho già detto in precedenza, mi sono davvero impegnata col mio esame ed ho completamente ignorato la mia passione, ovvero scrivere.
Adesso sono ritornata, ho finito tutto e non vedo l'ora di sapere voi come state e come sta andando la vostra estate!
E sì, sto aggiornando all'una di notte.
Detto questo, alla prossima❤️

𝘉𝘳𝘪𝘯𝘨 𝘮𝘦 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘺𝘰𝘶. ᵉʳᵉⁿˣᵒᶜWhere stories live. Discover now