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Non dovette aspettare molto per proporre a Kamio la cena informale a base di pasta e ragù, ma appena pronunciò le parole coinquiline e casa, avvertì subito un cambiamento nell'atteggiamento del ragazzo.

Non ci aveva pensato troppo su come Kamio potesse prendere quell'invito, ma dalla sua reazione capì che forse avrebbe dovuto. Lo sentì irrigidirsi sul posto, mentre erano seduti su una panchina di Verdi Square. Credeva che presentandogliela come una cosa tranquilla, che avesse come scopo principale di valutare il progetto ed il sito, lui non l'avrebbe presa troppo sul personale.

Ma di fianco a lei, Kamio non faceva altro che stare in silenzio, mentre stilava una lista infinita di pro e contro sul partecipare o meno a quella cena. Non voleva deluderla, e tra l'altro s'era offerto lui di aiutarla, poi c'era la questione delle amiche: se non si fosse presentato, come l'avrebbero presa? E cosa avrebbero detto ad Eliza? Sapeva come e quanto le amicizie potessero influenzare una relazione.

Com'era arrivato ad immaginare Eliza che gli dava buca, giorno dopo giorno, perché la razionale Ellen e la dolce Alice l'avessero convinta a non perdere tempo con lui? Non lo sapeva, ma doveva darsi una svegliata stando all'espressione persa nel vuoto della ragazza.

Fece per parlare ma, non convito delle sue stesse parole, decise di ammutolirsi. Certo che voleva aiutarla, non voleva tirarsi indietro, ma incontrare le amiche? Non era un po' troppo?

Kamio pensava e ripensava a mille alternative, avrebbe fatto di tutto per evitare quella cena, ma ogni soluzione logica che gli si proponeva davanti gli sembrava troppo insensibile nei confronti di Elizabeth. D'altra parte, incontrarle sarebbe significato fare un enorme passo avanti, da cui non si torna indietro, sarebbe finito non solo nella sua vita, ma anche in quelle di altre due sconosciute, e ciò significava che qualsiasi cosa ci fosse tra lui ed Eliza avrebbe avuto un'inevitabile svolta.

"Le mie coinquiline non sono così male, solo molto...analitiche." Iniziò lei, mancando il centro del problema. Il persistente silenzio di Kamio fu una risposta eloquente, che fece scattare qualcosa nella ragazza.

Che non avesse detto tutta la verità? Che le nascondesse ancora qualcosa? Questo era palese, ma quante cose ancora ignorava, sul suo lavoro innanzitutto, sulla sua famiglia, su quegli uomini con cui l'aveva visto la prima volta.

Con la testa piena di interrogativi, che inneggiavano all'istinto di protezione, non poté fare a meno di fargli il terzo grado.

"Sei sposato?"
"Cosa? No."
"Hai figli?"
"Eliza, ma cosa stai dicendo?"
"Rispondimi."
"No."
"Sei fidanzato?"
"No, adesso mi spieghi cosa succede?"

Il tono freddo con cui le aveva risposto non fece che incentivare la sua lingua a scattare, e non perse tempo a versare fuori tutta la frustrazione che provava.

"Sai, ogni tanto ti capita di sparire, e potresti ancora farlo per quanto ne so, poi torni e sparisci di nuovo. Sei eccessivamente riservato e adesso hai paura di venire a casa mia per una semplice cena. Non so cosa pensare."

Muovendosi un po', aveva pronunciato ogni parola guardandolo dritto negli occhi, costringendolo a ricambiare.

"E pensi che io abbia una famiglia che ti nascondo o qualcosa del genere? Mi conosci, non sono quel tipo di persona."

"No, qui ti sbagli," lo fermò, "io non ti conosco."

"Sono riservato, lo so, ma perché continui a farmene una colpa? Non è che tu sia da meno. Adesso mi accusi addirittura di avere una doppia vita che ti nascondo. Sei impazzita?"

