Capitolo 23

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Per prima cosa ho mandato un messaggio a Diego col cellulare di mia madre avvertendolo del problema, non ha ancora risposto. Ora sto andando al negozio per scoprire se possono ripararlo, spero non ci voglia troppo tempo.

"Qual è il problema?" mi chiede il commesso con aria scocciata.

"Beh il cellulare si è spento e non si riaccende più" rispondo.

"Lo hai fatto cadere?"

"Certo che no! Non ho fatto niente del genere" rispondo irritata.

"Pff sta tutto il giorno a mandare messaggi, certo che lo ha rotto!" gli dice mio padre.

Il commesso se la ride e sistema il cellulare in una scatola sulla quale appiccica un foglio con le informazioni.

"Sa dirmi più o meno quanto ci vorrà?" gli chiedo prima che si dilegui nel retro del negozio.

"Almeno tre settimane, poi dipende... Anche un mese"

Cosa?! A malapena riesco a non sentirlo per qualche ora, figuriamoci per giorni o addiruttura settimane, è fuori discussione. Mentre penso a una soluzione metto la mia sim nel cellulare di mia madre e trovo un messaggio.

«Tranquilla, scrivimi quando puoi :)» è Diego.

Come sarebbe a dire 'quando puoi'? Non posso, è questo il problema! Dopo numerosi tentativi riesco a farmi prestare da mio padre il suo telefono, ma solo perché ha una promozione per i messaggi che lui non usa.

«Ehi sono Ari, ora sono col cell di mio padre ma non lo posso usare per molto. Stamattina ho portato il mio a riparare ma mi hanno detto che ci vorrà un mesetto, non so come fare per sentirti :(» gli mando.

«Capito... Beh scrivimi con questo, no? Come stai? :)» mi risponde poco dopo. E' evidente che non abbia afferrato bene la situazione.

«Ma non posso usarlo sempre, lui non c'è quasi mai a casa, giusto alla sera... E comunque non potremo sentirci come prima... E non sto affatto bene sapendo che non posso sentirti» gli rispondo.

«Dispiace anche a me, comunque tu scrivimi ogni volta che puoi :)» mi risponde tranquillo.

«Si ma così è brutto, cioè non ti ho sentito tutto il giorno e non sai quanto mi manchi... Non posso pensare che per le prossime settimane se va bene potrò mandarti si e no qualche messaggio. Andrà a finire che ti abituerai a non sentirmi e poi cambierà tutto...»

Forse mi sono fatta sfuggire troppe cose ma in questo momento sono frastornata e ho paura che cambierà tutto. Il ritardo nella risposta mi fa pentire di quello che ho scritto e mio padre che mi sta col fiato sul collo perché rivuole il cellulare non aiuta.

«Non cambierà nulla, anche se non dovessimo sentirci per mesi quello che provo non cambierà. Mai.» risponde quando ormai non ci speravo più.

Oddio, lo ha detto sul serio? Prova qualcosa per me?

«Davvero? Me lo prometti?»

«Tu sei l'unica e rimani nel mio cuore» risponde.

Purtroppo dopo questo momento celestiale mio padre mi riporta alla realtà, rivendicando il possesso dell'unico oggetto che può mettermi in contatto con colui che da due mesi a questa parte mi ha fatta rinascere.

«Grazie per queste bellissime parole, mi hai rassicurata. Ora devo ridare il cellulare a mio padre, spero di poterti scrivere domani. Anche tu sei nel mio cuore...» gli scrivo.

«Buonanotte Ari... Ti voglio bene... :)»

Mi vuole bene. Dopo la felicità iniziale mi chiedo se sia il caso di farsi due domande, mi vuole solo bene? Quando ha detto che non cambierà quello che prova intendeva l'affetto? E io che speravo in qualcosa di più...

Vicino a te non ho pauraWhere stories live. Discover now