Capitolo 60 "12 anni prima"

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Il ventunenne Sirius Black scese dalla sua moto con un balzo, leggero come raramente era, ansioso di rivedere la sua famiglia. Erano ormai passati due mesi da quando aveva ottenuto il permesso di andare a trovare la famiglia Potter. Certo, aveva parlato con James via specchio, ma sicuramente non era la stessa cosa. In fondo, via specchio, non poteva prendere Harry tra le braccia, godendosi la risata infantile del suo dolcissimo figlioccio, o abbracciare la sua Flower, dicendole che tutto sarebbe andato bene, né, tanto meno, schiantare James. La notte di Halloween loro solevano... Sirius bloccò i suoi pensieri, vedendo qualcosa che gli mozzò il fiato. "James..." si ritrovò a mormorare, mentre le sue gambe si  bloccavano. La piccola casetta dove soggiornavano i Potter, sostituta del grande Potter Manor che avrebbe, sicuramente, attirato l'attenzione, era completamente distrutta.
"Non può essere... non può essere... non può essere..." Sirius si rese conto che le sue mani stavano tremando e che faticava a tenersi in piedi da solo. Non poteva perdere Lily ed Harry. Non poteva perdere James. Alla sola idea gli veniva la nausea.
Inspirò profondamente, troppo terrorizzato per fare un solo passo verso la casa dei suoi migliori amici.
"Merlino, no... ti supplico..."
Improvvisamente un pensiero orrendo quasi quanto quello di prima gli balzò in testa. Peter. Per James forse era troppo tardi (al solo pensiero avvertì un'altra fitta allo stomaco) ma forse poteva ancora salvare Peter. In fondo, non poteva sapere che, inconsciamente, cercava solo di rimandare con delle scuse il momento in cui avrebbe scoperto la verità.

Si smaterializzò immediatamente vicino al posto dove Peter si era nascosto ed entrando chiamando l'amico, inutilmente. L'unico, enorme, sollievo, fu che non c'erano segni di lotta, quindi...
Sirius cadde in ginocchio, la verità improvvisamente limpida davanti ai suoi occhi. Peter. Era sempre stato Peter. Quell'insistenza per portare i maglioni anche all'interno, quell'improvviso luccichio che lui gli aveva colto negli occhi quando aveva proposto di nominarlo custode segreto... non era riconoscenza, era semplicemente la gioia che lo aveva pervaso nel poter consegnare i Potter a Voldemort. Sirius non riuscì più a trattenere la nausea e si avvicinò ad un cespuglio, vomitando. I suoi amici erano morti. La sua famiglia era morta ed era stata tutta colpa sua.
"Ancora non sai se i Potter sono veramente..." quella debole speranza si riaccese in lui, ma poi si rese conto che Voldemort non avrebbe risparmiato neanche uno di loro.
"SI INVECE! LORO SONO MORTI E A CAUSA MIA!" Sirius lo gridò, straziato. Non era pronto a perderli. Avevano avuto troppo poco tempo. E soprattutto, non poteva perderli per colpa sua. Provava un miscuglio di emozioni che faticava a comprendere, ma in quel momento non riusciva ad essere arrabbiato con Peter. Riusciva solo a pensare a Lily, James, Harry, Lily, James, Harry, mentre le immagini si susseguivano nella sua testa, straziandolo ancora di più.
Un gruppetto di babbani, che prima camminavano per i fatti propri, si avvicinarono a lui, domandandogli se andasse tutto bene, ma lui li ignorò, continuando ad ignorare tutte le voci, almeno fino a quella di...
"Sirius." una vocina squillante, che lui riconobbe immediatamente, attirò la sua attenzione. "Come hai potuto?"
Gridò Peter Minus mentre lui, sbalordito, si alzava in piedi e metteva la mano sulla bacchetta, puntandola verso il traditore.
"Lily e James morti... E A CAUSA TUA!"
Prima che Sirius se ne rendesse conto, Peter aveva già fatto saltare in aria la strada, trasformandosi in ratto per poi scappare nelle fogne. Sirius quasi non si accorse delle urla presenti nella strada, vide solo gli auror avvicinarsi piano a lui, sperando di coglierlo di sorpresa. Se avesse voluto reagire, lo avrebbe fatto, ma non aveva alcun diritto di vivere, non dopo che le persone che lo avevano accolto nella loro famiglia erano morte a causa sua. Eppure, in quel momento, gli venne spontaneo pensare a James. Non poteva andare a finire così, non senza un addio. Con un coraggio che non credeva di avere, proprio mentre gli auror stavano per disarmarlo, si materializzò alla piccola casetta distrutta, sentendo qualcosa che non credeva avrebbe mai più sentito. Qualcuno stava urlando. Certo, un urlo tremendo e straziante, ma l'urlo era di Lily! Si domandò se fosse un fantasma, o magari solo una stupida allucinazione, ma questo gli diede la forza di varcare la soglia. Il primo piano era distrutto, ma non c'era alcun corpo per terra. Avvertì un rumore di pianto al piano di sopra, un pianto che non sembrava affatto un'allucinazione. E così, con le lacrime agli occhi, riuscì a trovare la forza di salire. 
"Merlino, fa che si siano salvati, ti prego!"
E, dopo un tempo che sembrava infinito, arrivò alla cameretta di Harry, vedendo due figure in piedi davanti alla culla e al muro distrutto. Stentava a crederci, ma non voleva ancora illudersi...
"J-James?"
"Sirius!"
Sirius non riuscì a evitare un singhiozzo di sollievo quando Lily, che lo aveva chiamato, gli si gettò tra le braccia.
"Lils..."
Non gli interessava sapere come erano sopravvissuti. Tutto ciò che contava era che erano vivi, con lui.
"Harry... Io non l'ho protetto. Ho fallito."
Gridò la donna in modo straziante. Sirius sentì le forze abbandonarlo. E così il piccolo Harry era...
"No, Lils... io dovevo proteggerlo, non tu. E' per questo che mi avete nominato suo padrino."
Sirius si accorse di avere una guancia bagnata dalle lacrime.
"Dovremmo... dovremmo prenderlo, no?"
"Fa-fallo tu... io non posso." James strinse tra le sue braccia sua moglie.
"Va bene... vediamo cosa... cosa posso... cosa..."

Sirius cominciò, con estrema dolcezza, a ripulire il figlioccio dal sangue.
"Feppato?" chiese una voce sottile sottile.
Inutile dire che in quel momento tutte le forze che aveva abbandonarono Lily che svenne sulla spalla di suo marito. James si appoggiò alla porta per evitare di svenire e Sirius perse l'equilibrio, per poi scattare nuovamente in piedi.
"Jamie?" domandò
, fissando con aria spaventata il bambino. 
"Sirius... io non... non so che dire... tiralo fuori e io penso a far risvegliare Lily." disse lui ma non ce ne fu bisogno. La donna aprì gli occhi di scatto.
"Harry!" esclamò alzandosi rapidamente.
"Feppato!" urlò nuovamente il bambino. Sirius, tremante, prese il piccolo Harry tra le sue braccia. "Feppato? Mamma nanna e me bua!" 
"Questa... non è una cosa normale..." disse James.
"Non mi importa se è normale o no. Mi basta sapere che mio figlio è vivo." disse lei, prendendolo tra le braccia e baciandolo. Gli scostò i capelli, rivelando una cosa terrificante.
"Ne-nemmeno quella è normale." disse Sirius. Sulla fronte Harry aveva una cicatrice a forma di saetta arrossata.
"Direi proprio di no." disse James.
"Fermi... Voldemort. Dobbiamo andarcene." Ed era la verità. Non potevano rischiare un altro scontro con Voldemort, non lo stesso giorno, almeno. E, per quanto odiasse quel posto, c'era un unico posto completamente sicuro, grazie agli incantesimi che lo proteggievano. Là sarebbero stati avvertiti se qualsiasi persona avesse voluto attaccarli. "Andiamo a Grimmauld Place, lì dovremmo essere al sicuro." concluse e i coniugi Potter annuirono. Avrebbero pensato là a cosa fare ma ora dovevano andare al sicuro e portare via Harry.

