XV

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Everard sbatté con violenza il giornale sulla scrivania di suo padre

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Everard sbatté con violenza il giornale sulla scrivania di suo padre. «Tra una settimana?» domandò furioso, così furioso da non sentire nemmeno la paura. Sapeva perfettamente che parlare a suo padre in quel modo era come chiedergli volutamente un pugno in pieno viso, ma non gli importava poi tanto. Non dopo quell'articolo per nulla veritiero, non dopo la morte di Alice Foster la sera precedente, accusata di stregoneria solo perché, a detta di suo padre, aveva corrotto la purezza di Salem e del suo principe, cosa per nulla veritiera... non che questo avesse valore, dato che lo scopo del re era solo quello di impiccare la donna che aveva distrutto l'immagine del perfetto matrimonio di suo figlio. Che fosse strega o no a lui non importava! Nessuno si sarebbe messo tra William e il suo regno utopico senza trovare la via di una corda appesa in piazza.

«Lady Adelaide mi ha assicurato che è tutto pronto» rispose il padre senza alzare gli occhi dal suo lavoro.

"Sono io a non essere pronto" pensò Everard, però non lo disse ad alta voce.

«E poi converrai con me che è la scelta migliore dopo lo scandalo della ragazza dagli occhi di zaffiro» precisò il re alzando appena lo sguardo verso di lui e accennando in modo velato anche alla loro ultima conversazione, eppure quell'espressione quasi divertita congelò il sangue nelle vene del principe.

«Ho solo ballato con la misteriosa ragazza! Non so nemmeno chi sia» precisò Everard cercando di sembrare convincente.

«Sarebbe stato più facile smascherare la giovane e mostrare al popolo la donna comune che si nascondeva sotto, ma visto che nessuno sembra sapere chi sia... il matrimonio è l'unica soluzione» continuò il re tornando al suo lavoro.

«Forse perché avete appena giustiziato una ragazza innocente solo perché ha ballato con me anni fa» gli fece notare Everard malamente.

L'espressione del re divenne furiosa. «Resta al tuo posto, ragazzino. Sono io a decidere chi vive e chi muore qui a Salem.»

«Non è giusto» mormorò Everard facendo per uscire, ma il re lo bloccò con un gesto della mano. Lentamente si alzò e si spostò verso il figlio.

«Non deve essere giusto» disse a denti stretti. «Tutto ciò che cammina su questo regno mi appartiene, figliolo, te compreso. Quindi esci di qui e fingiti un ragazzo innamorato... ci siamo capiti?» domandò facendo un altro passo verso di lui.

«Assolutamente no, padre» dichiarò Everard sostenendo per la prima volta il suo sguardo. Non si sarebbe più lasciato intimorire da lui.

***

Thomas si sedette sulla poltrona nella sua camera giocando con il cellulare nell'esatto momento un cui la porta si aprì di slancio, così alzò il viso con fare turbato. Il suo amico, fermo davanti all'uscio, si girò di scattò e sbatté la porta con violenza, talmente forte che per un attimo il duca credette di vederla venire giù.

«Tutto bene?» chiese Thomas studiando lo sguardo sconvolto di Everard e il nuovo livido sul volto. "Ancora una volta ha fatto a botte" pensò anticipando mentalmente la risposta del principe, eppure conosceva bene i mostri che tormentavano il suo amico. Un brivido gli percorse il corpo, quando un terribile ricordo gli riempì la mente.

«No» rispose Everard sdraiandosi sul divano, sembrava ridotto veramente male e Thomas si chiese se non fosse ancora per l'esecuzione di Alice Foster.

«Vuoi parlarne o preferisci bere in silenzio?» domandò il giovane duca versando due bicchieri.

«Mio padre ha anticipato il matrimonio» disse Everard mettendosi a sedere. Thomas gli passò il bicchiere, ma Everard negò con il capo. Aveva più bisogno di ghiaccio che di alcool in quel momento.

