Capitolo 16 "Un troll nei sotterranei"

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La sera del 30  ottobre Harry venne disturbato mentre leggeva.
"Abbiamo sentito che domani vuoi venire ad Hogsmade." disse Fred.
"Sai è la nostra prima uscita..." continuò George.
"Legale."
"Ad Hogsmade." disse alla fine George.
"Mmm..." mormorò Harry alzando appena lo sguardo dal suo libro.
"Ecco." disse Fred passandogli una piccolo bustina di pelle marrone.
"Cos'è?" domandò.
"Mocassino... c'entra di tutto." disse George.
Harry finalmente distolse totalmente lo sguardo dal libro.
"Usalo per riportare le cose. Sennò... potrebbero beccarti." disse Fred.
"Grazie mille!" esclamò lui con un sorriso.
"Di niente." risposero loro e se ne andarono. Harry si preparò e, dopo le lezioni, si diresse verso il passaggio della strega orba.

Bussò come gli aveva insegnato il padre e il passaggio si spalancò. Proseguì lungo tutto il tunnel e riuscì ad arrivare a Mielandia. In tasca aveva 50 galeoni sonanti, pronti per essere spesi.
Si diresse, cercando di non dare nell'occhio, all'emporio degli ingredienti magici. Entrò e tirò fuori la lista con le cose che gli servivano. Scettico, il commerciante, gli consegnò tutto. Harry pagò, con un gran sorriso. Gli restavano ben 30 galeoni da spendere in un fantastico regalo di compleanno per il suo padrino. Mise tutti gli ingredienti nel mocassino e lo mise al sicuro in tasca.
Si diresse poi da Mondomago. I suoi genitori gli avevano sempre raccontato che ci si poteva trovare di tutto e di più.
Cercò per una buona mezz'ora, tra gli scaffali, fino a che non trovò una meravigliosa chitarra.
Suo padre gli aveva sempre detto che Sirius amava suonare ma non l'aveva mai ammesso visto che si imbarazzava. Diceva che secondo lui suonare la chitarra non era da duro. Quella era una chitarra meravigliosa, in legno, e con infondo il simbolo di Grifondoro. Se ne innamorò immediatamente.
Pagò... Ben venti galeoni... Erano tanti ma non era mai stato così soddisfatto. Lui non aveva mai potuto fare regali a nessuno. Tutti, in quella casa, gli dicevano che non doveva spendere i suoi soldi in stupidi regali per loro, nonostante lui non fosse d'accordo. Tra tutte le paghette  (un galeone a settimana) aveva accumulato un bel gruzzoletto che i suoi genitori gli avevano detto di spendere in cose per lui e non per loro.

 Il problema era che Harry non sapeva proprio come spenderli. Le sue più grandi passioni erano i libri e il Quidditch. Per il quidditch suo padre gli prendeva qualcosa di nuovo come scope o boccini tutti i mesi, nonostante lui protestasse. Secondo lui quello era il modo migliore per fargli amare quello sport.
Invece i libri gli venivano comprati praticamente ogni settimana da Remus e sua madre. Senza contare tutti i libri che aveva letto della biblioteca dei Black (una stanza davvero enorme che Sirius e James detestavano.) Si era rinchiuso in quella stanza spessissimo. I libri aumentavano sempre di più se considerati tutti quelli che gli venivano regalati. Aveva letto praticamente mattoni di trasfigurazione, incantesimi, astronomia, erbologia, pozioni e cura delle creature magiche. C'erano anche libri sulla difesa contro le arti oscure e sulle arti oscure (la maggior parte dei libri in questione erano appartenuti alla famiglia di Sirius.)
Divorava quei libri... riusciva a leggere anche mille pagine durante un giorno di pioggia, se non disturbato da Sirius o suo padre. A volte anche sua madre o Remus, lui molto più spesso, si rifugiavano con lui a leggere. Aveva scoperto l'amore per i libri di avventura. Per gli abiti poi... Quelli erano i regali di Sirius per il figlioccio visto che secondo lui era l'unico con un minimo di senso di stile in quella casa.

Harry percorse rapido il passaggio, dopo aver messo la chitarra nel mocassino, e tornò velocemente nella sua sala comune.
"Harry!" lo accorse Ron con un gran sorriso. "Hai preso il regalo per tuo zio? Ti hanno scoperto?" chiese poi. Anche lui voleva accompagnare Harry ma il corvino aveva insistito per farlo restare al castello e coprirlo.
"Sì e no, per fortuna." rispose Harry sorridendogli. Ora la cosa più importante da fare era trovare Hermione e dirle che aveva tutti gli ingredienti.
"Sai dov'è Hermione?" chiese poi. Ron avvampò.
"Ehm... è in bagno..." rispose vago.
"Aspetterò che torni." disse lui.
"Potrebbe starci un po'." disse Ron.
"Ma sta bene?" chiese Harry, preoccupato per la sua amica.
"Ehm... potrebbe avermi sentito dire a Neville che lei era un incubo..." disse lui imbarazzato.
"Ron!" esclamò lui incrociando le braccia al petto.
"Lo so, lo so. Ho esagerato. Ma lei mi ha corretto così tante volte che mi sono arrabbiato." si scusò lui.
"Stasera le parleremo e tu le chiederai scusa." disse Harry in tono che non permetteva repliche."D'accordo... hai vinto." disse lui sollevato dal fatto che il suo amico non gli avesse fatto una pubblica sgridata.

Quella sera andarono insieme al banchetto di Halloween.
La festa era davvero spettacolare... zucche volanti... un buffet tutto a tema arancione.
Si stavano divertendo tutti vedendo quante caramelle potevano entrare nella bocca dei gemelli Weasley quando il professor Quirrel entrò di corsa.
"Troll... nei sotterranei... io ve l'ho detto." disse prima di svenire.
"Silenzio! I prefetti vi condurranno nelle vostre stanze... seguiteli con ordine." disse Silente.
Harry e Ron si diressero insieme verso la loro sala comune quando un pensiero gelido li attraversò entrambi.
"Hermione." gridarono entrambi, preoccupati. "Non sa del troll."
Aspettarono che Percy Weasley fosse distratto e poi corsero via, verso il bagno delle ragazze. Come a prendersi gioco di loro c'era il troll che, con la mazza, cercava di prendere Hermione che era nascosta dietro un lavandino. Entrambi si guardarono, non sapendo cosa fare. Una mazzata parecchio vicina alla ragazza fece arrabbiare così tanto Harry che fu scosso dal suo istinto da figlio di animagus o più semplicemente da istinto malandrino.
Si scagliò con un urlo di battaglia sul troll e si arrampicò sulle sue spalle. Il troll cercò di prenderlo a mazzate ma Harry, voltandosi, le scansò e il troll si tirò la mazza in testa. A quel punto, mentre Ron gli faceva volare via la mazza Harry gli infilò la bacchetta nel naso per disorientarlo. Il troll si agitò e, mentre era distratto, Harry prese al volo la bacchetta di Ron, che il proprietario gli aveva tirato, e fece uno schiantesimo di potenza tale che il troll svenne. Ringraziò mentalmente i suoi genitori per averglielo insegnato nonostante fosse un incantesimo del quarto anno.

Hermione si lanciò su di lui, abbracciandolo. Harry sorrise... un sorriso che gli si congelò sulle labbra quando vide arrivare la McGonagall. Lei lo fissava furente e bianca come un cencio.
"Cosa credevate di fare? Potevate restare uccisi! Sapete che quasi nessuno studente del primo anno ci sarebbe riuscito? Io stessa avrei trovato difficoltà." disse lei, furente. "Perchè l'avete fatto?"
"Professoressa McGonagal... loro non c'entrano niente. E' colpa mia. Io ho letto un libro sui troll e pensavo di riuscire a batterlo ma se non fosse stato per Harry e Ron sarei rimasta uccisa." disse Hermione facendosi avanti.
"Mi delude signorina Granger. Sarò costretta a togliere cinque punti a Grifondoro. Detto questo ne aggiungerei dieci per il signor Potter e il signor Weasley... a testa." disse poi. "Ma per la grazia di Merlino, come avete fatto?" chiese.
"Harry l'ha steso con uno schiantesimo." disse subito Ron.
"Schiantesimo? A soli undici anni?" chiese lei.
"Mia madre." disse semplicemente lui. Lei lo fissò ma Harry giurò che, prima di girarsi, gli avesse rivolto un sorriso.

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