Capitolo 13- UNA DECISIONE SBAGLIATA

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Il giorno seguente rimasi in stanza e non scesi per fare la colazione. Era più forte di me, ma non avevo intenzione di andare a scusarmi. Bussò poi qualcuno alla mia porta

"hey Langa, sono reki, ti ho portato la colazione" non risposi

"ok, te la lascio qui fuori. Stamattina tua madre ha preparato i pancake con lo sciroppo d'acero. Sono buonissimi!!!" non risposi ancora. Sentì reki appoggiarsi con la schiena alla porta

"langa, non rinchiuderti in te stesso, possiamo ancora risolvere tutto. Oggi è la vigilia, dovremmo divertirci!" ma io non sapevo proprio che dire, così stetti zitto e lasciai che lui se ne andasse. 

Dopo mi ristesi sul letto e pensai che avrei dovuto partecipare a quella gara. Lo facevo per papà, lo avrei reso felice! Rilessi la lettera e pensai che quello che facevo era giusto. Guardai l'orologio. La gara era alle 17:00 e si sarebbe prolungata fino al calar della sera. Erano le 16:00 e guardando fuori alla finestra il sole stava già tramontando. Pensai che sarebbe stato difficile sciare nel buio. Ma dovevo farlo! Così mi preparai. Mi vestì pesante e presi lo snowboard che fino a quel momento era rimasto appeso alla parete come un quadro. Uscì dalla stanza. Stranamente non c'era nessuno in casa. Ebbi il via libera per uscire. Ma quando stavo per prender e l'autobus che portava alla pista arrivò reki

"oiiiii, dove pensi di andaree!" disse lui, che era abbastanza affannato. Aveva corso

"vado a sostenere la gara! L'avevo già deciso ieri" 

"ma langa, io non sono esperto, ma con il buio non è rischioso sciare?! Voglio dire, ti sei molto bravo, però non sai com'è fatto quel percorso. Rischieresti di farti male!" 

Rimasi impietrito, non sapevo che dire

"e allora adesso che farai?? Andrai li, vincerai la gara, e poi? Cosa pretendi che succeda? Hai intenzione di rimanere qui e non tornare più in Giappone. Abbandonare il tuo amato skate, per una singola lettera insignificante??

"senti ora stai offendendo mio padre. E poi insignificante per chi? Per te forse. Per me è importantissima. E poi tu che ne sai di questa storia. Tuo padre se n’è andato sapendo che avresti mantenuto la promessa, cosa dovrei dire io che di buono fino ad ora non ho fatto niente. Poi perché mi sei corso dietro, credevo che stamattina avessi capito che non volevo parlare con nessuno. Anzi perché stai insistendo così tanto, torna in casa" quello non ero io. Ormai non mi riconoscevo più. Cosa ero diventato? Un mostro. Realizzai di aver detto cose cattivissime, che non pensavo nemmeno. In fondo Reki fino a quel momento si era impegnato a starmi vicino per farmi felice. Voleva che io mi distraessi da tutti questi problemi. Ero imperdonabile. Non guardai nemmeno la faccia di Reki e scappai dritto nell'autobus, che intanto era appena arrivato alla fermata. Mi sedetti e cercai di stare calmo. Ero sul punto o di urlare o di piangere. Ancora una volta avrei sussurrato tra me e me in modo che nessuno mi sentisse "scusami Reki". Ma questo in realtà glielo avrei dovuto dire già prima. Invece ho solo peggiorato la situazione.

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