Capitolo 68 "Hogwarts express"

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"Harry, potresti concedermi una parola?"
"Ma certo signor Weasley" Harry sorrise, mentre si spostava con il signor Weasley in una zona più appartata del confusionario binario nove e tre quarti. "Le occorre qualcosa?"
"Cosa sai di quest'uomo, Harry?" domandò, indicando una foto di Sirius con la scritta "Ricercato numero uno" appesa ad una colonna del binario.
"So solo che ha ucciso dodici babbani." rispose Harry, esattamente come i genitori lo avevano istruito.
"Bene, devi ascoltarmi, quest'anno devi fare molta attenzione, forze oscure sono al lavoro per cercare di entrare nel castello. Black non ha solo ucciso dodici babbani, era il braccio destro del Signore Oscuro, il suo miglior alleato."
Harry si immobilizzò. Non credeva che Sirius fosse un alleato di Voldemort, naturalmente, ma se ciò era vero voleva dire che doveva esserci un'altra spiegazione. Un'altra cosa su cui la sua famiglia aveva di nuovo mentito. Che c'entrasse Peter Minus?
"E inoltre, c'è un motivo per cui le ricerche sono tornate così intense. Non ti sei chiesto il perché improvvisamente il mondo magico sembra essersi nuovamente ricordato di Sirius Black?"
"I giornali dicono che sia stato avvistato ad Hogsmade"
"Ha lasciato un messaggio, Harry. Ad Hogwarts. Un messaggio per te."
"Lui... ha fatto cosa?"
"Ti sta dando la caccia, Harry. Devi stare attento."
Malgrado fosse l'ultima cosa che volesse fare, Harry sorrise incoraggiante.
"Beh, non potrà essere peggio di Voldemort, no?"

"Sbrigati tesoro!" lo accolse sua madre quando Arthur Weasley lo lasciò libero.
"Remus?"
"Già salito, si è preso uno scompartimento da solo nell'ultimo vagone. Vantaggi degli insegnanti, suppongo"
"Pensavo che gli insegnanti che prendono il treno avessero una carrozza a loro completa disposizione."
"Già, evidentemente non è così. Vieni qui." Lo baciò sulla fronte, con dolcezza, allo stesso modo in cui la madre di Ron baciò lui. Sapevano entrambi il perché Remus non fosse salito nella carrozza degli insegnanti. La notte prima della partenza c'era stata la luna piena e probabilmente non aveva voglia di farsi vedere in quello stato. Doveva già essere abbastanza dura per lui l'idea che così tante persone fossero a conoscenza del suo più grande segreto, chissà cosa temeva se si fosse fatto vedere malconcio come era di solito dopo le sue notti.
"Fai attenzione, chiaro? Ti ho infilato il permesso per Hogsmade nella tasca più interna del baule. Comportati bene e scrivimi spesso."
"Tua madre intendeva scrivici, ovviamente" la corresse suo padre. Sirius era rimasto a casa a causa della situazione delicata e, per la prima volta, c'erano solo i suoi genitori a salutarlo alla stazione.
"Vi scriverò, ovviamente. Se non c'è altro che volete dirmi"
"Oh, certo, va' pure tesoro. Ti amiamo." abbracciò entrambi per poi seguire Ron ed Hermione, che lo stavano aspettando sulle scalette del treno.
"Qualche preferenza per il posto, Harry?"
"In realtà, direi proprio di sì"

