XXIII

45 9 44
                                    

Everard guardò Adelaide seduta davanti a lui in uno splendido completo blu notte

Ups! Gambar ini tidak mengikuti Pedoman Konten kami. Untuk melanjutkan publikasi, hapuslah gambar ini atau unggah gambar lain.

Everard guardò Adelaide seduta davanti a lui in uno splendido completo blu notte. Avevano lasciato la chiesa da quasi un'ora, o per lo meno lo avevano fatto lui, Agatha, Audry, Amelina, Gilbert e Mirielda, scortati dalle guardie come criminali. Fortunatamente non li avevano portati nelle prigioni sotto il palazzo, ma in uno dei salotto più usati della casa. Lo stesso dove aveva interrotto la sfuriata di Adelaide qualche mese prima. Forse fu questo pensiero che spinse Everard a guardare il pianoforte nell'angolo. "Spero che Lia stia bene" pensò, ma ormai cominciava a perdere le speranze. D'altronde Mary non si era fatta più sentire e sapeva per certo che se fosse uscita vincitrice da quella imboscata si sarebbe messa subito in contatto con lui, perlomeno per fargli sapere che sua sorella stava bene.

Quindi sì, molto probabilmente le streghe avevano ucciso Mary e forse anche sua sorella per fargli pagare il fatto di essere nato con una corona sul capo.

«Sembri distratto, amore» disse Adelaide rompendo il silenzio che era calato nella stanza, un silenzio così profondo che si poteva sentire il ticchettio della lancetta del grande orologio a pendolo. Quell'oscillamento costante che per un po' aveva rapito Everard.

«Stavo pensando» rispose lui con aria distratta, ma tornando a guardare la strega che sarebbe potuta diventare sua moglie, stranamente si trovò a ringraziare quella donna misteriosa, che ora camminava avanti e indietro alle spalle di Adelaide, per aver interrotto la cerimonia.

«A cosa? Se mi è dato chiedere» domandò Adelaide appoggiando la tazzina di tè sul piattino di servizio. Mirielda, seduta al fianco di Everard, scosse la testa facendo una risata soffocata e attirando così l'attenzione della principessa. «Qualche problema, Mirielda?» chiese con tono duro.

«Nessuno» rispose Gilbert fermo alle spalle della giovane Lady, le mani appoggiate sulle sue spalle in un chiaro segno protettivo. Aveva un'aria così minacciosa che anche Everard se ne sentì intimorito.

Adelaide, decisamente seccata, tornò a guardare il principe, o meglio, il re di Salem. «Stavi pensando a Mary, vero?»

«Ormai sarà quasi arrivata ai confini di Salem» rispose Everard sostenendo lo sguardo della futura moglie. La misteriosa strega rise malignamente facendo preoccupare non solo Everard, ma anche Gilbert, che strinse la mani sulle spalle di Mirielda. Everard notò appena il movimento della sua amica, che piegò la testa all'indietro per guardare il ragazzo appoggiando una mano sulla sua, un chiaro segno consolatore che non apparteneva al carattere scontroso di Mirielda.

«State tutti calmi» disse la regina, seduta comodamente su una poltrona. «Non faranno del male a Mary, a loro serve viva.»

Adelaide appoggiò la spilla di William sul tavolino da caffè, dove Agatha potesse vederla bene e nella mente di Gilbert scattò qualcosa, sembrava quasi che un ricordo perduto fosse tornato improvvisamente a galla. Lui conosceva quella spilla: era un regalo di suo padre a sua madre. L'unica cosa di valore che lei abbia mai ricevuto in dono da lui. Gilbert ora ricordava perfettamente la rabbia che aveva provato quando Edwin gli aveva fatto notare che il re portava le iniziali di loro madre al petto, o la furia che aveva sentito nel scoprire da suo padre che suo fratello aveva ragione. Il terrore che aveva provato quando, nonostante avesse solo sei anni, aveva deciso di affrontare di petto una madre strega. Fino a quel momento non aveva compreso quanto la magia potesse far paura...

SALEM Noi e LoroTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang