Come una piuma

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Ed eccolo arrivato. E' arrivato, ma io non sono del tutto pronta ad affrontarlo. Nella mia testa c'è un subbuglio di emozioni. Non so bene se siano positivi o negativi. Non voglio pensare a nulla, se non ad alzare la testa dal cuscino e trascinami in bagno. Mi guardo allo specchio in bagno in cerca di un dettaglio, un qualcosa che possa essere cambiato in questi giorni. Nulla. Eppure mi sento cambiata io, come mai prima. Per la prima volta sento di poter decidere della mia vita. Mi chiedo cosa ne sarebbe stato di me se avessi deciso di non collaborare con l'angelo. Semplicemente, di non voler cambiare la solita routine. Per la prima volta dopo settimane, mi sento felice di aver accettato l'amicizia di Eveline e di averle permesso di prendersi un posto nel mio cuore. Si dice tanto per dire, ovviamente. Mi lavo i denti velocemente e passo le dita tra i capelli fin troppo gonfi. Non vedendo miglioramenti lascio cadere le braccia lungo i fianchi, sbuffando. Torno in camera per scegliere qualcosa da mettermi. Frugo tra le magliette accatastate una sopra l'altra e ne tiro fuori una rossa. E' l'ennesima volta che Charity piega i miei vestiti, ma la sera tornano ad essere una montagna di stoffa disordinata. Lo so, non è il massimo, ma non ho proprio voglia di sistemare. Anche se questo significa beccarsi un'altra ramanzina. In quel momento il mio sguardo cade sull'abito appeso ad uno delle ante dell'armadio. Non sono sicura di volerlo mettere, non so se mi sentirò a mio agio. O se sarò presentabile al ballo. Troppe paranoie, Hope. Allungo una mano e ne accarezzo il corpetto, per poi chiudere la porta di camera e scendere in cucina. Trovo Jason e Tom che ridono per un'idiozia detta dal mio accompagnatore. Il sorride sulla faccia di Tom non scompare quando mi vede, anzi si alza e mi da un bacio sulla guancia. Vedo Jason alzare gli occhi al cielo e io ricambio il bacio, tanto per farlo arrabbiare. Tom capisce e ride, ritornando ad appoggiarsi all'isoletta. Sta da Dio con quella camicia aderente. Peccato che la sua bellezza non mi faccia alcun effetto. Mi viene in mente un'altra persona, ma cerco di scansarne il ricordo velocemente. "Pronta per stasera, Hope? Tu ed io insieme, per tutta la sera" mi chiede con uno sguardo malizioso. Io lo guardo di traverso "Come potrei non esserlo?" dico sarcastica. "Oh, andiamo. Ci divertiremo, promesso" si mette una mano sul cuore. Io scuoto la testa "Aha, immagino." Lui si gira verso Jason, che fa l'indifferente. "Hai saputo? Il giovincello ha chiesto all'angelo di venire al ballo." io annuisco mentre Jason fulmina con lo sguardo l'amico. "Un'uscita a quattro. Fantastico" dico di malavoglia. " Un'uscita a sei. Viene anche l'angelo con la sua amata dama" dice Tom. Sapevo che sarebbero venuti, ma insieme a noi? "Abbiamo prenotato un'unica limousine, quindi ci dovremmo adeguare" dice il mio fratellone leggendomi nel pensiero. Oppure è stata la mia faccia a fargli capire la disapprovazione. Maledizione! Un motivo in più per non andarci. L'ultima cosa di cui ho bisogno è stare vicino a quell'arrogante e a quella vipera. Fatti l'uno per l'altro d'altronde. "Dai Hope, non fare così. Vedrai che troveremo un momento per stare insieme." La mia risposta a Tom è un pugno al petto. Lui fa finta di essere rimasto scioccato dal mio gesto, ma poi scoppia a ridere. "Forza, andiamo. Dobbiamo ancora comprare uno smoking" dice mettendosi la giacca. I capelli gli ricadono sulla fronte e lui con la mano li riporta in ordine. Mi ignora completamente ed esce dalla stanza senza aggiungere altro. "A stasera, principessa" mi dice Tom facendomi l'occhiolino. Dopodiché scompare dietro a mio fratello. È passato così tanto dall'ultima volta che mi ha chiamata così. Questo nomignolo risale a quando da piccoli giocavamo ai cavalieri e alla principessa. Tom era il cavaliere bianco, forte e coraggioso, mentre Jason era quello rosso, colui che mi avrebbe difeso anche a costo della propria vita. Rammento così tanto quel periodo, un'altra vita, un'altra epoca, un altro pezzo di quest'eternità. Niente preoccupazioni, niente problemi, solo giornate di sole in cui divertirsi e non pensare a quello che saremo diventati con il passare degli anni. Una trasformazione a cui andavamo tutti incontro e che si sarebbe portata via ogni briciolo di complicità o di allegria. Mi appoggio al lavandino e finisco con calma la bevanda. Mi volto verso la finestra che dà sulla strada e guardo i miei due cavalieri salire sull'auto e sgommare via. Mi sento malinconica e allo stesso tempo nostalgica. Ormai di noi tre non è rimasto altro che un ricordo lontano. La vita ha preso una piega diversa da quando siamo cresciuti e ne sta prendendo un'altra in queste settimane. Lavo la tazza e la rimetto al suo posto. Salgo di sopra e mi siedo sul pavimento, appoggiandomi al letto. Miracol è intento a strappare col becco le frange del tappeto. Allungo la mano verso il cassetto e prendo la scatola di biscotti che ho preso con me dalla cucina. Non so se a Miracol faccia bene mangiarli, ma da come li mangia si vede che gli piacciono. È bello avere qualcuno sempre con me, soprattutto se è silenzioso come il mio corvo. I miei pensieri si spostano su un angelo fin troppo loquace. Chissà come è stato per Vivy passare una giornata intera con quella figlia di papà. Solo l'idea mi fa venire i brividi. In quel momento suona il cellulare e lo tiro fuori dalla tasca dei jeans. Lo schermo mi mostra "numero sconosciuto". Appena rispondo sento la voce squillante della mia nuova amica. "Hope, mi dispiace tanto per ieri. Ho cercato di chiamarti ma non avevo più credito. Infatti ti chiamo dal cellulare del mio big brother." Alex? Perché ha messo numero privato? Ridicolo! Intanto Vivy continua a parlare ininterrottamente di come si è annoiata e di quanti vestiti ha provato. Non riesco a capire perché abbia messo numero sconosciuto. Crede che io lo memorizzi? Illuso. Basta pensarci, Hope! "Non ti preoccupare, capisco." la interrompo velocemente per non sentire altro. "Fiuhh. Pensavo peggio." dice ridendo. Scusami? "Ora devo andare dalla parrucchiera e mio fratello sta pretendendo il cellulare. Ci vediamo stasera." Mi saluta frettolosamente e io ricambio, per poi riattaccare. Ora può riavere il suo stupido cellulare. Guardo il mio riflesso nello specchio sull'anta del guardaroba. Eh, si. Ho bisogno del parrucchiere, anzi di mia madre. Quando suona il campanello, io sto ancora camminando su e giù per la camera, cercando di abituarmi ai tacchi. Mi guardo allo specchio e rimango stupita da come può cambiare il tuo aspetto un abito da sera. Faccio un piccolo giro, facendo svolazzare la gonna leggera. Leggera. È proprio come mi sento. Leggera come una piuma, cosa che cambierà appena scenderò. L'agitazione mi fa sempre dei brutti scherzi. Non devo fare figuracce, non stasera, mi dico guardandomi nello specchio. Con il dito accarezzo il corpetto che mi si stringe alla vita. Forse è un pò troppo sfarzoso, ma non mi dispiace. Di certo posso dire che nessuno mi ha mai visto così. Anzi, nemmeno io mi sono mai vista così. Anche i capelli sono una novità. Sono semi raccolti e tenuti in alto da piccole forcine con una perla all'estremità. Tra i capelli sembrano scuri delle stelle in un cielo privo di luna. Tocco con delicatezza alcune ciocche che ricadono sul viso. Non vorrei rovinare le due ore di lavoro di Charity. La sento chiacchierare con Tom e mi preparo ad andare incontro al mio accompagnatore. Non so bene come prenderà la mia totale trasformazione. Bè, ormai è fatta, mi dico scendendo dalle scale. Dopo essere andata in soggiorno vedo Charity, Tom e mio fratello che chiacchierano amabilmente. Inizialmente nessuno si accorge di me, poi Jason si volta e riesco a scorgere la sorpresa sul suo volto. Sorrido leggermente e abbasso la testa, alzandola solo quando Tom fa un fischio. Mia madre mi guarda con la mano al cuore. A questo punto non riesco a trattenere il sorriso. "Cavolo, sei incantevole!" mi dice il mio accompagnatore. Lo guardo e devo ammettere che sta da Dio con quel completo nero. "Hmm, anche tu non sei male." dico, mentre mi guarda dal basso verso l'alto. "Andiamo prima che cambi idea." gli dico. L'ho detto che non amo essere al centro dell'attenzione. È una bella sensazione, però, devo ammetterlo. Mia madre ci accompagna fino alla porta e mi da un bacio sulla fronte "Pensa a divertirti, tesoro. Solo a divertirti." mi dice prima di lasciarci andare. Io annuisco una volta ed esco fuori casa. Davanti al vialetto c'è una limousine bianca, con tanto di autista che ci apre la porta. Mi sta fissando e la cosa mi fa venire voglia di tornare in camera, al calduccio sotto le coperte. Si fa per dire! Io entro dentro e mi accomodo sul sedile di pelle nera. L'intero è luminoso e sfarzoso, con tanto di champagne all'interno. Dubito seriamente che qualcuno toccherà la bottiglia. Accanto a me si siede Tom, seguito da Jason che lascia un posto libero per la sua amata. Devo dire che non l'avevo mai visto tanto agitato. Cerco di trattenere un sorriso, ma da come mi guarda male mio fratello, non devo esserci riuscita molto bene. Sento l'autista entrare dentro e chiudere la portiera. Si, stasera penserò solo a divertirmi. La macchina parte per la villa Salvatore e la mia ansia cresce sempre più. Non ho voglia di vederli. Non insieme! Stasera non ci voglio pensare, non voglio pensare ad Alex. Allora perché sto torturando le mie dita?

The Light side of DarkWo Geschichten leben. Entdecke jetzt