"Un professore! Miseriaccia, amico, non poteva andarsene nella carrozza con gli altri insegnanti?"
"Dov'è finita la tua sensibilità, Ronald? Questa notte c'è stata la luna piena. Ho letto tutto sull'argomento da quando mi hai detto del problema di Remus: i licantropi sono particolarmente stanchi il giorno seguente alla luna piena ed è per loro sconsigliato usare mezzi di trasporto magici, quali la materializzazione e i camini. Probabilmente non voleva farsi vedere in uno stato devastato il suo primo giorno, no?"
"Hai... mi ero dimenticato della luna piena. Mi dispiace, Harry."
"Nessun problema Ron, penso che avrei pensato la stessa cosa a ruoli invertiti. Vogliamo entrare?"
"Dopo di te"
Harry prese posto accanto a Remus, che dormiva, appoggiato al finestrino, e Ron ed Hermione si accomodarono davanti a lui.
I tre cominciarono a parlare a bassa voce, cercando di non disturbare Remus (la scelta di Harry di sedersi accanto a lui era stata fatta anche per evitare che altri ragazzi non a conoscenza della sua situazione combinassero qualcosa), e il treno partì.
Come ogni anno, la strega del carrello passò a chiedere se necessitassero di qualcosa e loro accettarono gentilmente, spargendo le caramelle sul sedile tra Ron ed Hermione. Harry notò che Crosta continuava a starsene nascosto e provò un moto di dispiacere per lui. Non doveva essere facile essere un topo.
Scoprirono che lo stare nel vagone di un insegnante aveva anche dei vantaggi. Quando Draco Malfoy, puntuale come un orologio, si presentò al loro scompartimento, i suoi occhi caddero su Remus addormentato. Prima che potesse fare una battuta delle sue, Hermione lo nominò "Professor Lupin", costringendo Malfoy e i suoi due fedeli scagnozzi a ritirarsi.
"Forse non è poi così male sedere con un insegnante, dovremmo farlo più spesso" osservò Ron, ridendo.
"Dipende dall'insegnante in questione: preferirei restare chiuso in una stanza dieci ore con Malfoy che passare dieci minuti nella stessa stanza di Piton"
"Lo dici solo perché potresti mettere a terra Malfoy in qualsiasi momento."
"Forse, ma è anche più semplice da gestire. Invece immagina di essere chiuso in una stanza, con Piton che ti guarda con quegli occhi pieni sia di disprezzo che di indifferenza, lui che sembra sempre di più un pipistrello"
"Ti prego, non farmelo immaginare, è inquietante."
Il treno si fermò di colpo.
"Pensate che sia Piton venuto a vendicarsi per le nostre parole poco gentili?" domandò Ron, ghignando.
"Non possiamo essere già arrivati, no? Mancano ancora tre ore." Hermione assottigliò lo sguardo cercando di guardare fuori, ma vedendo solo pioggia e nebbia.
Harry avvertì un brivido percorrergli la schiena.
"C'è qualcosa che non va"
Si alzò, aprendo la porta dello scompartimento e vedendo Ginny Weasley fare lo stesso. Le fece un cenno con la mano e lei, rossa nel volto, e Neville li raggiunsero.
"Avete capito cosa sta succedendo?" domandò lui, confuso.
"Non ne ho"
Le luci saltarono improvvisamente e il treno si ritrovò al buio.
"Harry ci sei?"
"Si Hermione sono qui"
"No, quello è il mio occhio, ahia!"
"Scusa Neville, scusa. Aspettate, rimettiamoci tutti a sedere. Ginny, Neville, venite qui."
"Attenti a non schiacciare i dolci."
"Davvero ti preoccupi dei tuoi dolci in questo momento Ronald? L'Hogwarts Express non si è mai-"
Il rumore di un portellone che veniva spalancato.
"Pensate che sia lui? Credete che sia Black?" domandò Neville.
"Ma no, che idiozia!" rispose Ginny in tono sfacciato, ma Harry capì che era spaventata.
"Okay, restiamo calmi. Chiudiamo la porta, sicura-"
Harry avvertì un freddo immobilizzante. Non aveva mai sentito un freddo del genere, ti avvolgeva dalle ossa, non dall'esterno. Proprio quando era sul punto di chiudere la porta dello scompartimento, una creatura spaventosa e svolazzante gli si fece davanti. I suoi pensieri sprofondarono, non era più in grado di pensare lucidamente. E improvvisamente udì un grido, seguito da una luce verde e da un dolore agonizzante sulla fronte. Era un dolore straziante, così tanto che gli mancò l'aria e, alla fine, svenne.

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