58.

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Non appena Jimin mise in moto, sfrecciò in direzione della meta a cui stava pensando da tutto il giorno. Il maggiore aveva bisogno di staccare, di mettere in pausa quel brutto giorno e di rilassarsi almeno qualche ora lontano da casa. Fu durante il ricevimento che gli venne in mente che quel posto sarebbe stato l'ideale.

Jimin subito accese la radio su una stazione casuale mentre Yoongi si slegò i capelli e lasciò che il vento gli accarezzasse la cute. Chiuse gli occhi e poggiò la testa sul sedile rilassandosi completamente.
Era come se quei dieci minuti lontani da casa lo stessero già facendo sentire meglio, forse il solo fatto di aver cambiato aria lo stava aiutando a liberare la mente dalla pesantezza della giornata.

«Allora sei pronto a divertirti con me oggi?» domandò Jimin entusiasta svoltando a sinistra.

«Sono terrorizzato da qualsiasi cosa possa esserci in quella piccola testolina che ti ritrovi ma al tempo stesso sono affascinato dal sapere in quale attività ridicola e pericolosa mi trascinerai oggi!» scherzò facendo ridacchiare Jimin che si limitò a parcheggiare poco sotto a un piccolo bosco e dirgli che si sarebbe divertito tantissimo con lui.

Erano già le venti di sera e il sole era calato da un pezzo, attorno a loro vi era solo il rumore dei grilli e lo svolazzare di alcune falene attirate dalle luci.

«Jimin! Aspettami!» urlò Yoongi sottovoce seguendo il minore che si era appena messo a correre nel buio in una direzione a lui sconosciuta. Passo dopo passo lo seguì su una scalinata improvvisata nella terra, salita che sembrò non finire mai e a cui Yoongi arrivò in cima col fiatone.

«Jimin ma dove cazzo stai andando? Puoi aspettarmi?» in un secondo Yoongi si rese conto di essere avvolto dal buio e dai fitti alberi di quel bosco che non si era nemmeno accorto di aver attraverso. Per un momento si sentì nel panico più totale, odiava il buio e ancora di più i boschi perché lo facevano sentire vulnerabile e soprattutto, non sapeva cosa potesse esserci attorno a lui.

«Yoongi! Vieni!» sentì la voce di Jimin risuonare fra gli alti alberi e tirò un sospiro di sollievo quando lo vide fare luce con la torcia del telefono.

«Vaffanculo, Park!» urlò mollandogli un pugno sul braccio che fece spostare Jimin e lo osservò sconvolto «Non farlo mai più, non mollarmi mai più da solo in mezzo a degli alberi del cazzo e circondato da chissà cosa—» Yoongi si piegò sulla ginocchia per riprendere fiato «Mi hai portato qua per rilassarmi e invece mi ritrovo con un attacco di cuore all'età di ventitré anni.»

A Jimin si strinse il cuore perché non credeva si spaventasse così tanto e, onestamente, non ci aveva nemmeno pensato essendo abituato a correre su quella scalinata da solo con i suoi amici. Avevano sempre fatto a gara a chi sarebbe arrivato prima in cima, quindi, gli sembrò normale.
Si avvicinò a Yoongi e lo abbracciò forte «Mi dispiace Yoon... non volevo farti spaventare o altro. Sicuramente avrei dovuto dirti dove stavamo andando ma volevo fosse una sorpresa... perdonami.»

Yoongi recuperò il fiato e si intenerì alla scena di Jimin fra le sue braccia «È tutto okay, solo la prossima volta dimmelo che mi stai per portare in un bosco per uccidermi.» tirò un leggero pugno sul braccio del biondo e assieme, scoppiarono a ridere.

«Dammi la mano e seguimi, siamo quasi arrivati!» urlò trascinandolo dietro di sé e, dannazione, Yoongi si chiese da quale pozione strana prendesse tutte quelle energie il minore.

«Non ci viene nessuno qua!»

«Ci credo Jimin, abbiamo attraversato un bosco del cazzo per arrivare in una proprietà privata?» chiese confuso osservando l'enorme casa che si ergeva davanti a loro. Era una casa con la C maiuscola, enorme a dirla tutta. Le pareti erano interamente costituite da delle vetrate oscurate alternate da qualche fila di pietre grigie; comunicante alla casa, vi era una veranda dalle dimensioni di casa loro in Inghilterra.

Stuck with you || YoonminWhere stories live. Discover now