"Io rispetto che tieni alla tua privacy, e ti ringrazio per fare altrettanto, ma dovresti capire che queste incertezze sono causate dal tuo estremismo. E poi non ti ho accusato di nulla, erano semplici dubbi."

"Semplici dubbi?" Ironizzò quasi, rivolgendole uno sguardo interrogativo, ma intercettò nei suoi occhi verdi qualcosa simile alla paura, e parve calmarsi. "Cosa devo fare per toglierteli dalla testa?"

"Sbilanciati, vivi la vita. Ma non lo fare per me, fallo per te stesso. Capisci che sei giovane, hai un'infinità di possibilità ed esperienze da vivere. Non ti chiudere a riccio davanti a tutto questo. Il tempo scade e noi crediamo che sia infinito, quando è proprio il suo limite la nostra unica certezza. Sveglia Kamio."

Assimilò ogni singola parola senza batter ciglio, ma non voleva darle ragione. Se l'avesse fatto, sarebbe stato costretto ad ammettere tante colpe, soprattutto a se stesso.

"Tu parli senza sapere. E poi è facile accogliere la vita se non sei mai caduto."

"Da che pulpito. Sei il primo che parla senza sapere. Mi credi una ragazzina a NCY, che probabilmente non durerà un anno, alle prese con l'unica svolta eccitante della sua vita. L'unica mia preoccupazione sono cosa farò il prossimo venerdì sera e cosa indosserò. Una senza obiettivi e con la strada spianata. Beh, eccoti la verità: niente di tutto questo è assolutamente vero e tu non sai un cazzo di me."

Eliza non voleva urlare, ma non era la prima volta che Kamio faceva una simile insinuazione. Forse quella era stata la prima volta che era stato diretto, ma più volte l'aveva punzecchiata sui lati della sua vita mondana, accennando a quanto giovane fosse e quanto poco sapesse del mondo.

Appena finì la sfuriata, Eliza si alzò e s'incamminò verso la strada della metro per tornare a casa. Era così arrabbiata che aveva incominciato a correre, non riusciva nemmeno a pensare.

Quella volta però Kamio la seguì senza esitazioni, e dopo pochi secondi la raggiunse. Prendendola per le spalle, la face voltare.

Dal basso, lo guardò trafelata, con le labbra schiuse per il fiatone. Teneva ancora le mani ancorate alle sue spalle, quando si piegò sul suo viso e la baciò. La violenza dell'impattò stordì entrambi, che restarono fermi per un paio di secondi, finché Eliza non approfondì, per la prima volta, il bacio.

Reduci dalla corsa, i respiri affannati si mischiarono l'uno con l'altro, ma parevano esserne immuni. Accarezzò con le mani le braccia ricoperte dalla costosa giacca blu, fino ad intrecciarle tra i capelli sulla nuca. Erano abbastanza lunghi da permettere alle sue dita di nascondersi tra i ciuffi scuri e tirarli un po'. In risposta, Kamio aveva già fatto scivolare le mani dalle sue spalle fino ai fianchi, tenendola stretta così tanto contro il suo petto che neppur volendo sarebbe riuscita ad allontanarsi.

Si staccò di poco, e aprendo gli occhi fu subito catturato dalle sue iridi tremendamente verdi. "Penso che tu sia una ragazza coraggiosa, più di quanto lo sono io. Affronti la vita col sorriso ogni giorno, sei gentile e soprattutto libera. E questo mi spaventa: questo tuo eccedere mi manda in confusione perché fai sembrare che sia semplice. Ma io non ci riesco, non più." Avvertì il respiro irregolare, ma si sforzò a parlare velocemente. La voce era risultata più roca del normale, per colpa della corsa e del bacio. Quel bacio.

Eliza sorrise. Gli accarezzò piano i capelli e si beò del silenzio di quella strada secondaria. "Quando è stata l'ultima volta che hai fatto qualcosa per la prima volta?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 12, 2021 ⏰

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