Capitolo I

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Roma, 16 aprile 1912

La notizia dell'affondamento del Titanic, avvenuta durante la notte nelle gelide acque dell'Atlantico del Nord a causa dell'impatto con un iceberg, era su tutti i giornali; un fatto così succulento non poteva passare inosservato agli occhi dell'astuta contessa Isabella Solari, vedova Negroni, la quale quella mattina aveva invitato la crema della società romana nel salotto del palazzo di famiglia in Piazza Barberini, prendendo così due piccioni con una fava: disegnare nuove politiche matrimoniali tra i presenti e accogliere il nipote Emilio, di ritorno da Parigi.
Dal letto di morte la povera Emma Silvestri aveva pregato la cugina di provvedere all'educazione del ragazzo, figlio di un uomo troppo importante per occuparsi di lui ed insegnargli come si stava al mondo: Emilio infatti era nientemeno che il bastardo del conte Marconi, la cui parola era legge quando era ancora in forze; ormai era solo un vecchio malato e pieno di adulatori che facevano a gara a guadagnarsi i suoi favori per essere eventualmente citati nel suo testamento.
Isabella pensò che i Solari fossero i più potenti tra tutti quegli adulatori, mentre li scrutava con superiorità: nonostante avesse superato i quarant'anni era una donna ancora piacente, con i capelli castano-rossicci e gli occhi azzurri e vispi; quella mattina splendeva nel suo abito rosa, accanto all'unico uomo di cui si fidava veramente: il conte Aristide Solari, suo fratello e padrone di casa.
Questi aveva quarantacinque anni, e nonostante i capelli grigi faceva ancora battere il cuore a molte donne con i suoi occhi scuri a mandorla e la sua voce profonda.
Entrambi vedovi, si davano da fare per organizzare il futuro dei rispettivi figli: quella era l'occasione ideale per tessere le loro trame.
<< Che magnifico quadretto questo di stamattina, non trovi? >> fece la contessa al fratello.
<< Senza dubbio. Stanno tutti cercando di accaparrarsi le attenzioni dell'attrazione del giorno: i Belfiore >> concordò questi, indicando una ragazza e un ragazzo con i capelli castani e gli occhi nocciola, circondati da uno stuolo di persone: erano Oreste e Rosa Belfiore, eredi del defunto conte Antonio Belfiore e quindi destinatari di una delle fortune più sterminate di Roma e dintorni.
<< Le proposte matrimoniali fioccheranno >> sorrise Isabella.
<< Si sanno comportare sicuramente meglio di nostro nipote... Credo che stia discutendo con Filippo e Francesca... >> indicò Aristide, mostrandole il giovane Silvestri che parlava ad alta voce e gesticolava animatamente.
La contessa emise un sospiro: quel ragazzo aveva anche studiato alla Sorbona, ma aveva ancora molto da imparare su come comportarsi in società.

                                      ***

<< Contessa, vi dico che questo tragico evento non è successo a caso: è la vera e propria fine di questa nostra Belle Époque! >> argomentava Emilio Silvestri, un ragazzo alto e robusto, con i capelli castano chiaro e gli occhi marroni incorniciati da un paio d'occhiali tondi.
<< Perché dovrebbe esserlo? >> gli rispondeva una donna sui ventisette anni, con i capelli castani e gli occhi azzurri. Era Francesca Mazzanti, erede di una delle famiglie più importanti dell'Urbe, moglie di Filippo Solari, figlio primogenito di Aristide e della sua defunta consorte Elvira; gli aveva dato due figli, Agata e Vittorio, e sembrava avere personalità per sé stessa e per il marito: nei salotti si mormorava che i due coniugi pensassero con un solo cervello, quello di lei; l'uomo seguiva pigramente la discussione, seduto su un divano: aveva gli stessi tratti somatici di sua zia e degli eredi di casa Solari-Negroni era il meno brillante intellettualmente.
<< Mi stupisco di voi, contessa Francesca: non ha pensato neanche per un attimo che l'affondamento del Titanic possa essere un avviso del tramonto di questa nostra epoca dorata? >> ribatté Emilio, sbigottito.
<< Assolutamente no: dicono addirittura che i passeggeri della prima classe abbiano continuato a festeggiare allegramente, facendo finta che i cubetti di ghiaccio fossero souvenir. E questo perché, secondo voi? Perché ormai l'uomo non può andare che in una direzione: avanti >> dichiarò Francesca, convinta della sua opinione.
<< Beh, cari signori... Saranno stati sicuramente... freddati! >> s'intromise Filippo, cercando di stemperare la tensione tra i due interlocutori. Entrambi lo guardarono come se avesse detto la più colossale delle idiozie.
<< Emilio! >> esclamò Isabella Negroni, venendo incontro al nipote.
<< Cara zia. Vieni al momento opportuno: parlavamo del Titanic. Secondo me il suo affondamento è la fine della Belle Époque >> sentenziò Silvestri.
<< Io sostengo la tesi opposta, contessa >> disse invece la Solari.
<< Perché non vieni a salutare mia figlia Lucia? È tanto felice di rivederti... >> lo distolse la padrona di casa, cercando di evitare che suo nipote tediasse gli ospiti con le sue teorie strampalate.
Ma Emilio non l'ascoltava più: era arrivato il suo migliore amico, il principe Renato Giardini, insieme a tutta la sua famiglia.

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