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Eliza riusciva poco a capacitarsi di quanto stesse correndo veloce la sua vita, di quanto le sue abitudini, il paesaggio che guardava ogni mattina, ciò che chiamava casa fosse cambiato. Semplicemente perché non ebbe il tempo di fermarsi a pensare e rendersi conto di cosa era diventata la normalità. Prendeva sempre il the nero a colazione, ma la tessera per la metropolitana aveva sostituito quella per il parcheggio delle biciclette, chiamava lavoro qualcosa che sua nonna non avrebbe mai compreso e si trovava a studiare gomito a gomito con persone provenienti da tutto il globo. Era stata ammessa all'università dei suoi sogni, e non si era concessa nemmeno un momento per celebrare, ballando in intimo nella sua stanza. Si era lasciata inglobare totalmente da quel marasma, tanto da ricacciare nei meandri della mente ogni tipo di distrazione che avrebbe potuto far vacillare la sua serrata organizzazione. Tra queste distrazioni era incluso anche Kamio.

La pianificazione giornaliera ideata ad hoc l'attimo dopo aver deciso di creare un blog, tenne fino al weekend successivo, quando Alice trascinò le sue coinquiline di nuovo in quel ristorante francese, "Un aperitivo vi farà bene, invece di stare sempre incollate a quegli schermi. Sapete che la luce blu fa male agli occhi?" convinse senza troppi problemi entrambe.

"Vietato menzionare articoli, blog, SEO, e qualsiasi cosa riguardi lavoro o l'università. È una settimana che parliamo solo di questo e mi sembra che non state più vivendo. Godiamoci la serata, ed evitiamo figure di merda." Alice fu categorica mentre si avviavano all'ingresso del ristorante, e lo sguardo eloquente che indirizzò ad El sul finale non diede spazio a dubbi.

"Abbiamo cacciato gli artigli stasera. Mi piace!" Rise Eliza, graffiando le unghie sul braccio scoperto dell'amica.

"Si, beh, lo sto facendo per voi. Non ce la facevo più a vedervi così stressate."
"Dì la verità, l'hai fatto più per te che per noi. Ti stava scoppiando la testa." Alice non rispose, si limitò a fare un sorriso a trentadue denti e abbracciare El, che -fingendosi offesa- non volle ricambiare il gesto d'affetto.

"Alice, sapevi che c'era musica dal vivo?" Chiese Elle, mentre guardava il piccolo palco sistemato all'angolo del locale, proprio di fianco al bancone.

"No, non lo sapevo."
"E sapevi che c'è il due per uno entro mezzanotte?"
"Quello si, è il motivo per cui vi ho portate qui." Seguirono secondi di silenzio, in cui El la fissò con sguardo cospiratore.
"Alice" e riportò subito l'attenzione difronte a sé "non mentire."

L'interessata deglutì e cercò lo sguardo di Eliza, che adesso le sorrideva con le gote piene e rosse. L'avevano scoperta.

"Ho letto l'evento su Facebook."
"L'evento?"
"Ho seguito la pagina del ristorante su Facebook e mi è arrivata la notifica dell'evento."
"Hai ritrovato l'ispirazione?" Ammiccò El, che adesso le sorrideva apertamente. "O, magari, qualcuno che possa aiutarti a trovarla?"
"Smettila!" Disse lanciandole un tovagliolo senza troppa convinzione.
"Scommetto che ha gli occhi azzurri e i capelli castani."
"Eliza, ti ci metti pure tu?!"

Passarono l'intera serata a bere il doppio del normale, per colpa di quella straordinaria offerta, e cercare in tutti i modi di spingere Alice tra le braccia dello chef francese.

Alla fine, chiamarono un Uber per due.

***

Tra starti di coperte e troppi cuscini, Eliza decise di far passare l'effetto dell'alcool guardando video senza senso su Youtube, senza prestarci realmente attenzione. Le aveva fatto piacere staccare un po', sentiva di averne bisogno. Si trovò a scrollare l'homepage di Instagram, non ricordando quando avesse cambiato app.

Un cerchietto rosso in alto a destra segnalava un messaggio non letto, a cui fece caso solo dopo quindici minuti buoni. Era una reazione con l'emoji fuoco all'ultima storia che aveva postato: una foto che la ritraeva seduta al ristorante, con il volto coperto da un calice di vino rosso. Si trovò a ridere, non riuscendo a ricordare quando avesse deciso di pubblicarla, e rispose con un cuoricino.

Poco dopo, il telefono scivolò tra le sue mani sul materasso, con ancora aperta l'app sul profilo dello sconosciuto, mentre lei scivolava in un sonno tranquillo.

ultra-HNWIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora