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Studiai la porta con estrema tristezza

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Studiai la porta con estrema tristezza. E pensare che un tempo aspettavo trepidante su quei gradini per incontrare Phil, ora invece sarei corsa via a gambe levate, ma non potevo... sentivo che mamma sarebbe stata d'accordo con questa scelta. Liberare tutti dalla pena della mia esistenza e con tutti intendo anche i reali di Salem. Ancora non sapevo cosa volessero da me le streghe, ma non aveva più importanza... tra qualche ora Everard sarebbe stato sposato e il giorno seguente anch'io. Il solo pensiero mi disgustava!

Per di più la partenza era stata più dolorosa del previsto, ovviamente non mi riferivo a mia zia, ma salutare Charlotte (era tornata a casa prima perché Gilbert l'aveva informata della mia fuga improvvisa) e Edwin fu una pugnalata allo stomaco. Ad ogni lacrima di mia cugina la lama finiva più a fondo. Avevo provato a essere forte, ma quando Edwin disse che mi avrebbe sempre voluto bene e che era orgoglioso di me, qualsiasi scelta avessi fatto, ero scoppiata a piangere. Anche Olivia e Sarah erano venute a trovarci ed era stato difficile salutare anche loro. Ma soprattutto era stato difficile dire addio a mio padre attraverso una cornetta telefonica fingendomi Charlotte... quello era stato peggio di una pugnalata.

L'unico a cui ancora non avevo detto addio era anche la persona il cui addio sarebbe stato più difficile: Gilbert. Nonostante al momento fosse accanto a me, non osavo guardarlo negli occhi, perché sarei scoppiata a piangere come una bambina. Non potevo salutare Gilbert per sempre, non ne avevo le forze...

C'era anche un'altra persona a cui non avevo rivolto parola o meglio pensiero: Everard. Non solo perché stava per sposarsi e la cosa mi faceva impazzire, ma anche perché aveva mandato due soldati a prendere Gilbert e me nel cuore della notte con destinazione casa Martin. Non un Martin qualunque, ma Phil Martin. A quale gioco perverso stava giocando?

«Sei pronta?» chiese Gilbert con tono assente. Tirai un profondo respiro e annuii, era appena sorto il sole e un leggero rosso illuminava la mano di mio fratello, che batteva con convinzione due colpi decisi sull'uscio. Strinsi tra le dita la maniglia della mia valigia... non che avessi davvero bisogno di una valigia così grande, le uniche cose che avevo portato erano dei libri a cui tenevo particolarmente e la mia vecchia coperta (quella meno rovinata), ma Charlotte aveva insistito a regalarmela perciò l'avevo accontentata. Mi sarebbe mancata tantissimo...

Tirai un altro sospiro riportando la mia mente alla vecchia coperta contenuta della mia valigia. Zia Susannah vedendola aveva protestato per buttarla, eppure io non ero riuscita a separarmene... forse perché ora era collegata non solo a mia nonna e alla mia infanzia, ma anche a Everard. Era l'unica cosa che avevo di loro, non potevo lasciarla andare così.

Un attimo dopo la porta si aprì e il sole illuminò il volto di Phil. Era cambiato molto, eppure sembrava comunque lo stesso ragazzo. Il naso aquilino e gli occhi marroni erano i suoi, ma qualcosa nel suo sguardo era mutato. O forse era sempre stato così, sinceramente non riuscivo a ricordarlo. Sta di fatto che non mi piaceva proprio... ed io che avevo immaginato per anni la nostra vita insieme! Quanto stupida...

SALEM Noi e LoroTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang