Capitolo 8- UNA NOTTE BIANCA

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Arrivammo finalmente a casa. Joe, cherry e gli altri andarono subito a dormire, mentre io, che avevo già recuperato le forze nell'autobus non riuscì a chiudere occhio per questo mi alzai dal letto e andai ad osservare il panorama notturno dal patio. Mentre mi versavo un bicchiere d'acqua ripensai dinuovo alla lettera di mio padre. Non riuscivo a estrapolata dalla mia testa. Era una cosa troppo importante per me. Voglio dire, mio padre non mi ha mai chiesto cosa volesse veramente che facessi nella vita. Mi ha sempre fatto decidere da solo per le mie esigenze e quando non mi andava bene qualcosa che mi diceva lui accettava le mie scelte. In realtà mi porto già da piccolo un peso dentro. Il fatto di non essere riuscito a soddisfare qualche suo sogno. Papà voleva viaggiare. Raccontava sempre che quando era piccolo suo padre gli impediva di uscire dalla città, poi da più grande gli fu proibito di uscire dal paese perché lui apparteneva a quei territori. Quando conobbe mia madre aveva solo 25 anni. Aveva un'intera vita per decidere cosa fare e prendere delle scelte da solo. Ma proprio quando aveva una via spianata nacqui io. Mamma non poteva certo spostarsi da casa con un bambino da guardare per questo papà rinunciò all'idea di viaggiare per prendersi cura di me. Il suo sogno più grande gli era stato sottratto da un bambino. Credo però che papà sia morto felicemente. Il fatto di sapere che suo figlio aveva ricevuto la stessa passione per lo snowboard lo aveva reso felice. E credo anche che sia stato molto soddisfatto di avermi cresciuto in modo più simile a lui. Cosa farei per fargli capire che tutti i suoi sforzi siano stati vani. Voglio dire, non ho realizzato nemmeno un sogno per mio padre. E quello che più sperava per me, che si poteva ancora realizzare era stato schiacciato da uno skateboard. 

Uscì fuori al terrazzo e mi sedetti sul muretto che dava sul lago ghiacciato. Qui ogni cosa che vedo mi ricorda papà. Mi tornò in mente quando da piccolo mi insegnò a pescare. In una calda estate ricordo di aver pescato una trota gigantesca. Papà era fiero di me e continuava a insegnarmi cose nuove. Mi resi conto che quella lettera era stata un vero shock per me. Papà, come vorrei che tu sapessi di tutto quello che ho fatto fino ad ora. Saresti soddisfatto o ti arrabbieresti del mio cambiamento drastico? Mi stava venendo in mente che magari avrei dovuto sostenere quella gara di cui parlava papà. Lui ci teneva molto. Forse, se partecipassi potrei realizzare qualche sogno di papà "oi!" mi voltai, era reki

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