II.

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L'Estate del 2021 la passai con Arthur, come direi io "as usual". Ci alternavamo tra Monte-Carlo e Saint Tropez, e ovviamente con noi c'era anche Charles. Stare con lui nello stesso edificio era abbastanza complicato, capitava infatti, che mentre lui usciva dal bagno dopo aver
fatto la doccia, io passavo per andare nel giardino,  ci incrociavamo e si creavano quelle situazioni imbarazzanti.

A lui ovviamente non importava, era sempre il ragazzo che ogni sera tornava con una ragazza diversa; riguardo a me invece, io ero quella ragazza che al massimo era stata con due ragazzi e che si imbarazzava per tutto. Negli ultimi tempi inoltre quando cercavo di approcciarmi con qualcuno, lui scappava non so il perché come se avessi qualcosa che non andasse.
Decisi quindi di dedicarmi allo studio, lasciai la mia vita privata in sospeso per un po' almeno fino all'inizio dello stage che avrei tenuto in Ferrari, che per il quale ovviamente avrei dovuto ringraziare Charles, senza di lui non ce l'avrei mai fatta.
Puntare così in alto per una ragazza di soli diciassette anni quasi diciotto, era qualcosa di impossibile.

L'estate passò velocemente e senza troppe novità, ormai era ottobre e il mio stage sarebbe iniziato a breve.
Ero super emozionata ma allo stesso tempo nervosa sapevo che adesso avrei lavorato con Charles, me lo sarei trovata da tutte le parti, ma non dovevo pensarci veniva prima la REGOLA 9 con Arthur.

Lo stage iniziò e il primo GP a cui presi parte fu quello della Turchia, passai gran parte del tempo nel paddock insieme ad Arthur ma anche agli altri piloti, in particolare uno: era alto, biondo, occhi grandi e celesti...era un sogno.
Si chiamava George, avevo già sentito il suo nome, sapevo infatti che era stato campione di f2 e forse lo seguivo anche su instagram.

Iniziammo quindi a passare del tempo insieme finché non mi chiese di uscire...ci demmo appuntamento nel bar dell'hotel dove alloggiavamo ma qualcosa andò storto, qualcuno non voleva.

Quella sera me la ricordo come se fosse ieri...erano più o meno le 20:00 di sera quando raggiunsi il punto d'incontro prestabilito e a distanza di pochi minuti sarei finalmente uscita con un ragazzo, non uno comune...con George.

Da quando mi aveva invitata, circa tre ore prima, non riuscivo a non pensarlo e la cosa potrebbe far anche ridere ma non so magari ero così eccitata perché sapevo che per una sera non avrei pensato a Charles.
Nonostante questo ormai erano passati all'incirca venti minuti ma del pilota inglese non c'era traccia, pensai che avesse avuto un contrattempo con il team..così ordinai da bere e aspettai, e aspettai, e aspettai ancora ma oramai era l'una di notte e George mi aveva dato palesemente buca.

Non sapevo come comportarmi, ero delusa e sconfortata ovviamente non capivo cos'avevo che non andasse, scoppiai a piangere non capivo cos'avessi sbagliato, decisi di andare su uno di quei divanetti appositi per l'attesa dei check-in lì mi addormentai con la faccia piena di mascara colato finché verso le tre di notte, avendo notato la mia assenza, mi ritrovai il bel faccino di Arthur sul mio.

Non ricordo molto, sta di fatto che mi portò in camera, mi struccò, mi mise il pigiama e mi calmò..gli dissi con quel poco di voce che mi era rimasta che gli avrei raccontato tutto il giorno dopo.

"allora..te la senti di dirmi cosa è successo" mi chiese Arthur..
io non avevo molta voglia, ma onestamente lui non aveva colpe così gli raccontai tutto...
"son of bitch!!"
questa fu la sua reazione, da quello che trasudava dalla sua espressione era più arrabbiato lui che io.
Ma Arthur era sempre stato così, un secondo fratello molto più protettivo del primo.

Dopo colazione quindi, scendemmo in pista, alla ricerca di George...io non avevo molta voglia di vederlo ma Arthur, lui beh era arrabbiato per il suo comportamento nei miei confronti così lo affrontò.

"ehi stronzo, Arthur, hai presente? Bene...ieri, e dimmi se ti risulta, hai invitato la MIA migliore amica fuori per uscire ma guarda caso non ti sei presentato umiliandola...quindi se permetti delle scuse sono gradite"

Arthur ormai era partito, nessuno più lo fermava, ma quello che scoprimmo dopo beh non fu d'aiuto.
"Ann, so che sono stato uno stronzo ma ti chiedo scusa veramente io volevo uscire con te...per davvero ma..."

Si bloccò, notai solo che con il viso fece segno ad Arthur di avvicinarsi per non farmi sentire.

10 secondi dopo Arthur stava ringhiando come un pazzo, si  girò verso di me e con una voce molto e dico molto furiosa urlò quel nome che non avrei mai voluto sentire in quel momento, quel nome che è droga per le mie orecchie: "CHARLES".

Non capivo cosa c'entrasse Charles con tutta quella storia, io dovevo semplicemente uscire con George proprio per dimenticarlo eppure me lo ritrovavo da tutte le parti...
"È stato Charles...ha parlato con George gli ha detto di non uscire con te".
A quelle parole, mi bloccai, così come il mio respiro. Non capivo per lo meno non volevo capire perché, perché Charles mi faceva questo...non capivo, non mi capacitavo a capire.

Dopo pranzo ci recammo nei box Ferrari, ammetto che non ne avevo voglia ma Arthur era testardo e non mi andava di litigare.
Trovammo Charles che si stava togliendo la tuta per le sessioni appena finite...chiesi di potergli parlare..
"ehi sorellina"
*odiavo quando mi chiamava così..per lui ero la sua sorellina stupida da proteggere*
"non chiamarmi così" ringhiai...
"adesso mi spieghi perché hai detto a George di non uscire con me...e anche velocemente dato che non ho tempo da perdere"
"Ann...sei la sorellina che non ho mai avuto, dovevo proteggerti e poi non è la prima volt-"

non appena sentì quelle parole...i miei occhi si accesero come un fuoco, vedevo ormai tutto nero.

"no ok questo non dovevo dirlo" disse portandosi una mano sulla bocca.
"Charles...esci dalla mia vita, smettila io e te non siamo fratelli non siamo niente...lasciami vivere la mia vita e smettila di impaurire le persone ok!"

quelle parole fecero male anche a me...ma dovevo, se volevo andare avanti dovevo far così.

Tornai in Hotel...con le lacrime che mi rigavano il viso.
Mi arrivò un messaggio...era Arthur.
La Redbull avrebbe organizzato un party dove partecipavano la maggior parte dei piloti e Arthur era stato invitato trovando quindi anche un posto per me....quella festa però non aiutò molto, anzi non fece altro che incasinarmi ancora di più.

RULES // charles leclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora