18. Seconda Parte

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Il mio sguardo si spostò meccanicamente verso mio fratello, che fissava la ragazza con occhi sbarrati e il suo petto si alzava e abbassava freneticamente

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Il mio sguardo si spostò meccanicamente verso mio fratello, che fissava la ragazza con occhi sbarrati e il suo petto si alzava e abbassava freneticamente. In fondo la donna accusata di stregoneria era una delle due ragazze che avevano dato il nome alla loro presunta cugina.

«Non può essere lei...» mormorò sbattendo le palpebre diverse volte. «Non l'ho nemmeno riconosciuta» aggiunse come se fosse una mancanza grave, anche se dovevano essere passati molti anni dal loro incontro.

«Non sono una strega» pianse la ragazza. «Non sono stata io a creare quei documenti, mi hanno detto che ero ricercata... dopo il ballo in maschera a palazzo! Una strega mi ha promesso che sarei stata libera oltre i confini. Non ho partecipato a quel ballo e non ho stregato il principe, il re si sbaglia!»

«Secondo questi documenti» disse il controllore esaminando uno schermo piatto e sottile che teneva tra le mani, «voi avete sedotto il principe quattordici anni fa. Abbiamo ricevuto una soffiata, quindi non mentite. La vostra complice Alice Foster è stata impiccata per la stessa condanna. Nessuno può vantarsi di aver corrotto la purezza di Salem, solo una strega oserebbe tanto!»

Il mio cuore perse un altro colpo e nella mia mente tornò chiara quella replica televisiva e lo sguardo sconvolto di Gilbert. Conosceva quella ragazza, ecco perché non riusciva a staccare gli occhi dallo schermo! Ecco perché mi aveva chiesto di che colore fosse il senso di colpa...

«Ho passato una sera con il principe, anni fa come avete detto... ad una festa! Ma non mi sono mai vantata di questo! Sono una donna sposata... vi prego! Vi dirò il nome della strega che ha organizzato la mia fuga oggi se mi lasciate andare, ho un figlio!» riprese Emeline singhiozzando. Dentro di me iniziai a sentire un terribile freddo, chissà perché ma avevo la spiacevole sensazione che la morte di Alice e questo arresto fossero fin troppo direttamente collegati alla mia presenza a corte.

«Perché una strega vi avrebbe aiutato a scappare se non siete una loro sorella?» domandò la guardia mandata da Thomas.

«Everard ha provato a fermare l'esecuzione di Alice, ma non c'è stato verso di convincere il re... ha messo suo figlio all'angolo con queste condanne» intervenne il duca sottovoce girandosi verso Gilbert e appoggiandogli una mano sulla spalla. «Non è colpa tua...»

«Chi ha fatto la spia?» domandò mio fratello girando appena lo sguardo verso di lui. I suoi occhi emanavano qualcosa di furioso come la sua ombra. «Nessuno, a parte noi tre, sapeva di quella festa.»

Thomas però non riuscì a rispondere perché Emeline finalmente smise di piangere e di dimenarsi nel tentativo di sfuggire alla presa, fin troppo stretta, del soldato sul suo braccio esile. «Mi hanno detto di prendere questo treno e di uscire da Salem. Hanno detto che dopo il matrimonio sarei potuta tornare dalla mia famiglia, che non sarebbe stato più pericoloso!»

«Bugiarda!» urlò il soldato corpulento colpendola in pieno viso. «Strega! Dimmi perché non ti dovrei sparare in testa subito!» domandò estraendo l'arma e puntandola alla tempia della giovane e tremante ragazza, la quale iniziò a singhiozzare nuovamente. Gilbert accanto a me strinse ancora di più Lia al petto.

SALEM Noi e LoroWhere stories live. Discover now