59.

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ANNE

Can parcheggiò accanto al marciapiede.
Scese dall'auto e venne ad aprirmi la portiera, porgendomi quindi la mano.

Lo ringraziai con un sorriso e afferrai la sua mano.
Mi richiuse la portiera e ci incamminammo lungo quelle meravigliose e infinite camminate che affiancavano il lungomare. Ci trovavamo nel quartiere di Kalamış ed era uno di quelli che più adoravo.

Eravamo usciti per andare a pranzo fuori, quando ci eravamo ricordati di essere in Ramadan. Allora ecco che mi aveva portato qui.
Can era ancora più protettivo e geloso del solito, non si allontanava dal mio fianco neanche per un secondo.

Inspirai un po' di aria fresca, socchiudendo gli occhi, avvolgendo il braccio muscoloso di Can.

"Stai bene?" Mi domandò, abbassando leggermente il capo per vedermi.

Annuii, guardandolo estasiata dalla sua bellezza e dall'amore che provavo per lui.

"È la verità, değil mi? Non mi stai nascondendo nulla?" Mi chiese dopo un po', mozzandomi il fiato per la sicurezza con cui me lo aveva domandato.

Mi affrettai a scuotere il capo, non proferendo parola.

Can, si fermò sui suoi passi, facendo fermare anche me di conseguenza.
Posò le mani sulle mie spalle, guardandomi dritta negli occhi, cercando la verità che nascondevo.

"Sana bir kez daha soracağım. Bir şey saklıyor musun benden?" Mi domandò, anche se sembrava già in qualche modo sapere la vera risposta.

"Can, perché mi stai facendo queste domande, io... io non ti sto nascondendo nulla." Replicai, guardandolo a fatica negli occhi, cercando di essere il più convincente possibile.

Strinse la mascella e allontanò le mani dal mio corpo, passandosele tra i capelli sciolti. "Sanem. Tra poco più di una settimana ci sposiamo. Se io non so quello che sta succedendo... quello che sta succedendo per davvero, annullo la data." Chiarì, serio come non lo avevo mai visto.

Coop non lo avevo più visto da quella volta in cui ci eravamo incontrati in quel bar. Non avevo il suo numero e quindi non lo avevo neanche mai più sentito.
Immaginavo che ormai si fosse arreso, capendo che il mio posto era questo.
Non ero più agitata come i primi giorni da dopo il suo arrivo, ma Can aveva capito molto di più di quanto avessi pensato.

Mi sfuggì un risolino nervoso. "Tu non stai dicendo sul serio! Ti ho detto che non c'è nulla-"

"Non voglio una donna bugiarda accanto a me! Sai benissimo che non c'è nulla che io odi di più delle bugie." Mi urlò, interrompendomi.

Lo guardai incredula. Non ero una bugiarda e non lo ero mai stata! Questa faccenda di Cooper era tutta un'altra storia, non l'avrebbe mai capita.

"Io, io non riesco a capire che cosa ti prende. Stai stra parlando..." Farfugliai, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi accusatori.

Mi afferrò con forza l'avambraccio, avvicinandomi a lui.
"Non riesci nemmeno a mantenere il mio sguardo, talmente sei sicura di quello che dici." Mormorò quasi con disgusto, ad un palmo dal mio viso.

Feci avanti e indietro nei suoi occhi, non riuscendo a capire se ero più delusa dal suo comportamento o dal fatto che in fondo in fondo avesse ragione.

Sfuggii alla sua presa, facendo un passo indietro.
Non volli incontrare il suo sguardo e mi voltai, riprendendo a camminare lentamente.

"Dove stai andando?" Mi urlò, ed io capii che non si era mosso di un passo.

𝗦𝗔𝗕𝗕𝗜𝗘 𝗠𝗢𝗕𝗜𝗟𝗜 {𝙲𝚊𝚗𝚎𝚖}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora