Почемучка

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Attenzione: il seguente capitolo contiene episodi di violenza, morte e fagocitazione di carne umana (no cannibalismo). Se questi contenuti urtano la vostra sensibilità, passate oltre.


Una persona che parla troppo


Il giorno prima del ballo, pomeriggio. La baracca.

«Ricapitoliamo.»

Bertolt sospira, quando Reiner, adesso in piedi dinanzi a lui, Porco e Pieck, pronuncia quella parola. Loro tre sono seduti sul divano lacero: Porco con le gambe divaricate, Pieck accucciata al suo fianco, e lui è nell'angolo opposto al loro, ben attento a non toccarli, neanche avesse una pelle velenosa. Nessuno degli altri tre si è accorto di quella riluttanza a sfiorarli, però è convinto che sia meglio così: non ha la pazienza per rispondere a domande scortesi.

«Io, Annie e Bertolt...» la voce di Reiner viene sovrastata da uno scalpitio proveniente dall'esterno.

Tutti e quattro si voltano verso le ante da cui – di solito – entrano e Bertolt sente lo stomaco contorcersi, quando da dietro esse fa capolino Annie, i cui capelli sono raccolti in una crocchia trafelata. La ragazza ansima e ha le guance paonazze, oltre ai ciuffi incollati al viso dal sudore. Presume che sia così perché ha corso per raggiungerli.

«Sei in ritardo. Ancora» la riprende Reiner, che la scruta da capo a piedi, poi abbozza una smorfia di disappunto.

«Sta' zitto» replica lei, sollevandosi il cappuccio sulla testa e procedendo verso la poltrona, senza incontrare gli sguardi di tutti loro.

A Bertolt sembra che lo faccia di proposito. Vorrebbe chiederle il motivo, ma, quando la osserva camminare con la testa bassa e le spalle ricurve, come se su di esse vi fosse un peso insostenibile, soffoca quella domanda sul nascere.

È dal famoso episodio al laboratorio che parlano meno del solito. È come se il monito del fantasma fosse in procinto di realizzarsi e l'unico che biasima è sé stesso, poiché sa di non aver insistito abbastanza con lei.

«Tranquilla, non salutarci. Siamo solo cani, no?»

L'attenzione di tutti viene catturata da Porco e dalla frecciatina che ha rivolto ad Annie. Il ragazzo ha la mascella serrata e ha affondato le unghie nella stoffa del divano, mentre la ragazza gli ha puntato gli occhi contro. Le labbra e le sopracciglia di lei, nonostante tutto, sono distese.

«Ciao, faccia da maiale» risponde Annie, placida, e infila le mani nelle tasche della felpa indaco.

«Tu, brutta...» prima che possa completare la frase, Pieck preme il palmo della propria mano sulle labbra dell'amico.

«Smettetela. Entrambi.»

Il monito di Reiner dovrebbe suonare minaccioso, soprattutto se ad ornarlo vi è la vena pulsante e livida che gli spicca sul collo. Sa bene, tuttavia, che né Annie né Porco nutrono alcuna stima nei confronti di Reiner. Se tagliano sul nascere quella discussione, è perché rivedono l'uno negli occhi dell'altra il fantasma di Marcel che li rabbonisce.

«Ehi, Bertl, aspetta» sussurra Pieck, mentre allunga una mano verso di lui.

Dapprima non comprende perché lo abbia richiamato, finché non percepisce dei pizzicotti all'altezza della spalla: quando studia con attenzione i movimenti della ragazza, però, nota che lei lo sta ripulendo dai capelli che gli ricoprono il maglioncino.

«Ne perdi parecchi» commenta lei e si rigira un capello tra indice e pollice, curiosa.

«È il periodo» si giustifica, ma sa bene che non c'entra l'autunno con la sua perdita di capelli, né con il torpore che prova per colpa della stanchezza.

Come i Ratti nelle Fogne [Attack On Titan]Where stories live. Discover now