35.

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"Ti amo"

Due parole, cinque lettere, neanche un secondo per recuperare il fiato necessario per trasformarle in suono e altrettanto tempo per consentire all'orecchio umano di recepirle.
Eppure, quelle due semplici parole erano riuscite a far fermare lo scorrere del tempo della sera precedente, rendendo quei secondi un'eternità piacevole da cui non si vorrebbe mai fuggire.

Avevano deciso di rischiare tutto, di correre il rischio di rovinare il loro rapporto per sempre perché nessuno dei due conosceva con chiarezza i sentimenti dell'altro, ma quelle due parole erano riusciti ad abbracciarli, a fargli capire che tutto sarebbe andato bene, che assieme tutto sarebbe stato giusto.

Si addormentarono sul letto del maggiore, abbracciati e con ancora i vestiti del giorno precedente indosso perché crollarono fra le braccia di Morfeo, baciandosi.

«Mmmh» mugolò Yoongi quando la sveglia impostata sul suo telefono iniziò a risuonare incessantemente nella stanza. Jimin si rigirò fra le sue braccia e lo pregò di non alzarsi, di darsi malato e di trascorrere tutta la giornata a coccolarsi e a riempirsi di baci.

«Non possiamo, Jimin» lo strinse forte contro il suo petto e gli lasciò un bacio sulla fronte «Io ho il turno al lavoro e tu hai lezione.»

Jimin si lamentò stringendolo ancor di più e intrecciando le loro gambe. Non aveva proprio voglia di alzarsi dal letto e fare lezione, però poi si ricordò di dover passare all'RKive Studio perché il produttore Kim ancora non gli aveva dato una risposta riguardo la canzone di Yoongi.

«Hai ragione, Yoongs. Dammi un bacio che poi ci alziamo.» si allontanò dal suo petto e si guardarono. Per la prima volta in quella giornata, dopo essersi detti che si amavano, i loro occhi si incontrarono e non poterono essere più felici. Erano sorridenti, luminosi e Jimin trovò il ragazzo bellissimo, di una bellezza mai vista.

Posarono le loro labbra le une sulle altre e subito iniziarono a mordicchiarsi e a succhiarsi avidamente fino a sorridere.

Dopo l'ennesimo bacio si alzarono dal letto e nel giro di pochi minuti si prepararono per affrontare la giornata.

«Mi chiami quando rientri questa sera? Così non sei da solo.» chiese Jimin, sorseggiando il suo the agli agrumi che tanto gli piaceva.

«Va bene se non hai da fare.» mescolò la sua tazza di caffè con latte alle mandorle e picchiettò con il cucchiaino sul bordo di essa per sgocciolare.

«Assolutamente, no. E anche se fosse, lo interromperei per non farti tornare solo.»

Era ormai abitudine che Jimin facesse compagnia al suo coinquilino ogni volta che si trovava a dover fare la strada del ritorno dal lavoro da solo.
Aspettava sempre che gli scrivesse un messaggio per comunicargli di aver quasi finito il turno di lavoro e che doveva semplicemente chiudere il locale. La paura era diminuita, soprattutto perché ora andavano incontro alla bella stagione, però entrambi stavano più sicuri a sapersi in chiamata assieme.

«A che ora stacca il tuo amico?» si sforzò di chiedere gentilmente il minore, cercando di non far emergere quanto non tollerasse il castano

«Alle 14:00, Jimin. Fra l'altro, voglio dirgli di noi. Cercherò di trovare il momento più adeguato per farlo, ma lo farò a breve! Promesso!» confessò, generando un sorriso a trentadue denti sul viso del rosso, che non potè che essere felice della notizia.

«Cosa hai intenzione di dirgli, Yoongi?»

«Ma... gli direi di quello che succede fra di noi e di quello che c'è fra noi. È giusto che lo sappia, è il mio migliore amico e noi ci siamo sempre detti tutto.»

«E cosa c'è fra di noi?» chiese retorico sporgendosi in avanti con il busto e poggiando il gomito sul tavolo. Yoongi fece lo stesso e si avvicinò al suo volto, potendo sentire il profumo di vaniglia del suo bagnoschiuma.

Stuck with you || YoonminWhere stories live. Discover now