5.

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«Quindi fammi capire, avete stilato una lista di regole da dover rispettare e lui nell'arco di due giorni le ha infrante quasi tutte?» domandò Jin mentre poggiava sul tavolo l'occorrente della colazione: due tazze bianche in ceramica decorate con dei fiorellini azzurri e gialli, che tanto ricordavano a Jimin quei fiori di cui il giardino di sua nonna era colmo; una scatola di latta gialla contenente dei biscotti, una di quelle scatole dove a Natale ci trovi dentro il panettone e il barattolo per lo zucchero.

Dopo essere arrivato a casa sua la sera precedente, Jimin si era coricato nel divano-letto nel salotto del suo migliore amico e non avevano parlato dell'argomento, principalmente perché il biondo non ne aveva voglia e voleva dimenticarsene al più presto.

«Sì, Jin. E sai la cosa peggiore? Oh, sì perché non c'è mai limite al peggio con Min Yoongi. Stava scopando il suo amichetto del cazzo sul mio letto.

Il mio letto!!» rimarcò le ultime parole come a volerle fissare nel discorso, essendo per lui la parte principale.

«Cazzo che schifo, brucia quelle coperte santo cielo.

Brucerei tutto io – fece una breve pausa prima di riprendere il discorso – senti ma perché non te ne vai da lì?»

«E dove vado Jin? Per quanto io abbia dei soldi da parte, non posso permettermi un appartamento in affitto, da solo per giunta»

«Un mio amico affitta una stanza in casa sua, si chiama Mark potresti chiedere a lui» Jimin posò la tazza sul tavolo in legno posto in un angolo della cucina e annuì all'idea del suo amico.

Era sempre stato contrario all'andarsene da quella casa perché la considerava una sconfitta nei suoi confronti, non poteva di certo farsi buttare fuori da Min Yoongi solo perché lui non riusciva a rispettare delle semplici regole di convivenza, ma questa volta era troppo. Aveva battuto ogni limite della sua sopportazione e non ce la faceva più a farsi mettere i piedi in testa.

«Tieni, questo è il suo numero.

Scrivigli e digli che ti ho lasciato io il suo contatto per la stanza che affitta» disse Seokjin scrivendogli il numero di questo Mark su un piccolo foglio di carta, numero con Jimin si apprestò a salvare in rubrica e a cui scrisse subito.

Mark Appartamento

«Ciao sono un amico di Seokjin, mi chiamo Jimin.
Mi ha lasciato il tuo numero perché sono alla ricerca di appartamento da dividere con qualcuno, mi basta anche una stanza»

«Ciao! Certamente, potremmo trovarci e discuterne.
Questa sera ci sarà una festa in un locale, se vuoi ci troviamo lì, beviamo qualcosa così mi conosci e ne parliamo»

«Fantastico! Intendi la festa al Turtle?»

«Esattamente quella! A dopo!»

«Fatto! Ci troveremo questa sera alla festa.

Grazie Jin, mi salvi sempre» disse Jimin sorridendo al suo migliore amico.

«Anzi, sai cosa? Mi divertirò un casino a questa festa e ripagherò Yoongi con la sua stessa moneta» sogghignò sfregandosi le mani, desideroso di infastidire per l'ultima volta il suo coinquilino.

Non si era dimenticato la frase del corvino al supermercato, sulla sua vita sessuale spesa nei bagni dei locali, non aveva mandato giù quel commento fuoriuscito dalla bocca di uno che neanche avrebbe dovuto aprirla per commentare la vita degli altri, perciò era deciso a farsi qualcuno a quella festa e di portarselo a casa per far capire a Yoongi come fosse venire svegliati dal baccano provocato da lui.

[...]

Yoongi passò la mattinata a rimettere tutto l'alcool ingerito mentre Hoseok dormiva beatamente nel suo letto e gli invitati erano stati cacciati, molti di loro si lamentarono ma Yoongi era stato irremovibile sulla faccenda.

Stuck with you || YoonminWhere stories live. Discover now