«E quindi?» chiese Thomas, per nulla sorpreso, dato che Mirielda lo aveva informato il giorno precedente. Così appoggiò il bicchiere sul tavolino accanto al divano tornando alla sua poltrona. «Sapevi che sarebbe arrivato quel giorno, settimana prima settimana dopo... l'unico problema ora è trovare un buon truccatore per quel livido.»

«Lascia stare il mio viso. Tom, io speravo davvero di trovare una scappatoia» ammise Everard tenendo lo sguardo basso. «Ho anche pensato di lasciare Salem.»

«Wow!» mormorò Thomas decisamente sorpreso. «Fammi indovinare: si tratta di Mary.»

Everard alzò lo sguardo e scosse la testa. «Non ha importanza...»

«A me sembra di sì» disse Thomas scolandosi il bicchiere. «Però Mirielda è più brava di me con le questioni di cuore.»

«Non è solo questo...» sussurrò Everard. «Come posso lasciarla andare?»

«Beh, ti direi: "esattamente come hai fatto la prima volta", ma non vorrei sembrarti scortese. Quindi dirò semplicemente che non hai molta scelta» osservò Thomas e le sue parole, dettate dallo zabaione natalizio alla vigilia di Natale, tornarono vivide nella mente di Everard. «Avrai comunque il ricordo di una splendida serata. Chi lo avrebbe mai detto che il regno avrebbe tifato per lei?»

Everard lo guardò malamente. «Le hai messo le mani addosso al ballo» disse a denti stretti.

«Era un rimprovero o una domanda?» chiese Thomas ridendo. «Stavo solo cercando di punzecchiarti! Mirielda diceva che non avresti mai confessato di essere innamorato di lei, io non ero d'accordo... per una volta volevo avere ragione.»

«Non sono innamorato» borbottò Everard.

«Te lo stai ripetendo come mantra di vita?» chiese Thomas con un mezzo sorriso. «Cosa pensi di fare?»

«Ho promesso a Mary che l'avrei aiutata a lasciare Salem dopo il matrimonio» disse Everard coprendosi il viso. «Ho bisogno del tuo aiuto, devo portarla in un posto sicuro.»

«Vuole andarsene?» chiese Thomas improvvisamente allarmato. «Ha paura di essere scoperta? È in pericolo? Hai visto il suo nome su qualche foglio?»

«No, Tom, semplicemente odia stare vicino a me» disse Everard alzando appena lo sguardo per portarlo sull'amico. Sembrava stranamente sconvolto. «Mi aiuterai?»

«Certo!» rispose Thomas in un sospiro. «Sono sicuro che Mary meriti di meglio di Salem... conosco qualcuno che la potrà aiutare. Magari posso farla sposare con qualche uomo importante, ci sono dei miei amici che sono contrari alla caccia alle streghe. Sono sicuro che la terranno al sicuro.»

«Deve per forza sposarsi?» domandò Everard schifato.

«Ovviamente no, però sarebbe più semplice farla uscire di qui...» osservò Thomas visibilmente avvilito. «Cerchiamo due guardie di cui ci fidiamo e una cameriera personale, poi la portiamo fuori da Salem come una signora. Se facciamo le cose fatte bene probabilmente tuo padre non lo verrà mai a sapere. Se però succedesse, ormai sarebbe sotto la protezione del regno di Amesbury. Ecco perché parlavo di un matrimonio, per di più Mary è una donna molto bella e una strega, apprezzano questo genere di cose là.»

«E se non volesse sposarsi?» chiese Everard massaggiandosi la fronte. «Magari vuole semplicemente l'indipendenza.»

«Ti piacerebbe» lo incalzò Thomas. «Everard, Mary sarebbe comunque una donna libera, sicuramente più che qui. Ma dobbiamo stare attenti, se la scoprono al confine il re farà impiccare tutti, anche me e te.»

Everard si ributtò sul divano e chiuse gli occhi. "Sta andando tutto nel verso sbagliato..."

«So chi l'accompagnerà fuori e ho già contattato un amico a Amesbury» sussurrò infine Everard, trattenendo il dolore che gli stava spezzando il cuore.

SALEM Noi e LoroWhere stories live. Discover now