Quella stessa sera decisero di restare a vivere a Grimmauld Place, almeno per qualche mese, fino a che Voldemort non fosse stato più una minaccia. Persino Remus, dopo una discussione, dovette ammettere che era il posto più sicuro in cui stare e che quindi si sarebbe unito a loro. Sirius, sotto sotto, non poté che esserne felice. Era come tornare ad Hogwarts, con l'aggiunta però della sua migliore amica e del suo dolce figlioccio.
Quella notte, una volta che Harry si fu addormentato, Lily lo prese in braccio, e con lui e gli altri malandrini, entrò nel camino in modo da arrivare direttamente nell'ufficio di Silente. Avevano mandato un Patronus per annunciarsi, al quale Silente non aveva risposto, ma data la gravità della situazione non pensavano sarebbe stato un problema.
"Vi attendevo, signori Potter. Mettetevi comodi, tutti quanti, ho preparato un bel tè."
"Professore, non voglio mancarle di rispetto, ma avremmo cose più preoccupanti a cui pensare prima di bere il tè." osservò James.
"Tipo?"
"Voldemort?"
"Accomodatevi, come vi ho detto, signori. Penso che dobbiate essere aggiornati sugli ultimi avvenimenti."
E così Silente parlò ai malandrini di come Harry e Lily avessero sconfitto Voldemort e di ciò che era successo quella notte.
"Nonostante ciò, ritengo sia importante spostare la vostra residenza stabilmente a Grimmauld Place. Voldemort se ne è andato, si, ma non credo che sia completamente morto e i mangiamorte ancora in circolazione potrebbero darvi la caccia."
"Tipo Peter?" James non riuscì  frenare quell'osservazione sarcastica. Sirius gli aveva raccontato tutto di ciò che era successo con quel lurido ratto.
"A proposito di Peter Minus, è il momento di toccare un argomento delicato."
"Già, perchè erano così allegri fino ad'ora." osservò James.
"Stavo dicendo... Il ministero si è occupato di cancellare le menti dei babbani, dopo aver ascoltato le loro testimonianze. Tutti attestano che il piccolo Peter ti ha fronteggiato con coraggio per vendicare la morte degli amici avvenuta a causa tua."
"Bastardo." Non riuscì a trattenersi Sirius.
"Ma se è solo questo il problema non ci basta andare al ministero per spiegare la situazione?" domandò Lily.
"Con questo riuscireste a risolvere solo il problema del guardiano segreto, ma il ministero al momento è a caccia di colpevoli e c'è un'intera strada che ha attestato che Sirius ha ucciso Peter. Il ministero troverebbe comunque modo di dargli la colpa."
"Ma non possiamo semplicemente utilizzare il veritaserium?"
"Si, ma dovrebbe rivelare che siete animagus non registrati e la pena è..."
"Comunque Azkaban." concluse Lily.
"Non andrò al ministero, allora. Non ho alcuna intenzione di metterti in pericolo Jamie."
"Ma sarai catturato! Non può succedere Sirius..."
"C'è un'altra scelta." Li interruppe Silente.
"Quale?" domandarono in coro i due malandrini.
"So che sarà difficile ma potresti pure sempre vivere da ricercato."
Sirius fissò Silente. Era pronto ad essere odiato, disprezzato dal mondo solo per tenere James Potter al sicuro?
"Ci sto."



La famiglia PotterWhere stories live. Discover now