Capitolo 14

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Mi sveglio per via della vibrazione del cellulare e con ancora gli occhi chiusi, rispondo.

"Oh..." ma chi è che chiama a quest'ora?

"Auguri Ari!" ah, è mio fratello.

"Mmh grazie" biascico e chiudo la telefonata.

Fisso il soffitto. Ho già vent'anni, assurdo. E io che pensavo che non ci sarei nemmeno arrivata... beh, mia sorella con mio cognato e mio nipote piccolo sono qui da qualche giorno, non mi manca nessuno da salutare, allora perché continuo a rimandare? Che senso ha andare avanti con questa vita misera e insulsa? Nessuno. Eppure c'è qualcosa che mi trattiene, o meglio qualcuno. Non so cosa mi abbia fatto Diego, so solo che da quando ho incrociato i suoi occhi per la prima volta sono come stregata. Quando lui è vicino a me l'idea del suicidio non mi sfiora nemmeno. So che non ha senso, lo conosco appena, ma è così.

Al mare la mattinata scorre tranquilla, giochiamo un po' a carte, stiamo un po' in acqua e poi vado a casa. Dopo pranzo chiedo a mio padre se mi riaccompagna anche al pomeriggio e, stranamente, acconsente. I miei non vanno mai dopo pranzo e fin ora non avevano nemmeno mai portato me. Indosso l'orologio che mi hanno regalato mia sorella e mio cognato, un HipHop fucsia, il mio colore preferito. I ragazzi sono contenti di rivedermi in spiaggia e Francesco mi esorta ad andare anche i pomeriggi successivi, gli rispondo che se qualcuno mi accompagnerà verrò ben volentieri. Diego continua ad essere taciturno, ormai mi sono arresa all'idea di poterci fare quattro chiacchiere e conoscerlo meglio. Fa molto caldo così stiamo un po' in acqua e tornati ai tavolini qualcuno si lamenta che arriva troppo sole lì, perciò ci spostiamo tutti in uno all'ombra. Mi siedo col costume bagnato sul cuscino della poltroncina in vimini.

"Cavolo ma non avevo l'asciugamano?" penso ad alta voce.

"L'avrai lasciato là" mi dice Francesco indicando il tavolino al sole.

Infatti lo scorgo su una sedia. Sto per andare a recuperarlo quando Diego si alza e va proprio in quella direzione, afferra il mio telo di Hello Kitty e viene verso di me. Me lo allunga sorridendomi. Gli rivolgo un timido grazie e lo sistemo sopra il cuscino. Wow, un gesto gentile, allora forse non è così freddo e asociale.

Il resto del pomeriggio passa fin troppo in fretta e tornata a casa mi adagio sul letto senza nemmeno cenare. Di solito stando a casa tutti i pomeriggi mi deprimevo e continuavo a pensare al fatto di doverla fare finita fino a quando non mi mettevo a letto, oggi invece sono più serena del solito. Prendo il cellulare e apro Facebook, decido che è ora di scoprire se Diego ha una ragazza. Lo trovo facilmente dagli amici di Francesco e scorrendo il suo profilo mi accorgo che non c'è niente, nessuna informazione, nessuna foto, deve avere la privacy impostata solo su amici. Gli mando la richiesta di amicizia poi mi ricordo che nel mio profilo risulta ancora che sia impegnata con quell'individuo di cui non voglio ripetere il nome. Apro la chat e gli scrivo un messaggio.

«Non credi che sia ora di togliere la relazione? Visto che era stata una tua idea ora la togli, anche perché io dal cellulare non riesco» e invio.

Purtroppo dal mio cellulare non riesco a modificare le mie informazioni, e quindi cancellare la relazione e rimettere 'single', spero che lui si sbrighi a toglierla. Nel frattempo mi arriva una notifica: Diego ha accettato la mia richiesta. Il cuore accelera, ho paura di scoprire la sua vita privata. Ho un attimo di esitazione poi clicco sul suo nome ed entro nel suo profilo. Scorro velocemente la sua bacheca e a parte amici che lo taggano in link stupidi e un suo disegno raffigurante un personaggio degli anime non c'è nulla. Ma è presto per cantar vittoria. Vado sulle informazioni e salto le cose che non mi interessano come la sua città natale, quella attuale e la sua istruzione per arrivare alle informazioni personali. Faccio un bel respiro e clicco per leggere tutto:

«Mi piacciono: donne

Lingue: italiano, inglese, latino e dialetto milanese

Situazione sentimentale: single»

Tiro un sospiro di sollievo. Sto per fare i salti di gioia quando la mia vocina interiore mi interrompe.

'Ok è single, quindi? Che speri di ottenere? Sei comunque due anni più grande di lui e sta comunque a 400 chilometri da te. Smettila, sembri una tredicenne alle prese con la prima cotta, non essere ridicola. Cosa vorresti fare? Illuderti di nuovo per poi affrontare l'ennesima delusione? Perché cerchi ancora di rimandare? Perché speri ancora che qualcuno ti salvi? Uno che conosci appena e che tra pochi giorni tornerà a casa sua, tra l'altro. E, scusa se te lo ricordo, sembra pure che non gli fai né caldo né freddo. Svegliati!'

Mi metto a letto piangendo. La mia coscienza ha ragione, sono solo una povera illusa. Continuo a sognare e sognare e mi rifiuto di aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà. Sono sempre stata più una sognatrice che una persona realista ma rifugiami nel mio mondo fatto di castelli di sabbia non servirà a nulla. Devo smetterla di scappare dall'inevitabile.

Vicino a te non ho pauraWhere stories live. Discover now