VI

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Passarono altre settimane e ormai la stagione di F1 si era conclusa quindi eravamo tutti concentrati su quella a venire o almeno in parte.

In parte perché come pensieri fissi avevo due soli nomi: ARTHUR con la sua felicità...e CHARLES che ormai avevo perso.

Durante la pausa invernale cercai più volte di riavvicinarmi a Charles.
Arthur d'altro canto pensava che stessi bene...in fondo ero sempre la ragazza felice e sorridente disponibile per tutti. Nonostante questo le cose non andavano, me ne ero resa conto.
Decisi di prendermi una pausa, una pausa da tutto; decisi di staccare la spina dalla corrente per qualche istante.
Feci una pazzia? Forse, ma almeno stavo bene.

Volai in Australia, dallo zio Ric.
Daniel è stato, anzi è ancora tutt'oggi molto importante nella mia vita.
Lui, famoso pilota di F1...lo conoscevo da quando ero piccolina, era Italo-australiano ma per il lavoro che faceva abitava a Monte-Carlo in una villetta, se proprio così la vogliamo chiamare, vicino la mia.
Mi aveva quasi cresciuta e gli volevo un bene dell'anima.

Approfittai quindi dell'estate australiana e della pausa invernale per andarlo a trovare.
Non lo vedevo da un mese e un po' mi mancava.
Spiegai ad Arthur le mie intenzioni e una volta comprato il biglietto partii.

Al mio arrivo, trovai Zio Ric con un gelato sciolto in mano e il suo solito sorriso a trentadue denti stampato in volto.
Quando arrivammo a casa c'era il suo nipotino di cui ogni tanto, quando poteva, se ne prendeva cura; anche se fallendo miseramente.
La sera andammo in giro per Perth, la sua città nativa, mangiammo qualcosa e tornammo a casa.

Non ero ancora abituata al fuso orario, così decisi di fare un Face-time ad Arthur, per aggiornarlo sulle novità.

A: "ehi..tutto bene? allora com'è la città?"
"oh si si, il viaggio tutto bene..la città è bellissima e poi c'è lo zio Ric che la rende ancora migliore.."
A: "immagino...Daniel è sempre stato simpatico, che ore sono da te lì?"
"mmh le tre di notte..."
A:"il jet-lag?"
"già, comunque non voglio disturbarti, credo che girovagherò per casa; magari mi stanco e mi addormento"
A: "va bene Ann, ci sentiamo domani.."
"ciao Arthur...".
______________

Salutai Arthur, ma non soddisfatta, decisi di sbirciare qualcosina per casa.
Era enorme e per il momento conoscevo solo la piscina, la mia camera, la sua, i bagni e la cucina...così andai un po' in giro.
Entrai in uno dei tanti salotti, questo però era enorme e pieno di trofei e caschi negli scaffali; tra di questi ne riconobbi uno...il casco di Charles, sapevo che se lo erano scambiati durante un gran premio ma non pensavo che zio Ric lo avesse messo nel salotto.
Lo presi, mi sedetti sul divano e stetti lì ore ad ammirarlo...finché non mi addormentai.

D: "Ann...dai vieni ti porto su"
"Zio Ric!..non volevo"
D: "tranquilla, poi mi spiegherai, adesso andiamo sopra.."
Zio Ric mi riportò in camera mia...avevo ancora il casco di Charles stretto tra le mie braccia.
——————-
D: "Buongiorno mia cara Ann, anche se è mezzogiorno, ti ho fatto la colazione no in realtà l'ho comprata però questo non dirlo a nessuno. È un segreto"
"Zio Ric..scusa se ho preso il casco e grazie per la colazione non lo dirò a nessuno"
D: "Ann tranquilla non mi interessa del casco, insomma è un casco! Come mai proprio quello?"
"Charles...beh lui, lo conosco da quando sono nata, ho combinato un casino adesso mi evita"
D: "Ann...hai solo diciotto anni ma ammettilo, ti sei presa una bella cotta vero?"
"Già, cioè NO! In entrambi i casi non possiamo stare assieme..."
D: "come mai?"
"Arthur, suo fratello, il mio migliore amico.
Ho delle regole con lui, tra quelle esiste quella su cui non posso stare con Charles...vedi, lui è off-limits"
D: "Perché non ne parli con lui?"
"No..non posso"
D: "Ah Ann...così piccola e così tanti problemi su preparati andiamo a prendere un gelato"
"Ma la colazione?!"
D: "Nah...qui ci vuole un bel gelato"
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Così passai gran parte delle mie giornate con lo zio Ric...e onestamente non c'era giorno in cui non mi divertivo ma allo stesso tempo non c'era giorno in cui non pensavo al mio amato "ragazzo" dalle fossette e dagli occhi verdi che non avrei mai avuto.

RULES // charles leclercWhere stories live. Discover now