Capitolo 41 ~ Lasciatemi andare

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Elizabeth

E' ormai pieno inverno e mentre indosso cappotto, guanti e cappello, dovendo uscire per andare a fare una piccola spesa, mentre i ragazzi sono a fare benzina, visto che domani ci rimetteremo in viaggio, penso e ripenso a quanto accaduto da un mese a questa parte, ovvero da quando siamo fuggiti da Chicago, facendo tuttora fatica a realizzare che siamo a tanto così da realizzare il nostro sogno, visto che siamo ormai giunti al confine tra Michigan e Canada.

E anche se sembra assurdo, non me ne pento per nulla.

Una delle mie più grandi preoccupazioni era che la mia vecchia vita, col passare del tempo, mi sarebbe mancata, ma dopo più di un mese di fuga, senza contare il periodo di prigionia, posso affermare con assoluta certezza che non è così.
Quella vita non mi manca nulla e non vorrei essere da nessun altra parte, né vorrei nessun altro, al mio fianco, se non Jamie e Jesse.

Ma si sa, la felicità è labile, dura quanto un battitto di ciglia e io ho modo di realizzarlo qualche minuto dopo, quando, una volta uscita, passeggiando per il paese in cui ci siamo fermati, tramite una stradina secondaria, così da non attirare troppo l'attenzione, qualcuno copre il mio volto con un sacchetto di stoffa e trascina, dentro - credo - un furgone.

E io urlo e sbraito, temendo già il peggio

«Lasciatemi! Bastardi, lasciatemi andare»

Ma i miei rapitori mi zittiscono all'istante

«Zitta stronzetta e ringrazia che non ti possiamo toccare, perchè mi è bastato sfiorarti, perchè mi venisse voglia»

«Fai proprio schifo amico, lasciatelo dire»

«Ma sta zitto e fa la telefonata, piuttosto»

«Giusto...
Capo... si è qui... gliela passo.
Parla su» esclama poi, uno di loro, schiacciandomi contro l'orecchio un cellulare di vecchia generazione

«Apetta»

Dannazione! Avrei dovuto capirlo subito, che dietro a tutto questo c'era lui... e chi sennò?

«Papa?!»

«Ciao piccola, finalmente ti sento.
Dimmi, ti hanno trattata bene i miei amici?» mi domanda, con un tono macabramente gentile

«Papà perchè? Perché stai facendo tutto questo proprio a me?» ribatto quindi io, disperata, ignorando la sua domanda.

Al che, dopo essersi lasciato scappare una risata quasi malefica, con durezza lui risponde

«Cosa? Vuoi forse sapere perchè ho cercato mia figlia in lungo e in largo, con tutti i mezzi a mia disposizione? O il perchè di questa telefonata?
E in questo caso, per quale motivo, allora tu non mi spieghi il perchè della tua fuga»

«Papà io...»

«No, non provare ad abbindolarmi.
Credevi forse che ti avrei fatta fuggire in Canada con quei due stronzi...
Dio, avrei dovuto ammazzarli quando ne ho avuto la possibilità»

«Papà ti prego, io li amo! Ho sbagliato a fuggire, lo so, ma loro sono tutto per me» esclamo, seriamente preoccupata, ma lui non demorde

«Tutto?! Tutto Elizabeth?! Tu lo sai cosa ho fatto per te, cosa ho sacrificato?!»

Tanto da farmi quasi paura

«Papà stai urlando, ti prego smettila»

«Hai ragione, scusa, non è da me, questo atteggiamento usurpatore.
E sicuramente sotto quel sacchetto non si sta per nulla bene, perciò ti lascerò andare» si scusa perciò, intuendo la mia ansia e per un attimo, per un solo attimo, io quasi ci credo

«Dici davvero?»

«Certo... ad una condizione!»

Ma era troppo bello per essere vero

«Questa sera, quando i tuoi amichetti di giochi si saranno addormentati, sgattaiolerai via dall'hotel dove soggiornate... perchè, si, so benissimo qual è e mi raggiungerai all'indirizzo che Carlos, uno dei due uomini che ti sta sorvegliando in questo momento, ti consegnerà.
Corrisponde all'unico locale notturno del paese... purtroppo non ho trovato di meglio, avete scelto proprio un posto di merda dove fermarvi.
Lì ci sarò io ad aspettarti, perchè dopo tutto questo tempo, principessa, ho bisogno di vederti faccia a faccia.
Ma attenzione apetta, se per qualche motivo lo dirai a James e Jesse e proverai a non presentarti o peggio, a fuggire dalla città, sappi che io vi raggiungerò, ovunque voi siate e sta volta, li ammazzerò e con loro, chiunque sia presente.
A te la scelta»

«Ma papà io...»

«Ciao piccola, buona giornata... oh e goditela, finché sei in tempo» conclude lui

«Papà... papà aspetta, io..»

«Calmati principessa, ha già attaccato.
Ora ascoltami molto bene, ti infilerò nella tasca del cappotto il foglio di cui parlava tuo padre, poi ti scaricheremo sul ciglio della strada, proprio dove ti abbiamo caricata e tu riprenderai la tua passeggiata, senza cercare di scoprire chi siamo, perchè non ti servirebbe, non siamo gli unici in zona, siamo intesi?
Ho detto siamo intesi?!» mi intima poi l'uomo che mio padre ha chiamato Carlos

«Si... si lo siamo, ora però lasciatemi andare, vi prego» mi arrendo perciò io, distrutta mentalmente

«Ti accontentiamo subito»

Rispondono quindi loro in coro e nel dirlo, accostano, mi liberano i polsi dalla corda con cui li avevano stretti, aprono le porte del furgone e senza neanche togliermi il sacchetto dal volto, mi buttano malamente a terra, sul ciglio della strada, col rischio che qualche altro mezzo mi investa.

E quando, una volta levato, torno a vedere, ai miei occhi, non rimane altro che lasciarsi scappare, una lacrima.

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze, buona domenica e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui, proprio quando stava andando tutto per il meglio e il trio era sul punto di varcare il confine con il Canada, Queen é ricomparso e ora pretende che Liz torni da lui o si vendicherà nel peggiore dei modi.
Che dire, nonostante tutto, spero vi sia piaciuto e se vi va stellinate e ditemi che ne pensate.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento, un bacio, ciao ♥😘

RAPITAWhere stories live. Discover now